The Holy See
back up
Search
riga
INTERVENTO DELL'OSSERVATORE PERMANENTE DELLA SANTA SEDE
NEL CORSO DELLA 62a SESSIONE DELL’ASSEMBLEA GENERALE
DELLE NAZIONI UNITE SU "LO SPORT PER LA PACE E LO SVILUPPO"

DISCORSO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE

New York
Mercoledì, 31 ottobre 2007

 

Signor Presidente,

il ruolo delle attività sportive in seno alle società si può far risalire ad alcune delle prime civiltà. Tuttavia, mai come oggi la pratica dello sport si era tanto affermata. Lo sport è divenuto un fenomeno di massa in grado di coinvolgere folle immense su ampia scala, di infrangere le barriere geografiche, razziali, sociali, economiche, politiche e culturali.

Il prossimo anno, la comunità globale si riunirà ancora una volta per celebrare l'antica tradizione dei Giochi Olimpici, nella loro 29º edizione moderna a Pechino. Mentre il mondo si prepara a questo evento così importante, ci ricordiamo del ruolo che lo sport può svolgere nella vita di ogni individuo e di ogni società.

Citius, Altius, Fortius. Queste tre parole latine coniate un secolo fa da Padre Henry Martin Dideon per descrivere i successi dei suoi studenti nelle attività sportive, sono state adottate come motto olimpico perché l'aspirazione a essere "più veloce, più alto, più forte" descrive adeguatamente gli obiettivi dei grandi atleti in tutto il mondo. Lo sport praticato in modo salutare e armonioso è un modo per mettere insieme popoli di diverse culture e tradizioni in modo rispettoso e pacifico. Attraverso un maggiore uso dello sport come dialogo e incontro, la tradizione greca della Tregua Olimpica può produrre una pace autentica e duratura.

Infatti, dialogo e incontro attraverso lo sport possiedono un grande potenziale di edificazione della pace e di prevenzione dei conflitti. Sebbene lo stato di diritto e la giustizia restino il fondamento di una pace duratura, lo sport offre alle fazioni in lotta lo strumento per unirsi e perseguire un obiettivo comune. Questi momenti di unità possono essere brevi e a volte fuggenti, ma ricordano che nell'esperienza umana sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci separano. A questo proposito, la mia delegazione osserva con apprezzamento l'operato dell'Ufficio delle Nazioni Unite dello Sport per lo Sviluppo e la Pace nel promuovere questo dialogo nei luoghi teatro di conflitti, come la Repubblica Democratica del Congo e la Liberia. Auspichiamo un maggior consolidamento della sua attività.

Oltre a promuovere il dialogo fra le culture e la pace, lo sport può anche servire da strumento per un maggiore sviluppo personale e sociale. Attraverso lo sport, la persona sviluppa la propria creatività e il proprio talento, supera sfide personali, acquisisca un senso di appartenenza e solidarietà, apprende la disciplina e un senso di sacrificio. Questi valori tornano a beneficio dell'intera comunità e ci aiutano a capire il valore del bene comune al di sopra della gloria individuale. Quindi, incoraggiamo i protagonisti dello sport a essere modelli per la gioventù e a contribuire a promuovere i valori positivi degli sport.

La società odierna ha assistito a un crescente numero di casi di abuso e devianza nella pratica dello sport che conducono a una cultura sportiva priva di valori umani.

Tuttavia, il mondo dello sport continua ad avere autentici modelli e generosi protagonisti che lottano per reclamare l'ideale di sport quale autentica scuola di umanità, cameratismo, solidarietà ed eccellenza. Un'enfasi rinnovata e ampiamente condivisa su di un approccio antropocentrico allo sport garantirebbe che le virtù importanti apprese mediante gli sport divenissero uno strumento per sviluppare e promuovere rapporti umani responsabili e sani.

L'Ufficio della Santa Sede per la Chiesa e gli Sport è stato creato con questo ideale di sport in mente. Opera con le scuole, i gruppi giovanili, le associazioni sportive amatoriali e atleti professionisti per promuovere un approccio sano allo sport e aiutare i giovani a comprendere l'impatto positivo che i valori sportivi possono avere sia sulla comunità locale sia su quella globale.

Il Credo Olimpico ci ricorda che la cosa più importante nella vita non è la vittoria, ma la lotta. Che le Olimpiadi di Pechino nel 2008 contribuiscano, dunque, alla comune lotta per rendere il mondo un luogo migliore per tutti e per ciascuno attraverso la promozione dei valori inscindibili e che si rafforzando vicendevolmente della pace, dello sviluppo e del pieno rispetto dei diritti umani fondamentali.

 
top