The Holy See
back up
Search
riga

DISCORSO DEL SEGRETARIO DI STATO,
AGOSTINO CASAROLI,
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI ITALIANO,
L'ON. BETTINO CRAXI, IN OCCASIONE
DELLA FIRMA DEL'ACCORDO DI REVISIONE DEL CONCORDATO*

Villa Madama - Giovedì, 18 febbraio 1984

 

Signor Presidente del Consiglio,

L'atto al quale abbiamo or ora proceduto rappresenta il punto di arrivo di un lungo cammino.

Il protrarsi della trattativa per la revisione concordataria, auspicata dal Parlamento italiano sin dal 5 ottobre 1967 e incominciata effettivamente nell'ottobre del 1976 è un segno, già esso, della obiettiva complessità della ricerca di un equilibrio mutuamente accettabile fra esigenze diverse – quando non contrastanti, talvolta –che si richiamano, da un lato, alla nuova Carta Costituzionale dello Stato italiano e, dall'altro, ad antichi principi della costituzione e del diritto della Chiesa Cattolica e al nuovo spirito del Concilio Ecumenico Vaticano II.

Si deve alla disponibilità costantemente dimostrata dall'una e dall'altra Parte se – tenendo fede ai principi, ma considerando insieme, la realtà delle mutate situazioni – è stato possibile giungere alla firma del presente Documento di revisione del Concordato dell'11 febbraio 1929.

Esso viene ora affidato al vaglio della storia. E lo sarà, ancor più, alla verifica della vita quotidiana.

Mi piace qui ricordare quello che, riprendendo l'art. 7 della Costituzione italiana e riecheggiando il Concilio Vaticano Il, può esserne considerato il fulcro portante e il principio ispiratore: lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. Entrambi si impegnano alla reciproca collaborazione per la promozione dell'uomo e il bene comune.

A favorire l'armonioso esercizio di questa duplice sovranità, che ha per comune territorio quello italiano e riguarda fedeli della Chiesa Cattolica che sono insieme cittadini dello Stato, evitando, il più possibile, occasioni di urti o di intralci, favorendo anzi l'auspicata cooperazione in un comune impegno di servizio e di promozione umana, è inteso lo strumento Concordatario.

Strumento di concordia, non di privilegio.

Privilegio, infatti, non potrebbe considerarsi il riconoscimento di una realtà sociale di così grande rilievo, non solo storico ma vivacemente attuale, quali sono, in Italia, la religione e la Chiesa Cattolica: senza con ciò nulla togliere di quanto, in una società pluralistica, sia dovuto ai cittadini di altra fede religiosa o di diversa convinzione ideologica, ai quali pure va, in questo momento, il mio pensiero rispettoso e, se mi è consentito, cordiale. Non mancherà, anzi, chi si chieda se la presente revisione concordataria renda sufficiente giustizia a quella realtà.

L'accordo oggi sottoscritto non definisce nella sua interezza e nei suoi particolari l'insieme dei rapporti giuridici fra lo Stato e la Chiesa Cattolica in Italia. Esso prevede su qualche punto specifico ulteriori intese integrative, con la Santa Sede o con la Conferenza Episcopale Italiana. In ogni caso, non impedisce ai cattolici italiani, nell'esercizio dei loro diritti civili, di adoperarsi per la definizione dei punti non contemplati dall'accordo, nel quadro di una sana dialettica democratica.

Accolga, Signor Presidente, l'espressione del mio apprezzamento per l'opera fattiva svolta dal Suo Governo, come dai Governi che lo hanno preceduto – fra i quali non posso non ricordare quello presieduto, nel 1976 appunto, dal Signor Ministro degli Esteri Onorevole Andreotti –perché fosse possibile arrivare a questo traguardo.

Benedica il Signore l'Italia, il popolo italiano, quanti hanno l'onere e l'onore di curarne le sorti!


*L’Attività della Santa Sede 1984, p.129-130.

Nella Chiesa per il mondo. Omelie e Discorsi, Milano, Rusconi, 1987, p.465-467.


top