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La continuazione dell’opera creatrice

"Il problema se i lineamenti dei corpi vengano formati a uno a uno da Dio creatore, non ti agiterà più se, per quanto può la mente umana, riuscirai a comprendere la potenza della divina opera creatrice. Come possiamo infatti negare che anche ora Dio operi in tutto ciò che vien creato, dato che il Signore dice: Il Padre mio fino ad ora opera (Gv 5,17)? Perciò il riposo dal settimo giorno lo si deve intendere nel senso che Dio cessò di creare le diverse specie della natura, non cessando tuttavia di governare quelle già create. Dato dunque che tutta la natura viene governata dal Creatore e tutte le cose nascono in ordine, a luogo e tempo debito, Dio opera fino ad ora. Infatti se Dio ora non formasse queste cose, come si leggerebbe nella Scrittura: Prima di formarti nell’utero, ti ho conosciuto (Ger 1,5)? E come si dovrebbe intendere il passo: E se il fieno del campo, che oggi è, e domani viene gettato nel forno, Dio riveste così... (Mt 6,30)? Crederemo forse che il fieno viene da Dio vestito, e i corpi non vengono da Dio formati? E dicendo «veste», parla evidentemente non di una preordinazione passata, ma di una operazione presente. A ciò allude anche il passo paolino sulle semenze, già ricordato: Tu non semini il corpo che sarà, ma un grano nudo, come, puoi pensare, di frumento o di qualsiasi altra pianta; ma Dio gli dà il corpo, come vuole (1Cor 15,37-38). Non dice «gli ha dato», né «gli ha predisposto», ma dice «gli dà», perché tu comprenda che il Creatore applica l’efficacia della sua sapienza alla creazione delle cose che nascono ogni giorno a loro tempo; e di quella Sapienza sta scritto: Si estende da un confine all’altro con forza e dispone - non dice «dispose» - ma dispone tutto con soavità (Sap 8,1). È una grande cosa sapere, anche solo un pochino, come tutte le realtà mutevoli e temporali vengano create non già mediante azioni mutevoli e temporali del Creatore, ma dalla sua eterna e stabile potenza."

Agostino, Le Lettere, III, 205,17 (a Consenzio)

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