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SEMINARIO SULLA COOPERAZIONE ECONOMICA, SCIENTIFICA
E CULTURALE IN MEDITERRANEO

INTERVENTO DI MONS. BENIAMINO STELLA*

Venezia - Mercoledì 17 ottobre 1984

 

 

Signor Presidente,

Associandomi, prima di tutto, alle espressioni degli illustri rappresentanti che mi hanno preceduto, desidero esprimere la gratitudine della delegazione della Santa Sede al Governo italiano per la cortese ospitalità che offre alla celebrazione di questo seminario a Venezia, nell'Isola di San Giorgio. Venezia ha una storica vocazione mediterranea ed è particolarmente significativo che questa riunione si svolga qui, al centro di una tradizione così ricca e suggestiva di arte e di cultura.

Come è noto, la Santa Sede, dopo la firma dell'Atto Finale della CSCE, ha preso parte alle varie riunioni programmate nel quadro dei proseguimenti di detto Documento, sempre convinta dell'interesse che merita il processo multilaterale di cooperazione europea avviatosi a Helsinki il 1° agosto 1975. Naturalmente, l'attività delle delegazioni inviate alle varie riunioni non è stata sempre la stessa. La ragione del diverso atteggiamento va cercata nel carattere speciale della missione della Santa Sede, anziché in una valutazione della rilevanza che hanno per Essa gli argomenti oggetto di ciascuna riunione. Perciò, benché ovviamente interessata alla miglior riuscita di questo Seminario sulla cooperazione economica, scientifica e culturale nel Mediterraneo, la Delegazione della Santa Sede non prevede di poter dare un contributo specifico ai suoi lavori, miranti – si legge nel documento conclusivo della riunione di Madrid – a passare in rassegna le iniziative già intraprese o previste in tutti i settori indicati nel Rapporto della Riunione di esperti che su una tematica analoga, si ebbe a La Valletta nel 1979, ed anche a stimolare, ove necessario, sviluppi più ampi in tali settori.

Ciò nonostante, la Delegazione della Santa Sede si ripromette di seguire con attenzione e interesse i lavori di questo Seminario, nella consapevolezza del significato che esso ha in quanto dedica lo studio ad una regione – qual è il bacino del Mediterraneo ed i Paesi rivieraschi – che, per motivi storici e per circostanze del momento presente, ha connotazioni di particolare importanza anche nella prospettiva geografica o politica della CSCE. Attenzione e interesse che la Delegazione della Santa Sede aveva già fatto presente a Belgrado e a Madrid, quando – pur non entrando nel merito degli argomenti concreti che si sarebbero dovuti trattare aveva auspicato la formazione di un consenso che, rispettando il quadro e le regole previsti nell'Atto Finale di Helsinki, potesse portare avanti un lavoro di studio, di progetti e di realizzazioni aperto ai Paesi mediterranei non firmatari di detto Documento.

L'importanza del processo avviatosi con la CSCE e l'importanza delle questioni relative alla cooperazione economica, scientifica e culturale con particolare riferimento all'area geografica del Mediterraneo, hanno per la Santa Sede un punto di riferimento primario ed essenziale che è al centro della sua missione religiosa e morale, cioè l'essere umano, con le sue dimensioni personali, familiari e sociali.

Ciò atteso, la Delegazione della Santa Sede prenderà conoscenza con sincero interesse di quanto gli Stati partecipanti e i Paesi mediterranei non membri della CSCE, nonché le organizzazioni internazionali che hanno competenza negli argomenti oggetto di questo Seminario, avranno fatto o si propongono di fare per attuare le conclusioni e le raccomandazioni della Riunione di esperti di La Valletta, che sono state poi ribadite alla Riunione di Madrid. E ciò nella convinzione che l'adeguato sviluppo di dette conclusioni e raccomandazioni tornerà anche a giovamento di una più approfondita conoscenza e di una maggior intesa fra i popoli del vari Paesi presenti a questo Seminario.

Dicevo poc'anzi che la Delegazione della Santa Sede non suole entrare nel merito dei singoli argomenti a carattere economico, scientifico o culturale; tuttavia, c 'è un problema di indole economica che, per le sue particolari connotazioni umane, ha meritato sempre una speciale attenzione da parte della medesima Delegazione. Infatti, sin dai tempi delle Consultazioni preparatorie della CSCE, a Helsinki, essa ha ritenuto di dover dire in ogni occasione propizia una calda parola in favore di una positiva considerazione del problema del lavoro degli emigranti. Non sfugge alla mia Delegazione la complessa problematica che ad esso è connessa soprattutto nella critica congiuntura economica attuale; tuttavia, i problemi personali, familiari e sociali dei lavoratori – fra i quali quello della possibilità di avere una conveniente vita di famiglia e quello dell'educazione in tutti i settori, compresa la formazione religiosa – non dovrebbero essere indebitamente – e quasi «disumanamente» ‑ dimenticati in ossequio ad esigenze che ignorino la priorità del fattore umano in ogni processo anche economico.

In questo contesto, la mia Delegazione sarà ben lieta di poter conoscere e apprezzare gli sforzi compiuti per «migliorare la situazione dei lavoratori migranti, conformemente alle disposizioni dell'Atto Finale sul lavoro migrante, ivi compresa la soluzione dei problemi nei campi economici, sociali, umani ed altri».


 

 

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