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MESSAGGIO DEL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI 
SEGRETARIO DI STATO DEL SANTO PADRE,
AL PROF.
VALERIO VOLPINI,
DIRETTORE DE «L'OSSERVATORE ROMANO»,
IN OCCASIONE DEL 120° ANNIVERSARIO
DELLA FONDAZIONE DEL QUOTIDIANO

 

Illustrissimo Professore,

il 1° luglio scorso «L'Osservatore Romano» ha compiuto i suoi 120 anni di vita: una data che, per un giornale, è segno non di veneranda vecchiezza, ma di invidiabile vitalità. Dal lontano giorno della sua prima apparizione «L'Osservatore Romano», presentandosi ufficialmente come giornale «politico morale», sotto la direzione dell'Avv. Nicola Zanchini e dell'Avv. Giuseppe Bastia, ha inteso affrontare, con sensibilità moderna, le varie e molteplici questioni tipiche degli interessi culturali del lettore. Nella locandina di lancio si affermava che il nuovo quotidiano avrebbe accolto nelle sue colonne, oltre ad articoli di fondo e di politica, «quanto per lettere, scienze, arti nuove e peregrina invenzioni c varietà, merita di essere designato alla pubblica attenzione»; esso avrebbe inoltre ospitato una rubrica contenente «notizie statistiche interne, movimenti commerciali, una cronaca teatrale, ecc.»: c'era, dunque, proprio quasi tutto quello che anche Oggi interessa o può interessare il lettore.

È estremamente illuminante ripercorrere, in particolare, le pagine del quotidiano riguardanti gli ultimi decenni, perché danno un'attenta e sicura testimonianza - sempre con assoluta fedeltà al motto programmatico «unicuique suum» - della cronaca, diventata ormai storia, di tutte quelle vicende religiose, sociali, politiche. che noi della presente generazione abbiamo vissuto, e talvolta sofferto, con una partecipazione anche personale. È la cronaca degli anni in cui abbiamo assistito a conflitti ideologici, ma anche all'emergere di tanti popoli nuovi verso le libertà nazionali; gli anni in cui abbiamo visto lo svolgimento del Concilio Ecumenico Vaticano II; gli anni dei luminosi Pontificati di Giovanni XXIII, di Paolo VI, di Giovanni Paolo I e di Giovanni Paolo II; gli anni della Mater et Magistra e della Pacem in Terris, della Ecclesiam suam e della Populorum Progressio, della Redemptor Hominis e della Laborem Exercens.  

Di tali eventi «L'Osservatore Romano» ha cercato sempre di essere accurato cronista, ed anche acuto interprete e sereno commentatore, fedele alla convinzione che compito fondamentale della stampa, che si voglia cattolica, è anzitutto - come per ogni altro giornale - quello di informare, con la massima obiettività, i lettori, e di formarli altresì ad una lettura più approfondita, potremmo dire, più interiore dei fatti stessi, nella prospettiva della esperienza, ma anche, e più, nella visione del messaggio di Cristo, «luce vera che illumina ogni uomo» (cfr. Cv [,9),

«L'Osservatore Romano» è stato in questi anni un testimone attento del nostro tempo, nel quale hanno avuto ed hanno, purtroppo, posto particolare le «paure», che hanno turbato e continuano a turbare l'uomo contemporaneo: la minaccia della guerra devastatrice; il terrorismo; la violenza fisica e psicologica; la fame di tanti popoli sottosviluppati; il Fenomeno della droga fra i giovani. Ma esso è stato anche testimone oculato di quei «segni di speranza» per l'umanità inquieta, quali sono stati, in special modo, in questo nostro periodo, il luminoso magistero e l'opera indefessa dei Papi - ed oggi, in forma tanto luminosa, del Santo Padre Giovanni Paolo II - per la pace, la giustizia, la concordia tra i popoli, nel nome di Cristo, Redentore dell'uomo e centro della storia.

Mentre Le esprimo sincere Felicitazioni per il traguardo raggiunto da «L'Osservatore Romano», formulo voti che esso, attento sempre alle esigenze più profonde dell'uomo d'oggi, continui ad essere quella presenza e quella testimonianza così stimate ed apprezzate dai lettori, anche di diverse concezioni ideologiche, ed altresì portavoce sicuro ed attendibile dell'insegnamento della Chiesa e informatore quotidiano dell'opera indefessa della Santa Sede.

Con tali voti invoco su di Lei, sui suoi collaboratori e su quanti dànno il loro diuturno contributo al giornale, l'abbondanza dell'aiuto divino, mentre profitto volentieri di questa così singolare e gradita circostanza per porgerLe distinti ossequi e per confermarmi della Signoria Vostra Illustrissima

devotissimo nel Signore
AGOSTINO Card. CASAROLI

 

Dal Vaticano,10 Novembre 1981

 

 
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