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Il Crocifisso di S. Damiano

10. "Era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo, quando, un giorno, passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso, all'improvviso - cosa da sempre inaudita! (Gv 9,32) - l'immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla, movendo le labbra. «Francesco, - gli dice chiamandolo per nome (Cfr Is 40,26) - va', ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina». Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole. Ma subito si dispone ad obbedire e si concentra tutto su questo invito. Ma, a dir vero, poiché neppure lui riuscì mai ad esprimere la ineffabile trasformazione che percepì in se stesso, conviene anche a noi coprirla con un velo di silenzio.
Da quel momento si fissò nella sua anima santa la compassione del Crocifisso e, come si può piamente ritenere, le venerande stimmate della Passione, quantunque non ancora nella carne, gli si impressero profondamente nel cuore.

11. Cosa meravigliosa, mai udita! chi non è colpito da meraviglia? E chi, o quando mai ha udito qualcosa di simile? Nessuno potrà dubitare che Francesco, prossimo a tornare alla sua patria, sia apparso realmente crocifisso, visto che con nuovo e incredibile miracolo Cristo gli ha parlato dal legno della Croce, quando - almeno all'esterno - non aveva ancora del tutto rinunciato al mondo! Da quel momento, appena gli giunsero le parole del Diletto, il suo animo venne meno (Cfr. Ct 5,6). Più tardi, l'amore del cuore si rese palese mediante le piaghe del corpo. Inoltre, da allora, non riesce più a trattenere le lacrime e piange anche ad alta voce la passione di Cristo, che gli sta sempre davanti agli occhi. Riempie di gemiti le vie, rifiutando di essere consolato al ricordo delle piaghe di Cristo. Incontrò un giorno, un suo intimo amico, ed avendogli manifestato la causa del dolore, subito anche questi proruppe in lacrime amare. 

Intanto si prese cura di quella immagine, e si accinse, con ogni diligenza, ad eseguirne il comando. Subito offrì denaro ad un sacerdote, perché provvedesse una lampada e l'olio, e la sacra immagine non rimanesse priva, neppure per un istante, dell'onore, doveroso, di un lume. Poi, si dedicò con impegno al resto, lavorando con intenso zelo a riparare la chiesa. Perché, quantunque il comando del Signore si riferisse alla Chiesa acquistata da Cristo col proprio sangue (At 20,28), non volle di colpo giungere alla perfezione dell'opera, ma passare a grado a grado dalla carne allo spirito."

Tommaso da Celano, Vita seconda di San Francesco d'Assisi, nn. 593-594
 

Preghiera:

O Dio, che hai impresso nel cuore e nel corpo di San Francesco i segni della tua passione e sei apparso a lui nella sofferenza della croce chiedendo il suo aiuto, trasforma anche noi nel profondo perché diventiamo sempre più simili al Signore Gesù e, conformandoci alla sua croce, annunciamo a tutti la gioia della resurrezione. Rinnova, Padre buono, la tua Chiesa, perché sia testimone del tuo amore fino agli estremi confini della terra, Te lo chiediamo per Gesù Cristo, Tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con Te nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

 

 A cura della Comunità di Sant'Egidio 

 

 

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