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ORDINAZIONE EPISCOPALE AL NUOVO VESCOVO DI SUSA, 
MONSIGNOR ALFONSO BADINI CONFALONIERI 

OMELIA DI S. EM. CARD. ANGELO SODANO

Mercoledì, 31 gennaio 2001 

 

Ogni Vescovo trova nella figura del Buon Pastore un modello a cui ispirarsi. La bella immagine tramandataci dal Vangelo di San Giovanni ha guidato dapprima l'opera degli Apostoli e poi quella dei loro Successori, nei venti secoli di storia della Chiesa.

All'esempio del Buon Pastore si richiamava l'Apostolo Pietro, quando da questa città di Roma scriveva ai responsabili delle comunità dell'Asia Minore:  "Pascete il gregge di Dio che vi è affidato, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri secondo Dio... facendovi modelli del gregge" (1 Pt 5, 1-4).

A quest'ideale si sono poi ispirati tanti Presuli, che nel corso dei secoli hanno guidato sulle vie del bene il popolo cristiano.

1. I Vescovi di Susa

Lo stesso nuovo Vescovo di Susa ha potuto vedere realizzata l'immagine del Buon Pastore in coloro che l'hanno preceduto sulla Cattedra di San Giusto, dal suo immediato Predecessore, il venerato Mons. Vittorio Bernardetto, al compianto Mons. Garneri. E come non ricordare le paterne figure di Mons. Ugliengo e di Mons. Umberto Rossi! Quest'ultimo insigne Pastore d'anime è anche a me particolarmente legato:  trasferito ad Asti nel 1932, fu infatti lui ad ordinarmi sacerdote, il 23 settembre 1950. Il nome di tutti questi venerati Pastori vive in benedizione in tutta la regione pedemontana.

2. Il Beato Rosaz

Fra tutti i Vescovi di Susa primeggia, poi, l'eroica personalità di Mons. Edoardo Giuseppe Rosaz, dichiarato Beato dal Papa Giovanni Paolo II durante la sua storica visita a Susa, il 14 luglio del 1991. Egli fu Vescovo della medesima diocesi per ben 25 anni, dal 1878 al 1903, durante l'intero Pontificato del Papa Leone XIII, in un momento difficile per la vita della Chiesa in Italia. La sua alta ispirazione evangelica gli permise però di superare le enormi difficoltà del momento ed essere un annunciatore mite e coraggioso del Regno di Dio.

Mons. Rosaz conosceva bene la sua gente, perché era sacerdote del clero di Susa, così come lo è ora il nostro caro Don Alfonso. Per questo, nella sua prima lettera pastorale alla diocesi, il Beato Rosaz scriveva:  "Nel nome del Signore vengo a voi... Abbraccio come Sposa la Chiesa segusina, che fin dagli anni della mia giovinezza ho seguito con venerazione ed amore. Sono qui in mezzo a voi:  ricevetemi - vi prego - con animo benevolo; farmi tutto a tutti, guadagnare tutti a Cristo, questo è il mio impegno, questo il mio desiderio".

Nell'omelia tenuta a Susa, per la beatificazione di quest'insigne Pastore, il Santo Padre Giovanni Paolo II poneva in particolare risalto la sua ansia apostolica, che lo portava a percorrere a piedi tutti i sentieri della diocesi, per annunziare ovunque il messaggio della speranza cristiana. Nella mia memoria è rimasta impressa l'immagine scelta per rappresentarlo nello stendardo che giganteggiava in Piazza Savoia, nel giorno della sua beatificazione:  un Vescovo che portava in mano quei sandali sdruciti, con cui aveva percorso le contrade della sua terra!

3. II consiglio di Don Bosco

Al nuovo Vescovo di Susa noi oggi auguriamo di continuare nel solco luminoso tracciato dal Beato Rosaz. Quando questi fu nominato Vescovo, Don Bosco, che gli era grande amico, gli scrisse una lettera di auguri e, fra i vari consigli che gli dava, gli confidava pure:  "Io non pretendo di farLe da maestro, ma credo che Ella avrà presto nelle mani il cuore di tutti... se prenderà  cura  speciale  degli  ammalati, dei vecchi, dei poveri fanciulli..." (cfr V.  Morero,  Rosaz,  il  vescovo  dei poveri, Editrice Espenense, Fossano 1991, pag. 151).

Questa missione paterna del Vescovo è sempre attuale anche oggi. Attraverso la carità, ogni Pastore può giungere al cuore degli uomini. Essa è una chiave che apre molti cuori.

4. Il metodo evangelico

I tempi cambiano, i metodi si rinnovano, ma l'esperienza ci dice che anche l'uomo di oggi ha sete di verità ed è in cerca di Dio.

Oggi Susa è diventata una città più viva ed operosa. Il volto rurale delle valli è cambiato e sono persino nate stazioni sciistiche di fama internazionale, come Sestrières, Ulzio, Bardonecchia, Clavières, San Sicario. Il serpente gigantesco dell'Autostrada che va verso Modane facilita i contatti e porta un innegabile progresso materiale. Ma ogni ministro di Cristo dovrà sempre ripetere anche alle nuove generazioni il monito del Vangelo:  "A che cosa serve all'uomo guadagnare anche il mondo intero, se poi perde la propria anima?" (Mt 16, 26).

Questa è la missione pastorale che attende il nuovo Vescovo, nel solco di una tradizione gloriosa e con un atteggiamento di sana modernità. Del resto, questo era il monito che già il Maestro rivolgeva ai suoi discepoli, quando li invitava ad imitare il padrone di casa che sa estrarre dal suo tesoro cose nuove e cose vecchie "nova et vetera" (Mt 13, 52).

5. La benedizione del Papa

Ben volentieri, insieme ai Vescovi consacranti ed agli altri Presuli qui presenti, fra poco imporrò le mani sul capo di Don Alfonso, invocando su di lui i doni dello Spirito Santo. All'inizio dell'800, già vi fu un altro Segretario di Stato a consacrare il Vescovo di Susa. Com'è noto, fu il Card. Bartolomeo Pacca, Segretario di Stato di Pio VII, ad ordinare Vescovo di quella diocesi Mons. Giuseppe Prin, all'epoca Parroco di Fenestrelle. Il Card. Pacca volle essere lui ad imporre le mani all'eletto, in segno di gratitudine per l'assistenza che quell'umile Parroco gli aveva prestato, quando egli fu imprigionato per ben tre anni nel forte di Fenestrelle, a causa della sua fedeltà al Papa Pio VII, nei momenti della grave tensione che si era venuta a creare con Napoleone.

Anch'io, riconoscente per il generoso servizio che Mons. Badini Confalonieri ha reso al Papa nel corso di tutti questi anni, ho voluto oggi imporgli le mani. Per mezzo mio, il Santo Padre lo ringrazia per il suo servizio e lo benedice di cuore.

6. Con la protezione di Maria

Caro Don Alfonso, dall'alto della vetta di Rocciamelone la statua gigantesca di Maria Santissima ricorda alla valle di Susa ed all'Italia intera la sua materna presenza nella vita della nostra gente.

Ai piedi di quell'immagine maestosa mi recai anch'io varie volte negli anni giovanili. Oggi vi ritorno con un pensiero affettuoso, per deporre nelle mani della Regina delle Alpi la mia umile preghiera, affinché essa benedica l'Italia ed i suoi abitanti. A Maria affido, in modo particolare, il tuo ministero episcopale nella cara diocesi di Susa, sicuro che essa sarà la stella luminosa del tuo episcopato.

           

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