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CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

 

COSTITUZIONE APOSTOLICA
«FIDEI DEPOSITUM»

PER LA PUBBLICAZIONE DEL 
CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA

REDATTO DOPO
IL CONCILIO ECUMENICO VATICANO II

GIOVANNI PAOLO II VESCOVO
SERVO DEI SERVI DI DIO
A PERPETUA MEMORIA


Ai Venerabili Fratelli Cardinali, Arcivescovi, Vescovi,
Presbiteri, Diaconi e a tutti i Membri del Popolo di Dio

Custodire il deposito della fede è la missione che il Signore ha affidato alla sua Chiesa e che essa compie in ogni tempo. Il Concilio Ecumenico Vaticano II, aperto trent'anni or sono dal mio predecessore il Papa Giovanni XXIII, di felice memoria, aveva come intenzione e come finalità di mettere in luce la missione apostolica e pastorale della Chiesa, e di condurre tutti gli uomini, facendo risplendere la verità del Vangelo, a cercare e ad accogliere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza.3

Al Concilio il Papa Giovanni XXIII aveva assegnato come compito principale di meglio custodire e presentare il prezioso deposito della dottrina cristiana, per renderlo più accessibile ai fedeli di Cristo e a tutti gli uomini di buona volontà. Pertanto il Concilio non doveva per prima cosa condannare gli errori dell'epoca, ma innanzi tutto impegnarsi a mostrare serenamente la forza e la bellezza della dottrina della fede. « Illuminata dunque dalla luce di questo Concilio — diceva il Papa —, la Chiesa si ingrandirà di spirituali ricchezze, come confidiamo, e, attingendovi forze di nuove energie, guarderà intrepida al futuro ». Il nostro dovere « è di dedicarci con alacre volontà e senza timore a quell'opera che la nostra età esige, proseguendo così il cammino che la Chiesa compie da quasi venti secoli ».4

Con l'aiuto di Dio i Padri conciliari hanno potuto elaborare, in quattro anni di lavoro, un considerevole complesso di esposizioni dottrinali e di direttive pastorali offerte a tutta la Chiesa. Pastori e fedeli vi trovano orientamenti per quel « rinnovamento di pensieri, di attività, di costumi e di forza morale, di gaudio e di speranza, che è stato lo scopo stesso del Concilio ».5

Dopo la sua conclusione, il Concilio non ha cessato di ispirare la vita della Chiesa. Nel 1985 potevo affermare: « Per me — che ho avuto la grazia speciale di parteciparvi e di collaborare attivamente al suo svolgimento — il Vaticano II è sempre stato, ed è in modo particolare in questi anni del mio Pontificato, il costante punto di riferimento di ogni mia azione pastorale, nell'impegno consapevole di tradurne le direttive in applicazione concreta e fedele, a livello di ogni Chiesa e di tutta la Chiesa. Occorre incessantemente rifarsi a questa sorgente ».6

In questo spirito, il 25 gennaio 1985 ho convocato un'Assemblea Straordinaria del Sinodo dei Vescovi, in occasione del ventesimo anniversario della chiusura del Concilio. Scopo di questa assemblea era di celebrare le grazie e i frutti spirituali del Concilio Vaticano II, di approfondirne l'insegnamento affinché tutti i fedeli meglio aderiscano ad esso e ne promuovano la conoscenza e l'applicazione.

In questa circostanza i Padri sinodali hanno affermato: « Moltissimi hanno espresso il desiderio che venga composto un catechismo o compendio di tutta la dottrina cattolica per quanto riguarda sia la fede che la morale, perché sia quasi un punto di riferimento per i catechismi o compendi che vengono preparati nelle diverse regioni. La presentazione della dottrina deve essere biblica e liturgica. Deve trattarsi di una sana dottrina, adatta alla vita attuale dei cristiani ».7 Dopo la chiusura del Sinodo, ho fatto mio questo desiderio, ritenendolo « pienamente rispondente ad un vero bisogno della Chiesa universale e delle Chiese particolari ».8

Come non ringraziare di tutto cuore il Signore, in questo giorno in cui possiamo offrire a tutta la Chiesa, con il titolo di « Catechismo della Chiesa Cattolica », questo « testo di riferimento » per una catechesi rinnovata alle vive sorgenti della fede!

Dopo il rinnovamento della liturgia e la nuova codificazione del Diritto canonico della Chiesa latina e dei canoni delle Chiese orientali cattoliche, questo Catechismo apporterà un contributo molto importante a quell'opera di rinnovamento dell'intera vita ecclesiale, voluta e iniziata dal Concilio Vaticano II.

Il « Catechismo della Chiesa Cattolica » è frutto di una larghissima collaborazione: è stato elaborato in sei anni di intenso lavoro condotto in uno spirito di attenta apertura e con un appassionato ardore.

Nel 1986 ho affidato a una Commissione di dodici Cardinali e Vescovi, presieduta dal signor Cardinale Joseph Ratzinger, l'incarico di preparare un progetto per il Catechismo richiesto dai Padri del Sinodo. Un Comitato di redazione di sette Vescovi diocesani, esperti di teologia e di catechesi, ha affiancato la Commissione nel suo lavoro.

La Commissione, incaricata di dare le direttive e di vigilare sullo svolgimento dei lavori, ha seguito attentamente tutte le tappe della redazione delle nove successive stesure. Il Comitato di redazione, da parte sua, ha assunto la responsabilità di scrivere il testo, di apportarvi le modifiche richieste dalla Commissione e di esaminare le osservazioni di numerosi teologi, esegeti e catecheti e soprattutto dei Vescovi del mondo intero, al fine di migliorare il testo. Nel Comitato le varie opinioni si sono confrontate con grande frutto, così che il testo è risultato più ricco e la sua unità e omogeneità sono state del tutto assicurate.

Il progetto è stato fatto oggetto di una vasta consultazione di tutti i Vescovi cattolici, delle loro Conferenze episcopali o dei loro Sinodi, degli Istituti di teologia e di catechetica. Nel suo insieme esso ha avuto un'accoglienza largamente favorevole da parte dell'Episcopato. Si ha ragione di affermare che questo Catechismo è il frutto di una collaborazione di tutto l'Episcopato della Chiesa Cattolica, il quale ha accolto con generosità il mio invito ad assumere la propria parte di responsabilità in un'iniziativa che riguarda da vicino la vita ecclesiale. Tale risposta suscita in me un profondo sentimento di gioia, perché il concorso di tante voci esprime veramente quella che si può chiamare la « sinfonia » della fede. La realizzazione di questo Catechismo riflette in tal modo la natura collegiale dell'Episcopato: testimonia la cattolicità della Chiesa.

Un catechismo deve presentare con fedeltà ed in modo organico l'insegnamento della Sacra Scrittura, della Tradizione vivente nella Chiesa e del Magistero autentico, come pure l'eredità spirituale dei Padri, dei Dottori, dei santi e delle sante della Chiesa per permettere di conoscere meglio il mistero cristiano e di ravvivare la fede del popolo di Dio. Esso deve tener conto delle esplicitazioni della dottrina che nel corso dei tempi lo Spirito Santo ha suggerito alla Chiesa. È anche necessario che aiuti a illuminare con la luce della fede le situazioni nuove e i problemi che nel passato non erano ancora emersi.

Il Catechismo comprenderà quindi cose nuove e cose antiche,9 poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove.

Per rispondere a questa duplice esigenza, il « Catechismo della Chiesa Cattolica » da una parte riprende l'« antico » ordine, quello tradizionale, già seguito dal Catechismo di san Pio V, articolando il contenuto in quattro parti: il Credo; la sacra liturgia con i sacramenti in primo piano; l'agire cristiano, esposto a partire dai comandamenti; ed infine la preghiera cristiana. Ma, nel medesimo tempo, il contenuto è spesso espresso in un modo « nuovo », per rispondere agli interrogativi della nostra epoca.

Le quattro parti sono legate le une alle altre: il mistero cristiano è l'oggetto della fede (prima parte); è celebrato e comunicato nelle azioni liturgiche (seconda parte); è presente per illuminare e sostenere i figli di Dio nel loro agire (terza parte); fonda la nostra preghiera, la cui espressione privilegiata è il « Padre nostro », e costituisce l'oggetto della nostra supplica, della nostra lode, della nostra intercessione (quarta parte).

La liturgia è essa stessa preghiera; la confessione della fede trova il suo giusto posto nella celebrazione del culto. La grazia, frutto dei sacramenti, è la condizione insostituibile dell'agire cristiano, così come la partecipazione alla liturgia della Chiesa richiede la fede. Se la fede non si sviluppa nelle opere, è morta10 e non può dare frutti di vita eterna.

Leggendo il « Catechismo della Chiesa Cattolica », si può cogliere la meravigliosa unità del mistero di Dio, del suo disegno di salvezza, come pure la centralità di Gesù Cristo, l'Unigenito Figlio di Dio, mandato dal Padre, fatto uomo nel seno della Santissima Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, per essere il nostro Salvatore. Morto e risorto, egli è sempre presente nella sua Chiesa, particolarmente nei sacramenti; egli è la sorgente della fede, il modello dell'agire cristiano e il maestro della nostra preghiera.

Il « Catechismo della Chiesa Cattolica », che ho approvato lo scorso 25 giugno e di cui oggi ordino la pubblicazione in virtù dell'autorità apostolica, è un'esposizione della fede della Chiesa e della dottrina cattolica, attestate o illuminate dalla Sacra Scrittura, dalla Tradizione apostolica e dal Magistero della Chiesa. Io lo dichiaro norma sicura per l'insegnamento della fede e quindi valido e legittimo strumento al servizio della comunione ecclesiale. Possa servire al rinnovamento al quale lo Spirito Santo incessantemente chiama la Chiesa di Dio, corpo di Cristo, pellegrina verso la luce senza ombre del Regno!

Approvare il « Catechismo della Chiesa Cattolica » e promulgarlo appartiene al servizio che il Successore di Pietro vuole rendere alla santa Chiesa Cattolica, a tutte le Chiese particolari in pace e in comunione con la Sede Apostolica di Roma: il servizio cioè di sostenere e confermare la fede di tutti i discepoli del Signore Gesù,11 come pure di rafforzare i legami dell'unità nella medesima fede apostolica.

Chiedo pertanto ai Pastori della Chiesa e ai Fedeli di accogliere questo Catechismo in spirito di comunione e di usarlo assiduamente nel compiere la loro missione di annunziare la fede e di chiamare alla vita evangelica. Questo Catechismo viene loro dato perché serva come testo di riferimento sicuro e autentico per l'insegnamento della dottrina cattolica, e in modo tutto particolare per l'elaborazione dei catechismi locali. Viene pure offerto a tutti i Fedeli che desiderano approfondire la conoscenza delle ricchezze inesauribili della salvezza.12 Intende dare un sostegno agli sforzi ecumenici animati dal santo desiderio dell'unità di tutti i cristiani, mostrando con esattezza il contenuto e l'armoniosa coerenza della fede cattolica. Il « Catechismo della Chiesa Cattolica », infine, è offerto ad ogni uomo che ci domandi ragione della speranza che è in noi13 e che voglia conoscere ciò che la Chiesa Cattolica crede.

Questo Catechismo non è destinato a sostituire i catechismi locali debitamente approvati dalle autorità ecclesiastiche, i Vescovi diocesani e le Conferenze episcopali, soprattutto se hanno ricevuto l'approvazione della Sede Apostolica. Esso è destinato ad incoraggiare ed aiutare la redazione di nuovi catechismi locali, che tengano conto delle diverse situazioni e culture, ma che custodiscano con cura l'unità della fede e la fedeltà alla dottrina cattolica.

Al termine di questo documento che presenta il « Catechismo della Chiesa Cattolica », prego la Santissima Vergine Maria, Madre del Verbo Incarnato e Madre della Chiesa, di sostenere con la sua potente intercessione l'impegno catechistico dell'intera Chiesa ad ogni livello, in questo tempo in cui essa è chiamata ad un nuovo sforzo di evangelizzazione. Possa la luce della vera fede liberare l'umanità dall'ignoranza e dalla schiavitù del peccato, per condurla alla sola libertà degna di questo nome:14 quella della vita in Gesù Cristo sotto la guida dello Spirito Santo, quaggiù e nel regno dei cieli, nella pienezza della beatitudine della visione di Dio faccia a faccia!15

Dato il giorno 11 ottobre 1992, trentesimo anniversario dell'apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, quattordicesimo anno del mio pontificato.


(3) Cf Ef 3,19.

(4) Giovanni XXIII, Discorso di apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962: AAS 54 (1962), pp. 788-791.

(5) Paolo VI, Discorso di chiusura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 8 dicembre 1965: AAS 58 (1966), pp. 7-8.

(6) Allocuzione 25 gennaio 1985: L'Osservatore Romano, 27 gennaio 1985.

(7) Sinodo dei Vescovi (assemblea generale straordinaria, 1985), Relazione finale, 7 dicembre 1985, II, B, a, n. 4 (Città del Vaticano 1985), n. 11.

(8) Discorso ai Padri riuniti per la chiusura del Sinodo dei Vescovi (assemblea generale straordinaria), 7 dicembre 1985, n. 6: AAS 78 (1986), p. 435.

(9) Cf Mt 13,52.

(10) Cf Gc 2,14-26.

(11) Cf Lc 22,32.

(12) Cf Ef 3,8.

(13) Cf 1 Pt 3,15.

(14) Cf Gv 8,32.

(15) Cf 1 Cor 13,12; 2 Cor 5,6-8.