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DISCORSO DEL CARDINALE ANGELO SODANO
AI PARTECIPANTI ALLA RIUNIONE INTERDICASTERIALE
CON I CARDINALI DEGLI STATI UNITI D'AMERICA
 

Sala Bologna del Palazzo Apostolico Vaticano
Martedì, 23 aprile 2002

 

Eminenze,
Cari Fratelli nell'Episcopato,

Desidero iniziare questo incontro con le parole del Salmo 133, che spesso cantiamo: "Ecce quam bonum et quam iucundum habitare fratres in unum", "Ecco quanto è buono e quanto è soave che i fratelli vivano insieme" (v. 1).

Questo è un momento doloroso per la Chiesa e per tutti noi. Tuttavia, la gioia pasquale deve essere la disposizione del nostro cuore e la fonte della nostra fiducia nell'affrontare le difficoltà attuali.
È vero che il motivo diretto di questo incontro fraterno dei Pastori di diverse Chiese particolari degli Stati Uniti con il Santo Padre e alcuni suoi collaboratori è la nostra comune preoccupazione per quanto è emerso con tanta forza negli ultimi tre mesi. È un segno di carità rallegrarsi "con quelli che sono nella gioia" e piangere "con quelli che sono nel pianto", "gaudere cum gaudentibus et flere cum flentibus", come San Paolo scrisse ai Romani (Rm 12, 15).

Nel dare inizio a questo incontro, il Santo Padre mi ha chiesto di trasmettere i suoi saluti a voi, Cardinali e Vescovi degli Stati Uniti. Mi ha esortato ad assicurarvi dell'importanza che egli attribuisce a questo incontro, durante il quale esamineremo le varie questioni implicate e condivideremo la nostra esperienza pastorale.

Come ben sapete, questo incontro è nato con due obiettivi. Da un lato, alcuni Vescovi americani hanno espresso il desiderio di informare la Santa Sede circa le difficoltà in cui si sono venuti a trovare negli ultimi mesi. Dall'altro, anche i diversi Dicasteri romani desiderano sentire direttamente dai Cardinali americani e dai principali responsabili della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti una valutazione generale della situazione.

Ci siamo riuniti oggi, consapevoli della grande responsabilità che Cristo ci ha affidato per il bene del Popolo di Dio. Non lasciamoci scoraggiare dalle difficoltà; cerchiamo un modo per procedere in fedeltà alla grande tradizione della Chiesa, Madre e Maestra, strumento di giustizia, misericordia e redenzione.

Il nostro compito è quello di riflettere sui problemi attuali con grande apertura di spirito, sapendo che la Chiesa deve essere trasparente. La Chiesa ama la verità e deve sempre metterla in pratica nella carità, seguendo ciò che San Paolo ha insegnato quasi duemila anni fa: "veritatem facientes in caritate" (Ef 4, 15).

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