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DISCORSO DEL PRESIDENTE DELL'EGITTO
A SUA SANTITÀ PAOLO VI*

Lunedì, 13 febbraio 1978

 

In nome di Dio. È veramente una grazia del Dio Onnipotente e Altissimo che ci si possa incontrare per consultarci reciprocamente al servizio del bene e della pace. Poiché sono questi i fini più nobili che l’uomo possa desiderare, « noi non possiamo che appoggiarci su Dio che ci indica il nostro cammino ». La missione celeste alla quale noi crediamo nelle diverse tappe del cammino dell’umanità è essenzialmente un appello al perdono, all’amore e alla fraternità. In effetti il Dio Altissimo dice nel Suo venerato Libro : « Tutto ciò che è stato raccomandato a Noè, ciò che Noi ti abbiamo rivelato e che Noi abbiamo raccomandato ad Abramo, a Mosè e a Gesù, sia per voi una legge religiosa, cioè quella di stabilire la religione e di non fare di essa un motivo di divisione »; e l’Altissimo dice ancora: « La vostra nazione è una sola nazione e io sono il vostro Dio, che voi dovete adorare ».

Noi troviamo nella condotta dei profeti il più grande esempio da seguire. Essi si sono consacrati, essi hanno votato la loro vita per invitare al bene e all’amore tra tutti gli uomini; essi hanno lottato per strappare dai cuori le radici dell’inimicizia, dell’odio e dell’avversione, affinché l’uomo viva nella pace e nella sicurezza con l’uomo suo fratello : « E Noi abbiamo parlato a Gesù, figlio di Maria, e Noi gli abbiamo dato l’Evangelo e Noi abbiamo stabilito nel cuore di quanti l’hanno seguito, pietà e misericordia ».

Il Dio onnipotente e glorioso ha esaltato la pace facendone la più nobile aspirazione dell’umanità e dicendo di essa: « Essi hanno una dimora di pace presso il loro Dio che si rende garante di ciò che essi fanno ». Quanto abbiamo bisogno oggi di attaccarci a questi alti valori, a questi nobili fini, in un mondo carico di tensioni, di violenza, e di avversione! Queste sono cose che compromettono l’essenza della verità umana e minacciano di sterminare ciò che la vita ha di più bello.

Due anni fa noi ci siamo incontrati in questa dimora ed oggi qui ci ritroviamo d’accordo su una parola, quella della verità e della giustizia, questa parola senza la quale le relazioni umane e internazionali non saprebbero essere giuste e senza la quale non ci può essere legittimità.

Dio ci esorta ad attaccarci al Suo diritto e a non lederlo minimamente, perché l’appello alla pace non potrebbe essere sincero se non è basato sulla distinzione netta tra il vero e il falso, tra il lecito e l’illecito.

Ma sulla terra della pace e nella città della pace noi abbiamo dei fratelli e dei figli che attendono il giorno nel quale potranno godere del loro diritto alla vita libera e degna e nel quale potranno adorare Dio, con sincerità nella loro religione e liberi dalla paura e dalla tensione.

Tutto questo non potrà realizzarsi che attraverso la liberazione di questa buona terra che ha assistito allo svolgersi dei più grandi capitoli della storia dell’umanità e attraverso la cessazione dell’occupazione con tutto ciò che essa suppone di mali e di dolori e mediante la rinuncia a tutti gli atti che potrebbero seminare l’odio nelle anime e acutizzare il conflitto e i dissensi, per orientarsi, in senso contrario, verso una condotta che possa sfociare in una vera coesistenza tra l’uomo e il suo fratello nella dignità e cordialità reciproche.

Noi tutti, che consideriamo Gerusalemme la « Santa Dimora », abbiamo una grande missione e un nobile fine! Noi non possiamo che lavorare insieme, la mano nella mano, affinché essa ritorni ad essere un faro di pace e una lampada di coesistenza tra i credenti in Dio e nei Suoi profeti. « Il messaggero ha creduto in ciò che il suo Dio gli ha rivelato e i fedeli hanno creduto in Dio, nei Suoi angeli, nei Suoi libri, nei Suoi inviati; noi non dobbiamo fare distinzioni tra i Suoi inviati ».

Nei nostri sforzi sulla via della pace noi cerchiamo la volontà di Dio e il Suo soccorso. Noi non rinunciamo affatto ai nostri diritti, come non intendiamo ledere quelli degli altri. È per questo che noi possiamo contare sul Vostro appoggio continuo e indefettibile al servizio del diritto e della giustizia, perché noi tutti camminiamo verso lo stesso obiettivo e lo stesso fine. Le Vostre nobili prese di posizione, più volte reiterate, in favore del Popolo Palestinese nella sua nobile lotta, hanno suscitato una grande eco nelle anime e nei cuori. In effetti, costituiscono una testimonianza autentica dell’unità della condotta umana sul cammino della verità e della fede. Possa Dio aiutarci, proteggerci e indicarci il buon cammino.


*L’Osservatore Romano 15.2.1978.

Insegnamenti di Paolo VI, vol. XVI, p.137-138.

 

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