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COMITATO  DI COORDINAZIONE (CSCE)

INTERVENTO DI MONS. ACHILLE SILVESTRINI*

Giovedì, 14 novembre 1974






Signor Presidente,

La Delegazione della Santa Sede vuole innanzitutto profittare di questa occasione per esprimere il proprio ringraziamento alle quattro Delegazioni (Austria, Finlandia, Svezia e Svizzera), che da un certo tempo si stanno sobbarcando al compito di preparare i programmi di lavoro, con una pazienza, diligenza ed equilibrio degni lode.

Avere di fronte l’ultimo programma completo di 4 settimane per il 1974 stimola ad un certo numero di considerazioni ed in particolare porta a dare uno sguardo d’insieme ai lavori della nostra Conferenza.

Fra alti e bassi, dovuti a volte a circostanze indipendenti dalla volontà dei partecipanti, altre volte a difficoltà intrinseche ai problemi stessi che si trattano, i lavori, pur con ritmo non sempre costante, sono comunque andati avanti.

Risultati notevoli se ne sono avuti, anche in questioni complesse e delicate con formulazioni appropriate e sufficientemente soddisfacenti per tutti. Ma vi sono ancora molti problemi, per i quali si ama sperare che si troveranno presto soluzioni ugualmente adeguate per tutti.

Il criterio del consenso rende più faticoso il cammino, ma ha il pregio di garantire ad ogni soluzione che si raggiunge un equo soddisfacimento delle esigenze di tutti.

Non possiamo nasconderci, d’altra parte, che, sebbene si siano registrati dei progressi, tuttavia essi appaiono inferiori a quelli che si poteva attendere, in questi mesi, grazie all’atmosfera e alle speranze con cui ci eravamo separati alla fine di luglio, immediatamente prima della interruzione estiva.

La Delegazione della Santa Sede è consapevole della volontà che anima i partecipanti di portare a conclusione felicemente i lavori. Forse è necessario, in questo momento, un particolare sforzo di immaginazione che guidi alla composizione delle ulteriori divergenze che ancora esistono – e non sono lievi! – e possa dare un nuovo slancio a questa Conferenza.

Pur riconoscendo la necessità, direi talora l’utilità, di lasciare maturare i problemi in modo conveniente, tuttavia un eccessivo temporeggiare non ci sembra che risulti a favore della causa che ci riunisce.

L’anno scorso, in questo periodo, una preoccupazione sovrastava la CSCE: quella di terminare il dibattito generale prima della interruzione natalizia. Vi si riuscì quasi completamente. L’appello del Comitato di Coordinamento non cadde nel vuoto e si fecero buoni progressi in un tempo relativamente breve.

Quest’anno la nostra preoccupazione dovrebbe essere di terminare la prima lettura nel 1974. Certo, si deve essere realisti, per cui è prevedibile che sia difficile riuscirvi del tutto, ma con la volontà decisa di ognuno dei partecipanti, si potrebbero fare grandi progressi nelle prossime quattro settimane. Le possibilità esistono.

Ciò permetterebbe di poter utilizzare l’interruzione di Natale, non soltanto per una opportuna e meritata distensione fisica e psicologica, ma anche per più proficue consultazioni conclusive con i responsabili dei propri governi.

Grazie, Signor Presidente

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