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Bishop Paul J. CORDES

Declaration at the closing session of the Third World Conference on Women, Nairobi*

July 26, 1985




The participation of the Holy See in this Conference is intended to express, both by word and action, the strong interest in and commitment to the main goal of the United Nations Decade for Women, which is to proclaim and foster the human dignity of women and their full participation in the life of society. Thus the Delegation of the Holy See participated in the consensus on the Forward Looking Strategies accepted by the Conference, taking into account in a special way the following:

1. Measures to overcome the discrimination against women still existing in law and politics and in society as a whole where women are marginalized simply because of their sex, which prevents an authentic equality for women and men from being attained;

2. Projects to promote women as agents and beneficiaries of the development of peoples and of the construction of peace, directed toward a better future and brighter destiny for all human beings;

3. Proposals to recognize the family as the fundamental natural cell of society, even though such an orientation will require strong, attentive support and commitment in the future. However, only if the family retains an important place in the reflections about women (as well as men) can we look toward the future of humanity with hope. Such reflections allow a positive future for humanity because, above all, a mutual commitment to parenthood and a loving relationship with her husband the father of their children, are the conditions for a stable family life and recognize one of the unique contributions that women make to society. While these goals should not be opposed to the presence of women in the different environments of public life nor to the contributions women make to society, a necessary and renewed sharing of commitments within the family and beyond it for both women and men brings satisfaction to both partners, to the family and to society.

4. Opposition to showing and using women as «sex objects», even if such opposition during the deliberations was not logically developed into a criticism of sexual permissiveness and irresponsibility.

5. Activities in behalf of some particular and difficult situations of women: the poorest women, rural women, indigenous women, migrant and refugee women, old women, handicapped women, women forced into prostitution and those under «apartheid». Special attention has been given here because a preferential option for the poor is a gospel imperative emphasized in the constant teaching of the Church.

At the same time, the Delegation of the Holy See considers itself obliged to express some serious concerns about some of the Strategies which have been adopted and which hinder or detract from the process of authentic human development:

1. Political change and socio-economic progress are not enough to ensure the advancement of women in equality development and peace. Such strategies do not adequately treat the basic anthropological and ethical questions which could provide us with a stable base and orientation. The Strategies fail to adequately reflect the fundamental conviction regarding the dignity of every human person which is at the base of our common humanity.

2. A participation of a larger number of women in social life of and by itself is not sufficient. Women are not simply «human resources» to be used. If the usual sexual stereotypes are not to be repeated because of their discriminatory character, the alternative cannot be a uniformity of human beings. This would be a sad impoverishment of humanity. Women's original contribution and particular qualities are not reflected enough in the Strategies so that the diversity and richness of humanity fails to appear.

3. The development of the human person involves many levels of reflection, and therefore, the only true human development is one which encompasses ethical, cultural and religious perspectives of the human person, and which maintains these perspectives as a priority and an orientation. The clear, convincing and consistent consciousness of this point is lacking even if occasional allusion to it may be found.

4. Certain practices of family planning, which presume an ideological base of sexual freedom as the final liberation of women are of great concern. Often promoted by rich and powerful institutions they threaten the unity and stability of marriage and the family and they menace the cultural values of Third World countries notably the healthy vitality and joy of living of their families.


*L'Osservatore Romano. Weekly Edition in English n°1, p.2, 12.

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DICHIARAZIONE DELLA SANTA SEDE NELLA SESSIONE DI CHIUSURA
DELLA III CONFERENZA MONDIALE SULLE DONNE

INTERVENTO DI S.E. PAUL J. CORDES***

Nairobi, 26 luglio 1985




La partecipazione della Santa Sede a questa Conferenza intende manifestare, con le parole e con l'azione, il vivo interesse ed impegno nei riguardi del principale obiettivo del Decennio delle Donne indetto dalle Nazioni Unite, che è quello di proclamare e promuovere la dignità umana delle donne e la loro piena partecipazione nella vita della società. Pertanto la delegazione della Santa Sede ha espresso il suo consenso alle Strategie Future approvate dalla Conferenza tenendo conto, in modo particolare, delle seguenti esigenze:

1. Adottare misure per superare le discriminazioni tuttora esistenti contro le donne nel diritto e nella politica e nel contesto sociale dove le donne sono emarginate semplicemente a causa del loro sesso, e questo ostacola il conseguimento dl una autentica parità tra uomini e donne.

2. Elaborare progetti per favorire le donne come operatrici e come beneficiarie dello sviluppo dei popoli e dell'instaurarsi della pace in direzione di un futuro migliore e di un più luminoso destino per tutti gli esseri umani.

3. Fornire proposte per riconoscere nella famiglia la fondamentale cellula naturale della società, anche se tale orientamento richiederà per il futuro un impegno ed un aiuto forte ed assiduo. Tuttavia solo se la famiglia conserverà un ruolo importante nelle riflessioni sulla donna (come sull'uomo) potremo guardare con speranza al futuro dell'umanità. Riconoscendo uno dei contributi unici che le donne possono dare alla società, tale riflessioni permettono di intravedere un futuro positivo per l'umanità in quanto l'impegno nei riguardi della maternità e nei rapporti amorevoli con il proprio consorte, il padre dei propri figli, sono le condizioni essenziali per una vita familiare stabile. Mentre questi obiettivi non dovrebbero opporsi alla presenza delle donne nei diversi settori della vita pubblica né al contributo che le donne danno alla società la necessaria e rinnovata divisione dei compiti in seno alla famiglia e al di fuori di essa, sia per l'uomo che per la donna, dà soddisfazione ad entrambi i coniugi, alla famiglia e alla società.

4. Opporsi all'utilizzazione dell'immagine della donna come oggetto di piacere o anche se tale opposizione, nel corso delle deliberazioni, non è stata adeguatamente sviluppata come critica del permissivismo e della irresponsabilità sessuale.

5. Promuovere attività a favore di situazioni difficili o particolari: donne povere, donne dei campi, indigene, migranti e rifugiate, anziane, handicappate, donne costrette alla prostituzione, donne vittime dell'«apartheid». Una speciale attenzione è stata data a questo problema poiché la opzione preferenziale per i poveri è un imperativo evangelico sottolineato costantemente dall'insegnamento della Chiesa.

Nello stesso tempo, la delegazione della Santa Sede si ritiene in dovere di esprimere alcune serie preoccupazioni riguardo ad alcune Strategie che sono state adottate e che ostacolano o diminuiscono il processo di autentico sviluppo umano:

1. I mutamenti politici ed il progresso socio-economico non sono sufficienti a garantire l'avanzamento delle donne sul piano dell'uguaglianza, dello sviluppo e della pace. Simili strategie non considerano adeguatamente le fondamentali questioni antropologiche ed etiche che potrebbero fornirci una base ed un orientamento stabile. Le Strategie non riescono a riflettere adeguatamente la convinzione fondamentale della dignità di ogni persona umana che è alla base della nostra comunità umana.

2. La partecipazione di un maggior numero di donne alla vita sociale di per sé non è sufficiente. Le donne non possono essere considerate semplici « risorse umane ». Se i consueti stereotipi sessuali non debbono essere mantenuti a causa del loro carattere discriminatorio, l'alternativa non può essere una uniformità degli esseri umani. Ciò significherebbe un triste impoverimento dell'umanità. L'originale contributo della donna e le sue particolari dualità non sono sufficientemente riflettuti nelle strategie così che la diversità e la ricchezza dell'umanità non riescono ad emergere.

3. Lo sviluppo della persona umana comporta molti livelli di riflessione e quindi l'unico vero sviluppo umano è quello che racchiude le prospettive etiche, culturali e religiose della persona umana e che mantiene queste prospettive come priorità ed orientamento. Manca la chiara, convincente e coerente consapevolezza di questo punto anche se qua e là si possono trovare allusioni ad essa.

4. Alcune pratiche di pianificazione familiare, che presuppongono una base ideologica di libertà sessuale come liberazione ultima della donna sono particolarmente preoccupanti. Spesso promosse da istituzioni ricche e potenti, esse minacciano l'unità e la stabilità del matrimonio e della famiglia nonché i valori culturali dei Paesi del Terzo Mondo, soprattutto la sana vitalità e la gioia di vivere delle loro famiglie.



**L'Osservatore Romano 2.8.1985, p.2.

 

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