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DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA,
CARLO AZEGLIO CIAMPI,
A SUA SANTIT
À BENEDETTO XVI*

Venerdì, 24 giugno 2005

 


Santità,

Nell'accoglierLa con gioia nel Palazzo del Quirinale, Le porgo un commosso benvenuto, certo di interpretare un sentimento profondo del popolo italiano, confermato dalla presenza in questa sala dei Presidenti Emeriti e dei rappresentanti delle massime istituzioni della Repubblica.

Il Quirinale evoca momenti importanti della vita della Chiesa Cattolica e dell'Italia; le testimonianze della sua origine e della sua storia vi sono custodite gelosamente.

Mi rallegro di poter riprendere con Lei il colloquio, intenso e schietto, avviato lo scorso 3 maggio in Vaticano, a pochi giorni dalla sua assunzione al Soglio Pontificio.

L'Italia vive con sentita partecipazione la presenza a Roma della Santa Sede e del Sommo Pontefice.

Il popolo italiano, che ha vissuto con commossa intensità la scomparsa di Giovanni Paolo II, alla cui memoria va il nostro affettuoso pensiero, ha accolto festosamente la Sua elezione al Pontificato.

Ella è di casa nel nostro Paese: condivide da più di venti anni la vita di Roma e dell'Italia. Nei Suoi primi incontri con i miei connazionali, a Roma e a Bari, ha già toccato con mano l'affetto del popolo italiano nei Suoi confronti.

Il legame fra la Santa Sede e l'Italia è un modello esemplare di armoniosa convivenza e di collaborazione.

Io stesso sono solito mostrare ai miei ospiti stranieri di qualunque religione, dal Torrino del Quirinale, belvedere al centro di Roma, il panorama della città, sul quale svetta la cupola michelangiolesca di San Pietro.

Sono orgoglioso di poter dire loro: là vi è un altro Stato, lo Stato della Città del Vaticano; ecco un esempio tangibile di come si possono comporre, in spirito di pace, le controversie fra gli Stati.

Con lo stesso orgoglio affermo, come Presidente della Repubblica e cittadino, la laicità della Repubblica Italiana.

La Costituzione Italiana, all'articolo 7, recita: «Lo Stato e la Chiesa Cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi».

Il rinnovato Concordato del 1984 ha chiarito e rafforzato ulteriormente le nostre relazioni, basate sul pieno rispetto di questi principi.

La necessaria distinzione fra il credo religioso di ciascuno, e la vita della comunità civile regolata dalle leggi della Repubblica, ha consolidato, nei decenni, una profonda concordia fra Chiesa e Stato.

La delimitazione dei rispettivi ambiti rafforza la capacità delle autorità della Repubblica e delle autorità religiose di svolgere appieno le rispettive missioni e di collaborare per il bene dei cittadini.

Condividiamo valori fondamentali: il rispetto della dignità e dei diritti di ogni essere umano, la famiglia, la solidarietà, la pace. Costato di persona, nelle mie visite alle province d'Italia, che questa collaborazione è radicata, e opera con successo, nella multiforme realtà del nostro Paese.

Ha a cuore, in particolare, la formazione dei giovani, l'assistenza ai bisognosi.

I Vescovi, il clero, sono profondamente inseriti nella vita della società italiana. Il volontariato, la solidarietà, sono patrimonio comune di laici e di cattolici.

Santità,

L'Italia sa di avere profonde radici cristiane, intrecciate con quelle umanistiche. Basta visitare le sue città, i suoi borghi antichi, ammirare le sue Cattedrali, la sua arte: da Giotto a Dante Alighieri.

I grandi ordini monastici, evocati anche dal nome di Benedetto, hanno irradiato ricchezza spirituale dalla penisola fino al Nord dell'Europa.

Il patrimonio cristiano e umanistico della civiltà italiana è un elemento unificante della identità europea.

L'Italia è uno dei Paesi fondatori dell'Unione Europea; il futuro della nazione italiana è ad essa strettamente legato.

Questo storico progetto unitario, che ha dato oltre mezzo secolo di pace ai popoli dell'Unione, è oggi sottoposto ad una prova impegnativa.

Il popolo italiano l'affronta con fiducia, con la piena consapevolezza che l'unità dell'Europa non è un'utopia, non è un accidente della storia.

Il legame fra l'Italia e la Santa Sede alimenta una crescente collaborazione anche di fronte ai problemi del mondo.

L'indifferenza per le ingiustizie e per le disuguaglianze ha contribuito e contribuisce a scatenare lutti e tragedie.

Quegli sconvolgimenti, così come le speranze che si dischiudono all'inizio del XXI secolo, sono un costante ammonimento: i popoli non sono estranei l'uno all'altro; la ricchezza per pochi alimenta l'estremismo; non può esservi un autentico progresso senza rispetto dei principi morali e dei diritti di tutti.

Vi sono valori ed obiettivi condivisi da tutte le genti: la giustizia; la pace; l'istruzione; la dignità della donna; la protezione dell'infanzia; il progresso civile ed economico.

L'impegno per il consolidamento di un ordine internazionale, ancorato al rispetto della persona umana e al primato del diritto, richiede un dialogo intenso e costruttivo fra le culture e le religioni, ai fini del superamento delle disuguaglianze e dei conflitti.

Abbiamo più che mai bisogno delle Nazioni Unite. La verifica, nel settembre prossimo a New York, dell'attuazione della Dichiarazione del Millennio, è una occasione solenne per riaffermare la convivenza fra tutte le Nazioni.

La comunità internazionale è chiamata a dare sostanza ad una nuova cooperazione fra Paesi ricchi e Paesi poveri, contro la povertà, contro la fame e le epidemie.

Santa Sede e Italia possono contribuire, ognuna per la propria parte, ad ampliare lo spazio della ragione e del dialogo fra i popoli.

Condividiamo in particolar modo l'ambizione di contribuire a risolvere equamente il conflitto israelo-palestinese di restituire il Mediterraneo alla sua naturale vocazione di luogo d'incontro, di dialogo, di conciliazione tra culture e fedi diverse.

Santità,

Sorretto da un radicato sentimento etico e religioso, convinto custode della Costituzione della Repubblica Italiana e dei principi che la animano, Le rivolgo, a conferma del significato profondo che avverto in questa Sua gradita visita, il fervido e affettuoso auspicio che la luce della Sua mente e il calore del Suo cuore l'accompagnino nel felice svolgimento del Suo apostolato di giustizia e di pace fra tutti i popoli, di concordia fra tutte le civiltà.


*L'Osservatore Romano 25.06.2005 p.1, 5.

Insegnamenti di Benedetto XVI vol. I p.272-274.

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DISCOURS AU SAINT-PÈRE
DE M. CARLO AZEGLIO CIAMPI, PRESIDÉNT
DE LA
RÉPUBLIQUE ITALIENNE
**

24 juin 2005


Votre Sainteté,

En vous accueillant avec joie au Palais du Quirinal, je vous souhaite la bienvenue avec émotion, assuré d'interpréter ainsi un sentiment profond du peuple italien, confirmé par la présence dans cette salle des Présidents émérites et des représentants des plus hautes institutions de la République.

Le Palais du Quirinal évoque des moments importants de la vie de l'Eglise catholique et de l'Italie, les témoignages de son origine et de son histoire y sont jalousement conservés.

Je me réjouis de pouvoir reprendre avec vous l'entretien, intense et franc, commencé le 3 mai dernier au Vatican, quelques jours après votre accession au Siège Pontifical.

L’Italie vit avec une sincère participation la présence à Rome du Saint-Siège et du Souverain Pontife.

Le Peuple italien, qui a vécu avec intensité et émotion la disparition de Jean-Paul II, à la mémoire duquel va notre pensée affectueuse, a accueilli avec joie votre élection au Pontificat. Vous êtes comme chez vous dans notre pays, vous partagez depuis plus de vingt ans la vie de Rome et de l'Italie. Lors de vos premières rencontres avec mes compatriotes, à Rome et à Bari, vous avez déjà ressenti l'attention du peuple italien à votre égard.

Le lien, entre le Saint-Siège et l'Italie est un modèle exemplaire de coexistence harmonieuse et de collaboration.

J'ai moi-même l'habitude de montrer à mes hôtes étrangers de quelque religion qu'ils soient, depuis la Tour du Palais du Quirinal, un belvédère au cœur de Rome, le panorama sur la ville, au-dessus de laquelle se détache la coupole de Saint-Pierre, œuvre de Michel-Ange.

Je suis fier de pouvoir leur dire: il y a là un autre Etat, l'Etat de la Cité du Vatican, voilà un exemple tangible de la manière dont peuvent s'aplanir, dans un esprit de paix, les controverses entre les Etats.

C'est avec la même fierté que j'attire, en tant que Président de la République et en tant que citoyen, la laïcité de la République italienne.

La Constitution italienne, dans son l'article 7, énonce: «L'Etat et l'Eglise catholique sont, chacun selon leur domaine de compétence, indépendants et souverains. Leurs relations sont régies par les Accords du Latran».

Le Concordat renouvelé de 1984 a éclairci et renforcé encore davantage nos relations, bondées sur le plein respect de ces principes.

La nécessaire distinction entre le credo religieux de chacun, et la vie de la communauté civile réglée par les lois de la République, a consolidé, au cours des décennies, une profonde concorde entre l'Eglise et l'Etat.

La délimitation de leurs domaines respectifs renforce la capacité des Autorités de la République et des Autorités religieuses d'accomplir pleinement leurs missions respectives et de collaborer pour le bien des citoyens.

Nous partageons des valeurs fondamentales le respect de la dignité et des droits de chaque être humain, la tamil- le, la solidarité, la paix. Je constate en personne, lors de mes visites dans les provinces d'Italie, que cette collaboration est enracinée, et s'opéra avec succès, dans la réalité pluriforme de notre pays. J'ai à cœur, en particulier, la formation des jeunes, l'assistance aux personnes démunies.

Les Evêques, le clergé, sont profondément insérés dans la vie de la société italienne. Le bénévolat, la solidarité, sont le patrimoine commun des laïcs et des catholiques.

Votre Sainteté,

L'Italie sait qu'elle a de profondes racines chrétiennes, mêlées aux racines humanistes. Il suffit de visiter ses villes, ses vieux villages, d'admirer ses Cathédrales, son art: de Giotto à Dante Alighieri.

Les grands ordres monastiques, qu'évoque également le nom de Benoît, ont rayonné de leur richesse spirituelle depuis la péninsule jusqu'au nord de l'Europe.

Le patrimoine chrétien et humaniste de la civilisation italienne est un élément unifiant de l'identité européenne. L'Italie est l'un des pays fondateurs de l'Union européenne: l'avenir de la nation italienne est étroitement lié à celle-ci.

Ce projet unitaire historique, qui a offert plus d'un demi siècle de paix aux peuples de l'Union, subit aujourd'hui une épreuve difficile.

Le peuple italien l'affronte avec confiance, avec la pleine conscience que l'unité de l'Europe n'est pas une utopie, n'est pas un accident de l'histoire.

Le lien entre l'Italie et le Saint-Siège alimente une collaboration croissante également face aux problèmes du monde.

L'indifférence à l'égard des injustices et des inégalités a contribué et continue de contribuer à provoquer des deuils et des tragédies.

Ces bouleversements, ainsi que les espérances qui se font jour au début du XXI siècle, sont un avertissement constant: les peuples ne sont pas étrangers les uns aux autres; la richesse réservée à un petit nombre alimente l'extrémisme; il ne peut pas y avoir de progrès authentique sans respect des principes moraux et des droits de tous.

Il existe des valeurs et des objectifs partagés par tous: la justice, la paix, l'instruction, la dignité de la femme, la protection de l'enfance, le progrès civil et économique.

La tâche de consolider un ordre international, ancré sur le respect de la personne humaine et sur le primat du droit, exige un dialogue intense et constructif entre les cultures et les religions, afin de surmonter les inégalités et les conflits.

Nous avons plus que jamais besoin des Nations unies. Le bilan, au mois de septembre prochain a New York, de la mise en œuvre de la Déclaration du Millénaire, est une occasion solennelle pour réaffirmer la coexistence entre toutes les nations.

La Communauté internationale est appelée à donner corps à une nouvelle coopération entre pays riches et pays pauvres, contre la pauvreté, contre la faim et les épidémies.

Le Saint-Siège et l'Italie peuvent continuer, chacun de leur côté, à élargir l'espace de la raison et du dialogue entre les peuples.
;
Nous partageons notamment l'ambition de contribuer à résoudre de manière équitable le conflit israélo-palestinien, de permettre à la Méditerranée de retrouver sa vocation naturelle de lieu de rencontre, de dialogue, de conciliation entre des cultures et des lois différentes.

Votre Sainteté,

Soutenu par un sentiment éthique et religieux, gardien convaincu de la Constitution de la République italienne et des principes qui l'animent, je forme pour vous, en gage du sens profond de cette visite appréciée, le souhait fervent et affectueux que la lumière de votre esprit et la chaleur de votre cœur vous accompagnent dans l'heureux déroulement de votre Apostolat de justice et de paix entre les peuples, de concorde entre toutes les civilisations.


**L'Osservatore Romano. Edition hebdomadaire en langue française n.26 p.3.
 

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DISCURSO DO PRESIDENTE DA REPÚBLICA ITALIANA,
 SENHOR CARLO AZEGLIO CIAMPI,
A SUA SANTIDADE BENTO XVI
***

Sexta-feira, 24 de junnho de 2005

 

Santidade

Ao recebê-lo com alegria no Palácio do Quirinal, dou-lhe sinceras boas-vindas, convicto de interpretar um profundo sentimento do povo italiano, confirmado pela presença nesta sala, dos Presidentes Eméritos e dos representantes das máximas instituições da República.

O Quirinal evoca momentos importantes da vida da Igreja Católica e da Itália, aqui estão conservados ciosamente os testemunhos da sua origem e da sua história.

É-me grato poder retomar com Vossa Santidade o diálogo, intenso e franco, começado no dia 3 de Maio passado no Vaticano, a poucos dias da sua eleição ao Sólio Pontifício.

A Itália vive com sentida participação a presença da Santa Sé e do Sumo Pontífice em Roma.

O povo italiano, que viveu com comovida intensidade a morte de João Paulo II, a cuja memória dirigimos o nosso afectuoso pensamento, agora acolheu festivamente a sua eleição ao Pontificado.

Vossa Santidade é de casa no nosso Pais: há mais de vinte anos compartilha a vida de Roma e da Itália. Nos seus primeiros encontros com os meus compatriotas, em Roma e em Bari, já sentiu pessoalmente o afecto do povo italiano por Vossa Santidade.

O vínculo entre a Santa Sá e a Itália é um modelo exemplar de convivência harmoniosa e de colaboração.

Eu mesmo costumo mostrar aos meus hospedes estrangeiros, de qualquer religião que seja, da Torre do Quirinal, o panorama da cidade no qual sobressai a cúpula de São Pedro, de Michelangelo.

Sinto-me orgulhoso de poder dizer-lhes: ali existe outro Estado, o Estado da Cidade do Vaticano, eis um exemplo tangível do modo como se podem conciliar, em espírito de paz, as controvérsias entre os Estados.

É com este mesmo orgulho que corroboro, como Presidente da Republica e como cidadão, a laicidade da Republica Italiana.

A Constituição Italiana, no artigo 7, afirma. «O Estado e a Igreja Católica são, cada um na ordem que lhe é própria, independentes e soberanos. As suas relações são reguladas pelos Pactos Lateranenses.

A renovada Concordata, de 1984, esclareceu e reforçou ulteriormente as nossas relações, alicerçadas no pleno respeito destes princípios.

A necessária distinção entre o credo religioso de cada um, e a vida da comunidade civil regulada pelas leis da República, consolidou ao longo das décadas uma profunda concórdia entre a Igreja e o Estado. A delimitação dos respectivos âmbitos revigora a capacidade das autoridades da República e das autoridades religiosas, de cumprir plenamente as respectivas missões e de colaborar para o bem dos cidadãos. Nós compartilhamos valores fundamentais, o respeito pela dignidade e pelos direitos de cada ser humano, a família, a solidariedade e a paz. Nas minhas visitas às províncias da Itália, constato pessoalmente que esta colaboração está arraigada e é levada a cabo com bom êxito na realidade multiforme do nosso País.

Ela preocupa-se de modo particular com a formação dos jovens e com a assistência aos necessitados.

Os Bispos e o clero estão profundamente inseridos na vida da sociedade italiana. O voluntariado e a solidariedade constituem um património comum de leigos e de católicos.

Santidade,

A Itália sabe que tem profundas raízes cristãs, entrelaçadas com as raízes humanistas. Basta visitar as suas cidades e os seus bairros antigos, admirar as suas Catedrais e a sua arte, de Giotto a Dante Alighieri.

As grandes Ordens monásticas, evocadas também pelo nome de Bento, irradiaram a riqueza espiritual desde esta península até ao Norte da Europa.

O património cristão e humanista da civilização italiana constitui um elemento unificador da identidade europeia.

A Itália e um dos países fundadores da União Europeia, o futuro da nação italiana está estreitamente vinculado a ela.

Este histórico projecto unitário, que proporcionou mais de meio século de paz aos povos da União, hoje está a ser submetido a uma prova comprometedora.

O povo italiano enfrenta-a com confiança, com a plena consciência de que a unidade da Europa não é uma utopia, não é um acontecimento fortuito da história. O vínculo entre a Itália e a Santa Sé alimenta uma colaboração crescente, também face aos problemas do mundo.

A indiferença perante as injustiças e as desigualdades contribuiu e ainda contribui para desencadear lutos e tragédias.

Tais desordens, assim corno as esperanças que se abrem no início do século XXI, constituem uma admoestação constante, os povos não são alheios uns aos outros, a riqueza para poucos alimenta o extremismo, não pode existir um progresso autêntico, sem o respeito pelos princípios morais e pelos direitos de todos.

Existem valores e objectivos compartilhados por todos os povos, a justiça, a paz, a educação, a dignidade da mulher, a salvaguarda da instância e o progresso civil e económico.

O compromisso em prol da consolidação de uma ordem internacional, fundamentada no respeito pela pessoa humana e no primado do direito, exige um diálogo intenso e construtivo entre as culturas e as religiões, em vista da superação das desigualdades e dos conflitos.

Temos necessidade das Nações Unidas, hoje mais do que nunca. A verificação, no próximo mês de Setembro em Nova Iorque, da actuação da Declaração do Milénio, é uma ocasião solene para reafirmar a convivência entre todas as nações.

A comunidade internacional é chamada a dar substância a uma nova cooperação entre os países ricos e os países pobres, contra a pobreza, a fome e as epidemias.

A Santa Sé e a Itália podem contribuir, cada uma na parte que lhe compete, para ampliar o espaço da razão e do diálogo entre os povos.

Nós compartilhamos, de maneira particular, a ambição de contribuir para resolver equitativamente o conflito israelense-palestino, de restituir o Mediterrâneo à sua vocação natural de lugar de encontro, de diálogo e de reconciliação entre diversas culturas e credos.

Santidade

Sustentado por um profundo sentimento ético e religioso, guardião convicto da Constituição da República Italiana e dos princípios que a animam dirijo-lhe, como confirmação do profundo significado que denoto nesta sua agradável visita, fervorosos e afectuoso bons votos por que a luz da sua mente e o ardor do seu coração o acompanhem no feliz cumprimento do seu apostolado de justiça e de paz entre todos os povos, de concórdia entre todas as civilizações.


***L'Osservatore Romano n. 27 p. 5.


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ANSPRACHE DES ITALIENISCHEN STAATSPRÄSIDENTEN
CARLO AZEGLIO CIAMPI
AN PAPST
BENEDIKT XVI.****

Freitag, 24. Juni 2005

 

Heiligkeit,

mit Freude empfange ich Sie im Quirinalspalast und heiße Sie herzlich willkommen. Ich bin sicher, damit ein tiefes Gefühl des italienischen Volkes zum Ausdruck zu bringen, das in diesem Saal bekräftigt wird durch die Anwesenheit der Altpräsidenten und der Vertreter der obersten Institutionen der Republik.

Der Quirinal ruft bedeutsame Augenblicke des Lebens der katholischen Kirche und Italiens in Erinnerung; hier werden die Zeugnisse ihrer Ursprünge und Geschichte sorgsam gehütet.

Es freut mich, das intensive und offene Gespräch mit Ihnen weiterführen zu können, das am vergangenen 3. Mai im Vatikan, wenige Tage nach Ihrer Wahl auf den Stuhl Petri, begonnen hat.

Italien erlebt die Gegenwart des Heiligen Stuhls und des Papstes in Rom mit aufmerksamer Anteilnahme.

Das italienische Volk, das mit tiefer innerer Ergriffenheit den Tod von Johannes Paul II. verfolgt hat - ihm gilt unser liebevolles Gedenken-, hat Ihre Wahl zum Papst freudig begrüßt.

Sie sind in unserem Land zu Hause, denn seit über 20 Jahren teilen Sie das Leben Roms und Italiens. Bei Ihren ersten Begegnungen mit meinen Mitbürgern in Rom und in Bari haben Sie die Zuneigung, die das italienische Volk Ihnen entgegenbringt, schon mit Händen greifen können.

Das Band zwischen dem Heiligen Stuhl und Italien ist ein vorbildliches Modell des harmonischen Zusammenlebens und der Zusammenarbeit.

Ich selbst zeige gewöhnlich meinen ausländischen Gästen jeder Religion vom Aussichtsturm des Quirinals, im Zentrum Roms, das Panorama der Stadt, aus dem die Peterskuppel des Michelangelo herausragt.

Ich bin stolz, Ihnen sagen zu können: Dort ist ein anderer Staat, der Staat der Vatikanstadt; hier haben wir ein greifbares Beispiel dafür, wie Streitfragen zwischen den Staaten im Geist des Friedens beigelegt werden können.

Mit demselben Stolz bekräftige ich als Präsident der Republik und als Bürger die Laizität der Italienischen Republik.

In der italienischen Verfassung, Artikel 7, heißt es: "Der Staat und die katholische Kirche sind jeder in der eigenen Ordnung   unabhängig und souverän. Ihre Beziehungen werden durch die Lateranverträge geregelt".

Das neue Konkordat von 1984 hat unsere Beziehungen, die auf der vollen Achtung dieser Prinzipien beruhen, weiter geklärt und verstärkt.

Die notwendige Unterscheidung zwischen dem religiösen Glauben des einzelnen und dem von den Gesetzen der Republik geregelten Leben der bürgerlichen Gemeinschaft hat im Laufe der Jahrzehnte ein tiefes Einvernehmen zwischen Kirche und Staat gefestigt.

Die Abgrenzung der jeweiligen Bereiche verstärkt die Fähigkeit der Autoritäten der Republik und der religiösen Autoritäten, ihren jeweiligen Sendungsauftrag zur Gänze auszuführen und zum Wohle der Bürger zusammenzuarbeiten.

Wir teilen die Grundwerte, die Achtung der Würde und der Rechte eines jedes Menschen, die Familie, die Solidarität, den Frieden. Bei meinen Besuchen in den italienischen Provinzen stelle ich persönlich fest, daß diese Zusammenarbeit tief verwurzelt und in der vielfältigen Wirklichkeit unseres Landes erfolgreich wirksam ist.

Mir liegt besonders die Erziehung der Jugendlichen und die Sorge um die Notleidenden am Herzen.

Die Bischöfe und der Klerus sind im Leben der italienischen Gesellschaft fest integriert. Der Freiwilligendienst und die Solidarität sind gemeinsames Erbe laikaler und katholische Kräfte.

Heiligkeit,

Italien weiß um seine tiefen christlichen Wurzeln, die mit den humanistischen Wurzeln verflochten sind. Es genügt, seine Städte, seine Altstadtviertel zu besuchen, seine Kathedralen, seine Kunst zu bewundern, von Giotto bis Dante Alighieri.

Die großen Mönchsorden, an die auch der Name "Benedikt" erinnert, haben den geistlichen Reichtum von der Halbinsel bis nach Nordeuropa ausgestrahlt. Das christliche und humanistische Erbe der italienischen Zivilisation ist ein einendes Element der europäischen Identität.

Italien ist eines der Gründungsländer der Europäischen Union; die Zukunft der italienischen Nation ist mit uns eng verbunden. Dieses historische Projekt der Einigung, das den Völkern der Union über ein halbes Jahrhundert lang Frieden beschert hat, wird heute einer strengen Prüfung unterzogen.

Das italienische Volk begegnet ihr mit Zuversicht und in dem vollen Bewußtsein, daß die Einheit Europas keine Utopie, kein Zufall der Geschichte ist.

Das Band zwischen Italien und dem Heiligen Stuhl fördert eine wachsende Zusammenarbeit auch angesichts der Probleme der Welt.

Die Gleichgültigkeit gegenüber den Ungerechtigkeiten und den Ungleichheiten hat dazu beigetragen und trägt weiterhin dazu bei, Trauer und Tragödien zu entfesseln.

Diese Umwälzungen sowie die Hoffnungen, die nun zu Beginn des 21. Jahrhunderts geweckt werden, sind eine ständige Mahnung: Die Völker sind einander nicht fremd; der Reichtum der wenigen nährt den Extremismus; ohne Achtung der moralischen Prinzipien und der Rechte aller gibt es keinen wahren Fortschritt.

Bestimmte Werte und Ziele werden von allen Menschen geteilt: die Gerechtigkeit, der Friede, die Bildung, die Würde der Frau, der Schutz der Kinder, der zivile und wirtschaftliche Fortschritt.

Der Einsatz für die Festigung einer internationalen Ordnung, die im Respekt der menschlichen Person und im Primat des Rechtes verankert ist, macht einen intensiven und konstruktiven Dialog zwischen den Kulturen und Religionen erforderlich, der die Überwindung der Ungleichheiten und der Konflikte zum Ziel hat.

Wir brauchen die Vereinten Nationen mehr denn je. Die Überprüfung der Umsetzung der Millenniums-Erklärung im kommenden September in New York ist ein feierlicher Anlaß, um das Zusammenleben aller Nationen neu zu bekräftigen.

Die Internationale Gemeinschaft ist aufgerufen, eine neue Zusammenarbeit zwischen reichen und armen Ländern zur Bekämpfung der Armut, des Hungers und der Epidemien zu entfalten.

Der Heilige Stuhl und Italien können - jeder für seinen Teil - dazu beitragen, den Raum der Vernunft und des Dialogs unter den Völkern auszuweiten.

Wir teilen insbesondere das Bestreben, zur gerechten Lösung des israelisch-palästinensischen Konflikts beizutragen, damit das Mittelmeer wieder seiner natürlichen Bestimmung als Ort der Begegnung des Dialogs, der Versöhnung zwischen verschiedenen Kulturen und Bekenntnissen zugeführt wird.

Heiligkeit,

gestützt auf eine tief verwurzelte ethische und religiöse Gesinnung und als überzeugter Hüter der Verfassung der Italienischen Republik und der Prinzipien, von denen sie beseelt ist, entbiete ich Ihnen zur Bekräftigung der tiefen Bedeutung, die ich Ihrem willkommenen Besuch beimesse, die besten und herzlichsten Wünsche, auf daß Ihre Geisteskraft und Ihre Herzenswärme Sie begleiten mögen in der erfolgreichen Ausübung Ihres Apostolats der Gerechtigkeit und des Friedens unter allen Völkern und der Eintracht zwischen allen Kulturen.

 


****L'Osservatore Romano Nr. 27, S. 12.

 

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