The Holy See
back up
Search
riga

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU, SIGNOR SRGHAN KERIM,
A SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
*

Venerdì, 18 aprile 2008

 

Santità,
Eccellenze,
Esimi delegati,
Signore e Signori,
Ein herzliches Grüss Gott, Eure Heiligkeit,

È un immenso onore per me quale presidente dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite porgere il benvenuto al capo della Chiesa cattolica romana, Sua Santità, Papa Benedetto XVI. La parola ecclesia indica sia un'assemblea sia una chiesa. Quindi, santità, mi permetta di esprimere i miei sinceri sentimenti di apprezzamento a nome dei popoli dell'ecclesia delle Nazioni Unite per lei quale Sommo Pastore di tutti i cattolici.

Il mese di aprile ha un significato straordinario nella sua vita, non solo perché è nato il 16 aprile, ma anche perché è stato nominato cardinale Vescovo di Velletri-Segni il 5 aprile 1993.
Inoltre è stato eletto Vescovo di Roma il 19 aprile 2005 e il suo pontificato è cominciato il 24 aprile 2005. Così Santità, buon compleanno e buon anniversario!

Nel suo messaggio al popolo degli Stati Uniti ha definito la sua visita «un gesto fraterno verso ogni comunità ecclesiale e un segno di amicizia per i membri delle tradizioni religiose e per tutti gli uomini e le donne di buona volontà». Oggi la sua presenza qui, Santità, è un riconoscimento molto significativo della validità e dell'importanza di istituzioni internazionali, in particolare delle Nazioni Unite. In un mondo pieno di controversie che possono degenerare nel conflitto, nella violenza e in atrocità, il ruolo delle istituzioni internazionali non ha alternative. Un effettivo multilateralismo rimane il nostro obiettivo per ottenere la pace e la stabilità sulla terra.

Sono profondamente convinto che le Nazioni Unite possano contare sul pieno sostegno del Santo Padre della comunità cattolica, una comunità che conta più di un miliardo di persone, alla promozione di un dialogo profondo fra culture, popoli, nazioni e religioni.

Eccellenze, la visita di Sua Santità Papa Benedetto XVI alle Nazioni Unite è un'occasione unica per ricordarci della nostra nobile missione, così come è stabilita nella Carta: «Riaffermare la fede nei diritti umani fondamentali, nella dignità e nel valore della persona umana, nel pari diritto di uomini e donne e di nazioni, grandi e piccole, di praticare la tolleranza e la convivenza pacifica come buoni vicini». La tolleranza infatti è il fondamento della libertà dell'individuo, inclusa la libertà di fede. Santità, l'essenza del programma delle Nazioni Unite è lo sviluppo per tutti, basato sull'equità e sull'uguaglianza delle persone e sulla cooperazione globale che rende le Nazioni Unite così preziose.

Un importante programma di sviluppo basato su nuovi approcci al finanziamento dello sviluppo stesso, sulla protezione ambientale e sul raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio sarà un'alta priorità per le Nazioni Unite nei prossimi decenni.

Quest'anno si celebra il sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti
dell'uomo e come lei, Santità, ha giustamente osservato «la necessità di solidarietà globale è
più urgente che mai». La Dichiarazione incarna le più alte virtù della famiglia umana e ci sfida a tradurre le principali intenzioni in azioni che promuovano i diritti umani, la sicurezza umana, la responsabilità di proteggere e uno sviluppo più sostenibile. Credo che questi siano i pilastri di un più giusto multilateralismo, di una nuova cultura di rapporti internazionali basata sulla pace e la tolleranza, e con al centro le Nazioni Unite.

La nuova cultura di rapporti internazionali dovrebbe avere come suo principio essenziale la responsabilità di tutti gli Stati, delle istituzioni internazionali e transnazionali così come della società civile e delle Ong, di cooperare in solidarietà per offrire a ogni individuo pari accesso ai diritti e alle opportunità.

Abbiamo l'obbligo morale e istituzionale di plasmare di nuovo le organizzazioni internazionali per agevolare queste opportunità.

A questo proposito, permettetemi di esprimere grande apprezzamento per il contributo prezioso della Santa Sede all'opera dell'Assemblea generale e, in particolare, per l'importante ruolo svolto nella promozione della giustizia sociale, mediante l'offerta di istruzione e di strumenti per alleviare la povertà e la fame nel mondo. Santità, confidiamo sulla sua benedizione e sul suo sostegno costanti mentre svolgiamo il nostro lavoro.
Grazie per l'attenzione.


*L'Osservatore Romano 20.4.2008 p. 6.


___________________________________________________________________________

 

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU, SIGNOR SRGHAN KERIM,
A SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
*

Venerdì, 18 aprile 2008

 
 
 
It is an immense honour for me,as President of the General Assembly, to welcome the head of the Roman Catholic Church, His Holiness Pope Benedict XVI. The word “ecclesia” stands for both an assembly and a church. Therefore, Your Holiness, allow me to express my sincere feelings of appreciation on behalf of the peoples of the United Nations ecclesia towards you as the supreme shepherd of all Catholics.

The month of April has an extraordinary meaning and significance in your life, not only because you were born on 16 April, but also because you were appointed Cardinal Bishop of Velletri-Segni on 5 April 1993 and elected Bishop of Rome on 19 April 2005, and your pontificate started on 24 April 2005. So, Your
Holiness, I wish you a happy birthday and a happyanniversary.

In your message to the people of the United States, you described your visit as “a fraternal gesture
towards every ecclesial community, and a sign of friendship for members of other religious traditions and all men and women of good will”.
Your presence here today is a very powerful recognition of the validity and importance of
international institutions, particularly of the United Nations. In a world full of controversies which can escalate into conflicts, violence and atrocities, the role of international institutions is without alternative. Effective multilateralism remains our goal so as to achieve peace and stability on Earth.

I am deeply convinced that the United Nations can count on your full support as the Holy Father of the Catholic community — a community of more than 1 billion people — in promoting a profound dialogue between cultures, peoples, nations and religions.
The visit of His Holiness Pope Benedict XVI to the United Nations provides a unique occasion to
remind ourselves of our noble mission, as it is set out in the Charter,“to reaffirm faith in fundamental human rights, in the dignity and worth of the human person, in the equal rights of men and women and of nations large and small, and ... to practise tolerance and live together in peace with one another as good neighbours,” for tolerance is the foundation of freedom of the individual, including freedom of faith.

The essence of the United Nations agenda is development for all, based on equity and equality of all
persons, as well as on global partnership. That makes the United Nations very valuable. A strong
development agenda based on novel approaches to financing for development, environmental protection and achieving the Millennium Development Goals is a high priority for the United Nations in the decades to come.

This year is the sixtieth anniversary of the Universal Declaration of Human Rights, and, as Your
Holiness rightly observed, “the need for global solidarity is as urgent as ever”. The Declaration
embodies the higher virtues of the human family; it compels us to move principled intentions to action that promotes human rights, human security, the responsibility to protect and more sustainable development. I believe that those are the pillars for a more just multilateralism — a new culture of international relations based on peace and tolerance, with the United Nations at its heart.

The new culture of international relations should have as its core principle the responsibility of all
States, international and transnational institutions, as well as civil society and non-governmental
organizations, to work together in solidarity in order to provide every individual with equality of access to rights and opportunities.

Our moral and institutional obligation is to reshape international organizations to facilitate those opportunities.

n that regard, let me express my high appreciation for the valuable contribution of the Holy See to the work of the General Assembly, and in particular for your important role in promoting social
justice, providing education and alleviating poverty and hunger around the world.
Your Holiness, we count on your continued blessing and support as we pursue our work.


**A/62/PV.95 p.1, 2.


___________________________________________________________________________

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU, SIGNOR SRGHAN KERIM,
A SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
***

Venerdì, 18 aprile 2008

 


C’est un immense honneur pour moi, en ma qualité de Président de l’Assemblée générale, de souhaiter la bienvenue au chef de l’Église catholique romaine, S. S. le pape Benoît XVI.
Le mot ecclesia signifie tout à la fois assemblée et église. Par conséquent, Votre Sainteté, au nom des peuples de l’ecclesia de l’ONU, je voudrais vous exprimer, à vous, berger suprême de tous les
catholiques, ma sincère gratitude.

Le mois d’avril a un sens et une signification extraordinaires dans votre vie, non seulement parce que vous êtes né le 16 avril, mais aussi parce que vous avez été nommé cardinal-évêque de Velletri-Segni le 5 avril 1993, puis élu évêque de Rome le 19 avril 2005, et votre pontificat a commencé le 24 avril 2005. Je vous souhaite donc un joyeux anniversaire, Saint-Père, et bonne fête!

Dans votre message au peuple des États-Unis, vous avez décrit votre visite comme « un geste de
fraternité envers toutes les communautés ecclésiales, et comme un signe d’amitié pour les membres des autres traditions religieuses et tous les hommes et les femmes de bonne volonté ».
Votre présence ici est une marque de reconnaissance de la pertinence et de l’importance des
institutions internationales, en particulier de l’ONU. Dans un monde où abondent les controverses, qui peuvent dégénérer en conflits, en actes de violence et en atrocités, le rôle des institutions internationales est irremplaçable. Un véritable multilatéralisme reste notre objectif, afin d’établir la paix et la stabilité sur Terre.

Je suis profondément convaincu que l’ONU peut compter sur votre plein appui, en votre qualité de Saint-Père de la communauté catholique – communauté qui compte plus d’un milliard de personnes – pour encourager un dialogue approfondi entre cultures, peuples, nations et religions.

La visite de S. S. le pape Benoît XVI à l’ONU nous offre une occasion exceptionnelle de nous
souvenir de notre noble mission telle qu’elle est énoncée dans la Charte, à savoir « proclamer à nouveau notre foi dans les droits fondamentaux de l’homme, dans la dignité et la valeur de la personne humaine, dans l’égalité de droits des hommes et des femmes, ainsi que des nations, grandes et petites, et à pratiquer la tolérance, à vivre en paix l’un avec l’autre dans un esprit de bon voisinage », car la tolérance est le fondement de la liberté individuelle, y compris la liberté de culte.
L’idée maîtresse de l’oeuvre des Nations Unies est le développement pour tous, fondé sur l’équité,
l’égalité de toutes les personnes, ainsi que sur un partenariat mondial. C’est ce qui rend l’ONU si
précieuse. Un programme de développement bien conçu, fondé sur des démarches originales pour le financement du développement, la protection de l’environnement et la réalisation des objectifs du
Millénaire pour le développement est une priorité de premier rang pour l’ONU dans les décennies à venir.

Cette année marque le soixantième anniversaire de la Déclaration universelle des droits de l’homme et, comme Sa Sainteté l’a fait remarquer à juste titre, « l’exigence d’une solidarité mondiale est plus urgente que jamais ». La Déclaration incarne les vertus les plus élevées de la famille humaine. Elle nous pousse à transformer nos intentions de principe en actes, afin de promouvoir les droits de l’homme, la sécurité humaine, la responsabilité de protéger et le développement plus durable. Je pense que ce sont les piliers d’un multilatéralisme plus juste, une nouvelle culture des relations internationales fondée sur la paix et la tolérance, avec l’ONU en son coeur.

La nouvelle culture des relations internationales doit avoir comme principe essentiel la responsabilité de tous les États, des institutions internationales et transnationales, de la société civile et des organisationsnon gouvernementales, d’oeuvrer de concert, en solidarité, pour offrir à chaque individu l’accès égal aux droits et aux possibilités. Notre obligation morale et institutionnelle est de refondre les organisations internationales, afin de faciliter ces possibilités.

À ce titre, je voudrais exprimer ma profonde gratitude au Saint-Siège pour sa contribution très utile
aux travaux de l’Assemblée générale, et en particulier pour le rôle important que vous-même jouez dans le but de promouvoir la justice sociale, d’assurer l’éducation et d’alléger la pauvreté et la faim dans le monde.

Votre Sainteté, nous comptons sur votre bienveillance et votre appui dans la suite de nos travaux.


***A/62/PV.95 p.1, 2.


___________________________________________________________________________

 

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELL'ASSEMBLEA GENERALE DELL'ONU, SIGNOR SRGHAN KERIM,
A SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
****

Venerdì, 18 aprile 2008

 


Es un gran honor para mí, como Presidente de la Asamblea General, dar la bienvenida al jefe de la Iglesia Católica Romana, Su Santidad el Papa Benedicto XVI.
La palabra “ecclesia” significa una asamblea y una iglesia. Por eso, Su Santidad, permítame expresar, en nombre de los pueblos de la ecclesia de las Naciones Unidas, mi sincero aprecio hacia usted como pastor supremo de todos los católicos. El mes de abril tiene un extraordinario
significado e importancia en su vida, no sólo porque usted nació el 16 de abril, sino también porque fue designado Obispo Cardenal de Velletri-Segni el 5 de abril de 1993 y Obispo de Roma el 19 de abril de 2005, y su pontificado comenzó el 24 de abril de 2005. Por eso, Su Santidad, le deseo un feliz cumpleaños y un feliz aniversario.

En su mensaje al pueblo de los Estados Unidos, usted definió su visita como “un gesto de fraternidad hacia todas las comunidades eclesiales y un signo de amistad hacia los miembros de las demás tradiciones religiosas y hacia todos los hombres y mujeres de buena voluntad”.
Su presencia aquí hoy constituye un importante reconocimiento de la validez y la importancia de las
instituciones internacionales, en particular de las Naciones Unidas. En un mundo lleno de controversias, que pueden intensificarse hasta convertirse en conflictos, violencia y atrocidades, no hay alternativa para el papel de las instituciones internacionales. El multilateralismo eficaz sigue siendo nuestro objetivo para lograr la paz y la estabilidad en la Tierra.

Tengo la profunda convicción de que las Naciones Unidas pueden contar con su pleno apoyo
como Santo Padre de la comunidad católica, una comunidad de más 1.000 millones de personas, para promover un diálogo profundo entre las culturas, los pueblos, las naciones y las religiones.
La visita de Su Santidad el Papa Benedicto XVI a las Naciones Unidas nos brinda una oportunidad
singular de recordar nuestra noble misión, consagrada en la Carta: “reafirmar la fe en los derechos fundamentales del hombre, en la dignidad y el valor de la persona humana, en la igualdad de derechos de hombres y mujeres y de las naciones grandes y pequeñas, y ... practicar la tolerancia y ...convivir en paz como buenos vecinos,” porque la tolerancia es el fundamento de la libertad de
la persona, incluida la libertad de religión.
 
La esencia del programa de las Naciones Unidas es el desarrollo para todos, basado en la equidad y la igualdad de todas las personas, así como también en la alianza mundial. Eso hace que las Naciones Unidas sean muy valiosas. Un programa de desarrollo sólido basado en enfoques innovadores respecto de la financiación para el desarrollo, la protección del medio ambiente y la consecución de los objetivos de desarrollo del Milenio tiene alta prioridad para las
Naciones Unidas en los próximos decenios. Este año se celebra el sexagésimo aniversario de
la Declaración Universal de Derechos Humanos y, como señaló claramente Su Santidad, “la necesidad de solidaridad mundial es más urgente que nunca”. En la Declaración se consagran las mayores virtudes de la familia humana; se nos obliga a pasar de intenciones basadas en principios a acciones que promuevan los derechos humanos, la seguridad humana, la responsabilidad de proteger y un desarrollo más sostenible. Creo que estos son los pilares de un multilateralismo más justo, una nueva cultura de las relaciones internacionales basada en la paz y la tolerancia, con las Naciones Unidas como centro.

La nueva cultura de las relaciones internacionales debería tener como principio fundamental la
responsabilidad de todos los Estados, las instituciones internacionales y transnacionales, la sociedad civil y las organizaciones no gubernamentales, de trabajar de consuno en solidaridad para proporcionar a cada persona la igualdad de acceso a los derechos y las oportunidades. Tenemos la obligación moral e institucional de reconfigurar las organizaciones internacionales para facilitar esas oportunidades.

Al respecto, permítaseme expresar mi gran reconocimiento del valioso aporte de la Santa Sede a la
labor de la Asamblea General, en particular su importante papel para promover la justicia social,
impartir educación y aliviar la pobreza y la hambruna en todo el mundo.

Su Santidad: Contamos con su bendición continua y su apoyo al proseguir nuestra labor.
Tiene ahora la palabra el Secretario General.



****A/62/PV.95 p.1, 2.

 

 

top