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LÂ’ordine della creazione dimostra la potenza del Creatore 

"Nessuno, pur applicandosi, può comprendere come sia grande la potenza del Creatore, e neppure può misurare ciò che egli ha creato e ciò che è in grado di creare. Queste creature, che egli ha fatto, e queste opere, che ha attuato, non manifestano affatto tutta la sua potenza. E non perché gli mancasse il potere egli non ha creato più di così: la sua volontà non ha confini: se egli lo volesse, potrebbe creare ancora tutti i giorni, solo che ne sorgerebbe un guazzabuglio. Se le creature crescessero giorno per giorno, non potrebbero più, per il loro numero immenso, conoscersi a vicenda. Se dunque egli concedesse loro di accrescersi in questo modo, esse non si accrescerebbero; a che utilità le avrebbe create allora, se dovessero restare straniere le une alle altre? Ciò poi che il Creatore fece, non lo fece per rendere più grande se stesso: egli non era più piccolo prima di creare, né divenne più grande dopo che ebbe creato. Le sue opere egli volle che avessero una data grandezza, perciò le creò in misura. Certo, avrebbe potuto rendere grande all’infinito questo creato, ma avrebbe così gettato nello scompiglio i suoi abitatori, e alla confusione segue il danno. 

Egli non creò dunque quanto poté. Egli non opera quanto può, ma quanto si conviene. Se avesse continuato a creare e non avesse limitato il suo agire, ne avremmo avuto un parto smisurato, privo certo di saggezza. Lo si sarebbe potuto paragonare a una fonte che scorre continuamente senza interruzione. Il Creatore sarebbe una sorgente che è legata alla propria natura e non può perciò arrestare il proprio corso: egli non avrebbe potere sulla propria volontà. Ora, come egli ci rivela la sua volontà solo lasciando libero corso alla sua opera creatrice, così egli può rivelarcene la potenza solo interrompendo tale opera. Egli comincia a creare per attuare le creature; egli cessa di creare, per realizzare l’ordine. Se egli ogni giorno creasse cielo, terra e altre creature, la sua opera sarebbe un guazzabuglio senza ordine, ed egli non sarebbe grande nel suo agire, per essere in esso privo di saggezza. Anche la bocca che parla deve parlare secondo un certo ordine. Perché può parlare, infatti, non è tenuta forse anche a cessar di parlare? E le parole non escono dalla bocca tanto facilmente come l’opera creatrice esce dal Creatore. Le creature sono molto più facili al Creatore che le parole a chi parla; ma per questo, perché egli può creare, non crea continuamente nuove realtà. Per il discorso dell’uomo c’è un certo ordine; tanto più dunque egli si controlla, quantunque possa creare ogni ora. Perciò cessò di creare, per dare ordine a ciò che aveva creato. 

Chi sarebbe in grado di riferire quanto egli potrebbe creare? Molto è ciò che ha creato; molto è anche ciò che ha tralasciato di creare. Quello che ha creato, è incommensurabile; quello che non ha creato, è imperscrutabile. Tutto ciò che egli produce al suo cenno, viene dal nulla. È perciò del tutto nascosto a chi lo indaga, sia esso visibile o invisibile. Tu non puoi sapere quanto egli ha fatto, e neppure quanto egli può fare. Solo l’Unigenito, che è nascosto nel suo seno, conosce il come e il quanto.

Efrem Siro, La fede, 2,4-5

 

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