The Holy See
back  
Search
riga

Il Braccio di Carlo Magno

Quando Papa Alessandro VII Chigi decise nel 1656 di ampliare la Piazza di San Pietro, la Congregazione della Fabbrica convocò l'ormai famoso Gian Lorenzo Bernini, che aveva già sistemato l'interno della basilica.
Il primo progetto, presentato dall'artista dopo sole tre settimane, fu ritenuto esiguo; la Congregazione e lo stesso Pontefice insistevano per uno sviluppo più ampio e ovale della piazza.
Maturò in tal modo, non senza ripensamenti e piccoli cambiamenti, il progetto di sistemazione dello spazio che doveva accogliere i fedeli della cristianità, così come lo vediamo oggi.

L'operazione berniniana doveva tener conto di numerosi fattori: le grandi dimensioni della facciata e della cupola, le particolari esigenze liturgiche del cerimoniale pontificio, il rapporto urbanistico.
Nacque quindi, per precisa indicazione del Papa, l'umana forma ovata dell'abbraccio che partiva par disegnare lo spazio di contenimento dei fedeli, ma anche per inquadrare proporzionalmente e con armonia il gigantesco corpo basilicale, che "dimostrasse di ricevere maternamente" tutti.
Nasceva di conseguenza il problema del raccordo fra le due ali semicircolari (a cui Bernini aveva aggiunto nel progetto un terzo "braccio retto" che richiudeva l'ovale) e l'ampio portico della chiesa, e anche quello del congiungimento fra la piazza "ovata" e la piazza "retta" antistante il portico. Ed è qui che si innesta la progettazione dei "bracci" o "corridoi": Bernini optò per due ambienti chiusi con una struttura decorativa esterna fatta di pilastri binati aggettanti fra le finestre rettangolari, che proseguiva il disegno del colonnato.

Alcuni studiosi hanno notato la difficoltà di congiungere i bracci curvi con quelli dritti a causa dei pilastri trapezoidali, come pure evidente è la divergenza dei due corpi longitudinali rispetto alla facciata e convergenti rispetto alla piazza.

Il braccio meridionale, simmetrico e gemello di quello settentrionale reso famoso dalla Scala regia, viene oggi utilizzato come sede di mostre ed è comunemente chiamato Braccio di Carlo Magno, poiché va ad innestarsi nella parte terminale dell'ampio portico basilicale dove è presente una grande statua equestre dell'imperatore cristiano, incoronato proprio in San Pietro la notte di Natale dell'anno 800.

Ad essa corrisponde sul lato opposto la statua di Costantino, primo imperatore cristiano e fondatore della basilica di San Pietro.

Mentre la statua di Costantino è di Bernini, l'altra, che dà il nome al braccio destinato ad ospitare le mostre, è invece opera di Agostino Cornacchini (1686-1754, eseguita nel 1725), scultore tardo-barocco che in questa importante commissione lasciò una delle sue opere più famose, anche se di modesta qualità soprattutto in raffronto alla scultura berniniana.

L'atrio

L'atrio misura , esclusi i vestiboli, m 71 di lunghezza e è alto m 30. Presenta cinque grandi ingressi aperti sulla piazza e altrettante porte di accesso all'interno della basilica: da sinistra, la Porta della Morte di Giacomo Manzù, la Porta del Bene e del Male di Luciano Minguzzi, la Porta di Antonio Averlino detto Filarete, la Porta dei Sacramenti di Venanzo Crocetti e la Porta Santa di Vico Consorti. Tra le porte vi sono quattro lapidi con iscrizioni antiche e moderne, e nel pavimento gli stemmi di Clemente X, Leone XIII e Giovanni XXIII.

Lateralmente l'atrio principale si prolunga i due vestiboli comprendenti otto statue entro nicchie (le Virtù cardinali e teologali e la Chiesa) e le statue equestri di Carlo Magno (a sud) e di Costantino (a nord), opera rispettivamente di Agostino Cornacchini e di Gian Lorenzo Bernini.

La volta è decorata da stucchi con le Storie di San Pietro, eseguiti su cartoni di Giovan Battista Ricci e Lorenzo Ottoni, mentre le lunette alloggiano trentotto effigi di Santi Pontefici. Nella lunetta sopra l'ingresso centrale si trova il mosaico noto come la Navicella di Giotto e sulla parete opposta il rilievo di Gian Lorenzo Bernini e aiuti raffigurante il Pasce oves meas.

  

top