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PRIMA SESSIONE DELLA SECONDA FASE DELLA CSCE
(SOTTO-COMMISSIONE H/7- ASPETTI ECONOMICI
E SOCIALI DELLA MANO D'OPERA EMIGRANTE

INTERVENTO DI MONS. FAUSTINO SAINZ MUÑOZ*

Martedì, 30 ottobre 1973

 



Nonostante tutte le difficoltà, reali ed obiettive che si prospettano, noi riteniamo che si debba guardare con disposizione favorevole e costruttiva a questi problemi della situazione della mano d’opera emigrante, per alcune considerazioni di fondo che qui vorremmo mettere in evidenza:

1) Se il lavoro è per l’uomo – e noi crediamo che, in una concezione dell’economia e della vita che voglia rispettare la dignità della persona umana, non possa essere altrimenti – le condizioni in cui l’uomo è chiamato a dare il contributo della sua intelligenza e delle sue energie al processo produttivo, sono un elemento di importanza preminente e fondamentale;

2) Il fatto che vi siano Paesi nei quali esiste abbondanza di domanda di energie lavorative, ed altri Paesi che sono in condizione di offrirne, rende il problema degli immigrati una componente importante dei rapporti tra questi Paesi, in quanto fa emergere l’esigenza che lo scambio si svolga in condizioni di equo e reciproco vantaggio ed anzitutto nel rispetto della condizione dell’uomo, che è al centro di tale scambio;

3) Per tali ragioni, se si vuole sviluppare una cooperazione economica che sia un reale fattore di progresso e di pace, occorre dare un costo adeguato agli aspetti sociali dell’emigrazione.

Qui si riproduce, sul piano economico, una stretta analogia con quanto accade nel campo della sicurezza politica. La sicurezza – come già la nostra delegazione ha avuto occasione di rilevare, non è, a nastro avviso, soltanto garanzia per gli Stati di non essere aggrediti o minacciati, è anche effetto di un rapporto di solidarietà e di amicizia che nasce nel sentimento dei popoli, e che si alimenta soprattutto con l’impegno comune di rispettare i diritti dell’uomo.

Analogamente, è ovvio e naturale che la cooperazione economica venga considerata anzitutto, nelle prospettive che facilitano le transazioni commerciali e gli scambi di servizi, come le misure relative all’apertura dei mercati, alle garanzie per gli investimenti e i pagamenti, alle agevolazioni legali, amministrative, fiscali, alle soluzioni di vertenze, ecc. Ma non è meno importante che, accanto a questi aspetti giuridico-economici degli scambi, si dia un posto adeguato anche all’esame del fattore umano dell’economia, rappresentato dagli spostamenti, su larga scala, delle energie di lavoro. I problemi del trattamento economico dei lavoratori, del raggruppamento familiare, dei servizi e delle assicurazioni sociali, delle abitazioni, della formazione professionale e culturale sono strettamente legati ad alcuni diritti umani fondamentali; e soltanto con la considerazione e con la promozione di questi diritti è possibile che la cooperazione divenga un fattore veramente importante e forse uno dei più decisivi, per la stabilità e la pace nei rapporti tra i popoli.


*La Civiltà Cattolica 1974, I, p.191-192.

 

 

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