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DISCORSO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
DEI MINISTRI ITALIANO, L' ON. BETTINO CRAXI,
AL CARDINALE AGOSTINO CASAROLI, SEGRETARIO DI STATO,
IN OCCASIONE DELLA FIRMA DELL'ACCORDO
DI REVISIONE DEL CONCORDATO*

Sabato, 18 febbraio 1984

 


È giunta oggi a conclusione, in spirito di amichevole collaborazione, una vicenda che richiama alla memoria tutta la nostra storia, tutte le nostre tradizioni, i valori di fondo della collettività italiana.

La vita dello Stato unitario è stata profondamente segnata dal rapporto, dal conflitto, dalla conciliazione, dal confronto tra società civile e società religiosa.

La Costituzione della Repubblica, forte di una più matura concezione dei valori di laicità e libertà di coscienza, ha potuto garantire alla vita religiosa, in tutte le sue espressioni, una tutela più sicura ed una presenza più ampia.

Con l'Accordo sottoscritto tutte le potenzialità della Costituzione repubblicana rispetto alla libertà di religione e di coscienza sono realizzate nelle forme giuridiche che la stessa Costituzione ha stabilito.

Questo importante risultato è frutto degli sviluppi promossi nella Chiesa dal Concilio Vaticano II, con le dichiarazioni sulla libertà religiosa ed sui nuovi rapporti tra Chiesa e comunità politica, e, per parte nostra, dalla maturazione della società civile, dalle trasformazioni dello Stato e dall’evoluzione della legislazione italiana.

Il Governo della Repubblica ha raggiunto questo risultato grazie alla consapevolezza politica di molti Governi precedenti che meritano il ringraziamento di tutti. Questo Accordo verrà sottoposto al Parlamento della Repubblica per l'autorizzazione alla ratifica contestualmente ai risultati cui perverrà la Commissione paritetica oggi nominata.

Nel patrimonio storico dell'Italia il cattolicesimo ha avuto ed ha profonde radici. Esso arricchisce il pluralismo culturale e quello sociale nel quale trovano alimento i valori e le profonde aspirazioni del popolo italiano.

Chiudiamo dunque, felicemente, un lungo e talvolta difficile capitolo tra lo Stato e la Chiesa. Chiudiamo anche le ferite ancora aperte in non poche coscienze esaltando la pluralità delle idee e delle concezioni della vita, fondamenti essenziali di una società democratica. Si potranno così consolidare i rapporti tra lo Stato e la Chiesa in un moderno sistema che non ha bisogno di arcaiche barriere ma solo di uno Stato libero nel quale la Chiesa sia libera e attiva nella società nazionale.

L'antico principio risorgimentale si amplia e si rinnova in uno Stato laico nel quale i cittadini possono compiere scelte religiose consapevoli in piena e consolidata libertà.


*L’Attività della Santa Sede 1984, p.132-133.


 

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