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SETTIMANA EUROPEA DEL TURISMO

INTERVENTO DI MONS. PIERO MONNI*

Napoli, 10 maggio 1996






La Settimana Europea del Turismo, promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri d’Italia, Dipartimento del Turismo, conferma la volontà della Comunità Europea di promuovere un turismo sostenibile, al servizio della crescita delle economie, dello sviluppo dei popoli e dei cittadini e che sia, in pari tempo, rivolto a stabilire un clima di serenità e di pace, indispensabile allo sviluppo turistico.

In linea con questi intenti programmatici ci viene in mente un auspicio presente nel testo biblico: «L’amore e la verità si sono incontrate, la giustizia e la pace si sono abbracciate».

La Santa Sede riserva una particolare attenzione a tutti i valori che contribuiscono a rafforzare i legami fra i popoli, quali la mutua conoscenza, il dialogo, gli scambi culturali, il reciproco rispetto delle proprie tradizioni culturali e religiose; sono questi i valori che garantiscono le condizioni non solo per un turismo sostenibile, ma soprattutto diventano coefficienti di pace e di benessere. Il turismo, lo si è ripetuto in molteplici circostanze, è un fattore di pace.

Al di sopra degli interessi economici e commerciali, pur rilevanti, il continente europeo dovrebbe considerare di più nel turismo, gli elementi di aggregazione e di stabilità, di cui è naturale portatore.

Il percorso da Comunità Europea ad Unione Europea, e quindi la trasformazione da Mercato Comune a Mercato Unico, sta cancellando il presupposto della trans-nazionalità; ci troviamo sempre meno davanti alla pluralità degli ordinamenti (e quindi alla mera necessità di coordinamento di regole diverse) per approdare al sistema delle regole uniche. Se tutto questo, dal punto di vista strettamente economico, è più facilmente concepibile e realizzabile, non sarà inopportuno ricordare, anche in questa sede, che l’attuale aspirazione europea sottolinea una improrogabile esigenza: il rispetto dell’etica.

Anzitutto un richiamo all’etica nella commercializzazione e promozione: e sarebbe già questa una prima grande vittoria; ma si estende tale richiamo anche alle infrastrutture e agli impianti, come pure all’impiego delle risorse naturali e culturali. E’ un richiamo che sa di istintiva ricerca rivolta a salvaguardare i principi etici nel diffuso disorientamento psicologico.

La Santa Sede è sensibile all’attenzione che viene riservata a questo settore, rivolta non solo alla conservazione dell’ambiente naturale, ma anche al doveroso rispetto di quei sani valori che sono elemento portante nel consolidamento dello sviluppo umano e sociale.

Il Creatore ha concesso al continente europeo un insieme di bellezze naturali incomparabili, diverse per la varietà del clima e della conformazione geografica. Una ricchezza affidata alla sensibilità degli uomini e dei singoli governi. Il patrimonio da tutelare è inestimabile; porta l’impronta della mano sapiente di Dio e di quanti hanno tracciato un solco benefico nella storia dei popoli e delle civiltà.

La potenzialità turistica europea non teme il confronto con quella di altri Paesi. Sembrerebbe quindi giusto che i responsabili del turismo non trascurino di adottare adeguati provvedimenti per la tutela di questo patrimonio dell’umanità. Da varie fonti giunge l’invito all’Europa perché si nobiliti e crei una cultura del turismo; come pure per far comprendere a chi dispone del potere decisionale, che il turismo potrebbe risolvere o, quanto meno migliorare, tanti dei problemi che affliggono il nostro continente.

In vari incontri internazionali si è però consolidato l’impegno dell’Europa che intende puntare sul turismo valorizzando le possibilità offerte dal settore, con lo sguardo rivolto alle intese di Maastricht. Ed è proprio nella prevista revisione di questo Trattato che si intende affidare al turismo risorse e ruoli decisivi.

Nell’attuale momento di complessa aggregazione comunitaria si fa strada una forte tendenza ad industrializzare sempre più il turismo, ormai contrassegnato da pressanti interessi privatistici; ma al riguardo, non sono in pochi a preoccuparsi delle conseguenze sociali che potrà originare uno sviluppo turistico disancorato dai valori morali.

Assistiamo ad una crescente presa di coscienza tra gli uomini: quella di costituire una comunità unica, che le frontiere dei singoli Paesi non possono limitare. La stessa opinione pubblica internazionale sollecita delle prese di posizione, sia da parte dei singoli Governi che delle Organizzazioni Internazionali, sui problemi che ledono i diritti fondamentali dell’uomo.

Non rientra nella missione della Santa Sede offrire soluzioni specifiche e pratiche ai problemi degli uomini. Ma la Santa Sede continua ad esortare i Governi perché non abbiano timore di tener presente i valori etici nelle iniziative politiche ed economiche.

Per tali motivi la Chiesa non può tacere dinanzi allo sviluppo di un turismo che non rispetti i diritti dell’uomo e specialmente quelli dei bambini.

In merito non sarà inopportuno ricordare, anche in questa sede, che enti ed istituzioni vanno moltiplicando le iniziative perché si provveda a sanare in ambito turistico, la piaga della prostituzione infantile ormai presente anche in Europa e con chiari intenti commerciali.

Già in vari e qualificati incontri questo problema è stato sollevato dalla Santa Sede; al Cairo, nel corso dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale del Turismo e nel discorso rivolto nello scorso mese di gennaio dal Santo Padre al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede.

Su questo tema i Governi saranno invitati a pronunciarsi in occasione del Congresso Mondiale contro la citata prostituzione, che si terrà a Stoccolma alla fine del prossimo mese di agosto. Sarà questa un’ulteriore occasione per verificare fino a che punto i valori etici conservino una loro rilevanza in questo nostro vecchio continente.

Anche l’avvento non lontano del 2000 e del Giubileo che sembrano preludere ad un’Europa più unita, offrono motivo di riflessione etica alla luce del messaggio cristiano.

Resta perciò attuale la tematica affrontata in questa settimana europea del turismo, qui a Castel dell’Ovo, nella splendida cornice del golfo di Napoli. Si è riproposta l’occasione per prendere coscienza delle responsabilità umane, sociali, etiche che interessano il variegato mondo del turismo e gravitano sui governi e su quanti hanno a cuore le sorti dell’umanità.


*Document de la Mission Permanente du Saint-Siège auprès de l'Organisation Mondiale du Tourisme, Rome.

 

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