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DISCORSO DEL SEGRETARIO DI STATO,
AGOSTINO CASAROLI,
IN OCCASIONE DELLA PRESENTAZIONE DEL
CORPO DIPLOMATICO AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA ITALIANA
SANDRO PERTINI*

Lunedì, 21 maggio 1984

 

E’ un onore a me particolarmente gradito, Signor Presidente, poterLe presentare i titolari delle Rappresentanze Diplomatiche accreditate presso la Santa Sede.

Non tutti gli Eccellentissimi Capi-Missione hanno potuto essere con noi, in questa occasione. Non pochi di essi, infatti, accreditati anche in altri Paesi, non hanno a Roma permanente residenza.

Ad ogni modo, i partecipanti a questo semplice eppur solenne incontro rappresentano in qualche modo l'intera famiglia degli Inviati di 108 Potenze, da alcune fra le più grandi ad altre fra quelle territorialmente più piccole, che presso il Papa – Sovrano di un minuscolo Stato e Pastore, insieme, di un'amplissima Comunità di fede e di vita – esercitano la loro alta Missione di tramiti ufficiali di dialogo al servizio dei rispettivi Paesi e della Comunità internazionale.

Vostra Eccellenza troverà qui Rappresentanti di un gran numero dei Paesi rappresentati anche al Quirinale; benché ne manchino non pochi, a causa di circostanze storiche – che speriamo superabili in tempi non troppo lontani – le quali impediscono per ora quella universalità di rapporti ufficiali che, più ancora che al desiderio, corrisponde alla stessa natura "cattolica" della Chiesa e del Papato.

I Diplomatici qui presenti si trovano in una singolare situazione. Pur non essendo accreditati in Italia, in Italia – e precisamente nella sua Capitale – hanno la loro sede e svolgono la loro attività: ammesse e tutelate alla pari di quelle dei loro Colleghi del Corpo Diplomatico accreditati presso il Governo italiano, in forza del trattato istitutivo dello Stato della Città del Vaticano, che ha permesso di conciliare la quasi simbolica entità territoriale di questo – pochezza della quale il Papa Pio XI, non solo si accontentò, ma quasi si gloriava – con le esigenze di un adeguato esercizio della piena sovranità riconosciuta alla Sede Apostolica.

Ospiti, così, della Roma eterna e di quell'Italia che li accoglie con generosa cordialità, i Membri del Corpo Diplomatico, accreditato presso la Santa Sede, al di là dei compiti specifici inerenti a tale loro qualità, hanno modo di seguire le vicende della vita italiana. Sono sicuro di non tradire i loro sentimenti se Le dico, Signor Presidente, che lo fanno con profonda simpatia e in atteggiamento di sentita amicizia. Né sono mancati, anche di recente, quelli che, al termine del loro servizio, hanno preferito fermarsi o tornare a Roma, come in una seconda patria.

Con questi sentimenti di amicizia e di simpatia essi accolgono, oggi, il Presidente della Repubblica Italiana, insieme agli illustri Membri del Governo che l'accompagnano, e sono lieti di esprimerGli i voti che formulano per Lui e per il Paese che in Lui trova coraggioso ed eloquente interprete delle sue aspirazioni e del suo impegno a favore della pace, del rispetto dei diritti di tutti i popoli e di tutti gli uomini, del benessere e del progresso sociale proprio e di tutti gli altri Paesi.

A tali voti unisco ben volentieri, Signor Presidente, quelli dei miei Collaboratori nella Segreteria di Stato e nel Consiglio per gli Affari Pubblici della Chiesa, qui presenti, e i miei personali ».


*L’Attività della Santa Sede 1984, p.416-417.

 

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