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DISCORSO DEL PRESIDENTE MIKHAIL GORBATCHEV,
 A SUA SANTITÀ GIOVANNI PAOLO II*

Venerdì, 1° dicembre 1989

 

Santità, Signori,

La ringrazio per la cortese attenzione e per l'interesse che Ella ha mostrato nei confronti del mio Paese, della nostra politica e dei nostri punti di vista riguardo al mondo.

Un avvenimento veramente straordinario ha avuto luogo. È stato reso possibile dai profondi cambiamenti che si stanno verificando in molti Paesi e nazioni. E possiamo aspettarci che esso contribuisca a garantire un loro positivo proseguimento.

Abbiamo parlato di molte cose. Sento che i miei pensieri e le mie preoccupazioni sono stati debitamente apprezzati, come pure la mia esposizione dei problemi che attualmente esistono nel nostro Paese, compresi i problemi fra lo Stato e le varie Chiese, alle quali ci stiamo rivolgendo in uno spirito di democrazia e umanesimo e nell'ambito della perestroika.

L'Unione Sovietica e la Santa Sede partecipano al processo di Helsinki. Conformemente alle loro possibilità e con la dovuta attenzione per i loro ruoli particolari, entrambe lo aiutano a progredire con il ritmo normale, a promuovere soluzioni ai problemi comuni dell'Europa e a creare un ambiente esterno favorevole che permetta alle nazioni di operare le proprie scelte indipendenti.

Il rispetto dell'identità nazionale, statale, spirituale e culturale è una condizione indispensabile per uno stabile scenario internazionale, di cui adesso l'Europa e il mondo hanno bisogno per attraversare lo spartiacque storico e giungere ad un nuovo periodo di pace.

Siamo partiti da queste posizioni per iniziare il nostro dialogo con la Santa Sede — dialogo che adesso è stato consacrato da questo incontro al vertice —. Sono felice di notare l'alto livello di comprensione reciproca e la disponibilità di dare a questo dialogo seguiti concreti.

Abbiamo raggiunto in linea di principio un accordo per conferire un carattere ufficiale alle nostre relazioni interstatali. Per quanto riguarda le modalità, queste verranno definite dalle nostre diplomazie.

In Unione Sovietica vivono popoli di diverse confessioni, tra cui cristiani, musulmani, ebrei, buddisti ed altri. Tutti questi hanno il diritto di soddisfare le proprie esigenze spirituali. Fra breve verrà approvata nel nostro Paese la Legge sulla Libertà di Coscienza. Nell'ambito del movimento della perestroika stiamo imparando la difficile ma indispensabile arte della cooperazione globale e del consolidamento della società sulla base del rinnovamento.

Vi saluto e mi unisco agli auguri che abbiamo appena ascoltato da Sua Santità.

Voglio annunciare che nel corso del nostro colloquio abbiamo parlato anche di una visita del Papa di Roma all'Unione Sovietica nel futuro. Per concludere, vorrei ringraziare per questa possibilità di scambio sui grandi problemi della vita dei popoli del mondo, in una atmosfera di benevolenza, aperta e piena di contenuti. Vi ringrazio per l'attenzione.


*Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XII, 2 p.1413-1414.

L’Attività della Santa Sede 1989, p.942-943.

 

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