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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE
DAVANTI ALLA TERZA COMMISSIONE DELLA 64ª SESSIONE
DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU,
IN MERITO ALLA PROMOZIONE E ALLA TUTELA
DEI DIRITTI DEI BAMBINI

DISCORSO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE,
OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
PRESSO L'ORGANIZZAZIONE DELLE NAZIONI UNITE*

Giovedì, 15 ottobre 2009

 

Presidente,

mentre consideriamo la promozione e la tutela dei diritti dei bambini, commemoriamo anche l'adozione della Convenzione sui diritti del fanciullo, uno strumento importante volto a tutelare i diritti e gli interessi dei bambini.

Negli ultimi vent'anni la Convenzione ha ricevuto la ratifica o l'adesione di quasi duecento Stati. Il Protocollo opzionale sul coinvolgimento dei bambini nel conflitto armato è stato ratificato da quasi 130 Paesi. Il Protocollo opzionale sulla vendita dei bambini, sulla prostituzione minorile e sulla pornografia infantile è stato ratificato da più di 130 Paesi. Il consenso internazionale è cresciuto a mano a mano che i Governi sono divenuti più consapevoli della necessità di proteggere tutti i bambini. A questo proposito, la mia delegazione incoraggia tutti gli Stati che non lo hanno ancora fatto ad associarsi alla promozione della tutela legale dei bambini ratificando e accedendo alla Convenzione e ai Protocolli ed esorta a una corretta attuazione di questi strumenti legali, che implica il rispetto per l'innato diritto alla vita di tutti i bambini.

Un recente rapporto dell'UNICEF ci comunica una buona notizia: la mortalità globale dei bambini al di sotto dei cinque anni è andata costantemente diminuendo negli ultimi due decenni. Tuttavia, le statistiche ci dicono anche che nell'ultimo decennio più di due milioni di bambini sono stati uccisi nel corso di conflitti armati, sei milioni sono rimasti disabili, decine di migliaia sono stati mutilati da mine anti-uomo e più di 300.000 sono stati reclutati come bambini soldato.

Nei nostri dibattiti sul porre fine alla violenza contro i bambini non possiamo non ricordare che a troppi bambini viene negato il diritto alla vita; che la selezione prenatale elimina sia i bambini sospettati di essere disabili, sia le bambine solo a motivo del loro sesso; che, spesso, i bambini divengono le prime vittime di carestie e guerre; che vengono mutilati da munizioni inesplose; che non hanno cibo sufficiente né abitazioni; che sono privati di istruzione; che si ammalano di Aids, malaria e tubercolosi senza poter aver accesso ai farmaci; che vengono venduti ai trafficanti, sfruttati sessualmente, reclutati in eserciti irregolari, sradicati a causa di dislocamenti forzati o costretti a lavori debilitanti.

Per eliminare la violenza contro i bambini è necessario che lo Stato e la società sostengano la famiglia e le permettano di svolgere la propria responsabilità. I governi devono assumere il loro ruolo giusto per proteggere e promuovere la vita familiare perché quest'ultima ha vincoli evidenti e vitali con la società. La società civile ha anche un ruolo importante da svolgere nel sostenere la famiglia e contrastare tutte le forme di violenza contro i bambini. Da parte loro, le più di 300.000 istituzioni educative, assistenziali e sociali della Chiesa cattolica operano quotidianamente sia per garantire ai bambini un'istruzione sia per provvedere alla reintegrazione dei bambini abusati e trascurati nelle proprie famiglie, se possibile, e nella società.

A volte, nelle decisioni sulla promozione e sulla tutela dei diritti del bambino, si ha la tendenza a parlare in termini di rapporto fra bambino e Stato, minimizzando il ruolo dei genitori. A questo proposito la mia delegazione non potrà mai evidenziare abbastanza l'importanza della famiglia nella vita di ogni bambino e che tutta la legislazione relativa ai bambini deve prendere in considerazione il ruolo indispensabile dei genitori, perché i bambini sono nati da una madre e da un padre e in quella comunità fondamentale che è la famiglia. Non sorprende, dunque, che la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo abbia giustamente affermato che "la famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto a essere protetta dalla società e dallo Stato" (articolo 16, 3) e che, di conseguenza, "la maternità e l'infanzia hanno diritto a speciali cure e assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della stessa protezione sociale" (articolo 25, 2). Queste affermazioni non sono concetti imposti dall'esterno, ma sono invece principi complementari derivati dalla natura della persona umana.

Quest'anno, l'Assemblea generale prosegue la sua considerazione sul diritto dei bambini di esprimere le loro opinioni liberamente su tutte le questioni che li riguardano e così, giustamente, si concentra sull'importanza di ascoltarli sul serio. Tutti i bambini devono essere rispettati pienamente nella loro innata dignità perché sono in tutto e per tutto esseri umani. La Convenzione sui diritti del fanciullo non include esplicitamente un articolo sul diritto specifico a partecipare. Ciononostante, la Convenzione contiene articoli che considerano la partecipazione dei bambini, per esempio, nell'esprimere le proprie opinioni e nell'ottenere che vengano ascoltate (articolo 12). Nel considerare la realizzazione concreta della partecipazione del bambino bisogna sempre ricordare, come affermato nella Convenzione, che gli Stati Parte sono chiamati a "rispettare la responsabilità, il diritto e il dovere dei genitori... di dare al bambino, in maniera corrispondente allo sviluppo delle sue capacità, l'orientamento e i consigli adeguati all'esercizio dei diritti che gli sono riconosciuti dalla presente Convenzione" (articolo 5).

In questa occasione la Santa Sede riafferma ancora una volta la sua costante preoccupazione per il benessere e per la tutela di tutti bambini e delle loro famiglie e continua a esortare tutti gli Stati a fare lo stesso con rinnovata urgenza, perché tutti i bambini meritano di crescere in un ambiente stabile e sano in sintonia con la loro dignità.
Grazie, presidente.


*L'Osservatore Romano  21.10.2009 p.2.

 

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