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 DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,
S.E. ANTONIO SEGNI,
A SUA SANTIT
À PAOLO VI*

Sabato, 11 gennaio 1964

 

Beatissimo Padre,

Il fatto che, a così breve distanza dal devoto pellegrinaggio ai Luoghi che furono santificati dalla vita, dalle sofferenze, dall'amore del nostro Redentore, Vostra Santità abbia manifestata l'intenzione di venire a visitare il Capo dello Stato Italiano riveste un significato ed un'importanza altissimi, di cui tutta la Nazione è pienamente compresa.

È come se, con tale gesto generoso, Vostra Santità avesse inteso renderla partecipe della ricchezza spirituale, della grazia celeste, delle emozioni indimenticabili che hanno accompagnato Vostra Santità nel Suo pellegrinaggio in Terra Santa e che hanno attirato su di esso l'attenzione ammirata di tutto il mondo.

Per questo motivo, nell'esprimere con animo commosso a Vostra Santità la gioia per l'eccezionale avvenimento, tengo particolarmente a sottolineare la gratitudine di tutto il popolo italiano e mia per tale gesto.

Un 'altro aspetto dell'odierno avvenimento che va sottolineato è la sua importanza storica, in quanto esso conferma e suggella gli eccellenti rapporti esistenti tra la Santa Sede e l'Italia e, ancor più, la paterna benevolenza del Vicario di Cristo per il popolo italiano.

Il sentimento cristiano profondamente radicato nell'animo degli italiani riposa su basi fermissime. Esso ha vibrato con particolare slancio nei giorni scorsi: Vostra Santità ha sentito al Suo ritorno a Roma quanto spontanea, devota e calorosa sia stata l'accoglienza tributataLe dal popolo romano, fedele riflesso dei sentimenti di tutta la Nazione.

Questa segue con devozione e fiducia l'opera che la Santa Sede svolge perché vi sia maggiore comprensione reciproca tra i popoli, fra le classi sociali, fra gli individui, perché la pace sia preservata e perché l'umanità possa — superando in un generoso slancio di amore e di fraternità ogni divisione di razza, di religione e di ideologie politiche — rinnovarsi nella giustizia e nella libertà.

Mi è gradito, in questo quadro, ricordare il Concilio Ecumenico, mirabile espressione della vitalità spirituale della Chiesa ed al quale, sulla traccia del Suo Augusto Predecessore, Vostra Santità ha dato così fervido impulso.

L'Italia si sente, così incoraggiata a continuare e ad intensificare ulteriormente il suo già deciso ed attivo contributo al consolidamento della pace ed allo sviluppo della collaborazione fra tutti gli Stati, diretta a migliorare le condizioni di vita dei popoli ed a promuovere la loro elevazione sociale e spirituale.

Mi è particolarmente gradito ricordare, con vivo conforto, che questa visita di Vostra Santità prosegue su una strada già tracciata dalle visite che i Suoi Augusti Predecessori, i Pontefici Pio XII e Giovanni XXIII, fecero a questa sede del Capo dello Stato Italiano, sempre portatori di un messaggio d'affetto alla Nazione, sempre spinti dalla santa ansia di riaffermare l'ideale della pace cristiana.

Beatissimo Padre,

Artefice per lunghi anni delle benemerite attività della Santa Sede, Pastore di una delle più grandi Diocesi d'Italia, assurto poi alla Cattedra di Pietro, Vostra Santità ha sempre costituito un grande esempio di virtù cristiane, di operosità illuminata e incessante, di sapiente ammaestramento.

Mi sia consentito dire quanto l'Italia sia di ciò fiera ed esprimere a suo nome a Vostra Santità i voti più fervidi di un lungo, glorioso regno, per il bene della Chiesa, della nostra Patria, dell'umanità intera.


*Insegnamenti di Paolo VI, vol. II, p.70-71.

L’Osservatore Romano, 12.1.1964.

 

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