CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
PARTE PRIMA
LA PROFESSIONE DELLA FEDE
SEZIONE SECONDA: LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
CAPITOLO SECONDO CREDO IN GESU' CRISTO, UNICO FIGLIO DI DIO
ARTICOLO 4 GESU' CRISTO «PATI' SOTTO PONZIO PILATO, FU
CROCIFISSO, MORI' E FU SEPOLTO» 571
Il mistero pasquale della croce e della risurrezione di Cristo è al
centro della Buona Novella che gli Apostoli, e la Chiesa dopo di loro,
devono annunziare al mondo. Il disegno salvifico di Dio si è compiuto «
una volta sola » (Eb 9,26) con la morte redentrice del Figlio suo
Gesù Cristo. 572 La Chiesa resta fedele
all'interpretazione di tutte le Scritture data da Gesù stesso sia prima,
sia dopo la sua pasqua: 334 « Non bisognava che il Cristo
sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria? » (Lc
24,26). Le sofferenze di Gesù hanno preso la loro forma storica concreta
dal fatto che egli è stato « riprovato dagli anziani, dai sommi
sacerdoti e dagli scribi » (Mc 8,31), i quali lo hanno consegnato
« ai pagani perché sia schernito e flagellato e crocifisso » (Mt
20,19). 573 La fede può dunque cercare di
indagare le circostanze della morte di Gesù, fedelmente riferite dai
Vangeli 335 e illuminate da altre fonti storiche, al fine di
una migliore comprensione del senso della redenzione.
Paragrafo 1 GESU' E ISRAELE 574
Fin dagli inizi del ministero pubblico di Gesù, alcuni farisei e alcuni
sostenitori di Erode, con alcuni sacerdoti e scribi, si sono accordati
per farlo morire. 336 Per certe sue azioni (per la cacciata
dei demoni; 337 il perdono dei peccati; 338 le
guarigioni in giorno di sabato; 339 la propria
interpretazione dei precetti di purità legale; 340 la
familiarità con i pubblicani e i pubblici peccatori 341).
Gesù è apparso ad alcuni malintenzionati sospetto di possessione
demoniaca. 342 Lo si è accusato di bestemmia 343 e
di falso profetismo, 344 crimini religiosi che la Legge
puniva con la pena di morte sotto forma di lapidazione. 345
575 Molte azioni e parole di Gesù sono dunque state un «
segno di contraddizione » 346 per le autorità religiose di
Gerusalemme, quelle che il Vangelo di san Giovanni spesso chiama « i
Giudei », 347 ancor più che per il comune popolo di Dio.
348 Certamente, i suoi rapporti con i farisei non furono
esclusivamente polemici. Ci sono dei farisei che lo mettono in guardia
in ordine al pericolo che corre. 349 Gesù loda alcuni di
loro, come lo scriba di Mc 12,34, e mangia più volte in casa di
farisei. 350 Gesù conferma dottrine condivise da questa élite
religiosa del popolo di Dio: la risurrezione dei morti, 351
le forme di pietà (elemosina, preghiera e digiuno), 352 e
l'abitudine di rivolgersi a Dio come Padre, la centralità del
comandamento dell'amore di Dio e del prossimo. 353
576 Agli occhi di molti in Israele, Gesù sembra agire contro le
istituzioni fondamentali del popolo eletto: —
l'obbedienza alla Legge nell'integralità dei suoi precetti scritti e,
per i farisei, nell'interpretazione della tradizione orale;
— la centralità del Tempio di Gerusalemme come luogo santo dove Dio
abita in un modo privilegiato; — la fede nell'unico
Dio del quale nessun uomo può condividere la gloria.
I. Gesù e la Legge 577 Gesù ha fatto
una solenne precisazione all'inizio del discorso della montagna, quando
ha presentato, alla luce della grazia della Nuova Alleanza, la Legge
data da Dio sul Sinai al momento della prima Alleanza:
« Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i
Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità
vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà
neppure un iota o un segno dalla Legge, senza che tutto sia compiuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e
insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel
regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini,
sarà considerato grande nel regno dei cieli » (Mt 5,17-19).
578 Gesù, il Messia d'Israele, il più
grande quindi nel regno dei cieli, aveva il dovere di osservare la
Legge, praticandola nella sua integralità fin nei minimi precetti,
secondo le sue stesse parole. Ed è anche il solo che l'abbia potuto fare
perfettamente. 354 Gli Ebrei, secondo quanto essi stessi
confessano, non hanno mai potuto osservare la Legge nella sua
integralità senza trasgredire il più piccolo precetto. 355
Per questo, ogni anno, alla festa dell'Espiazione, i figli d'Israele
chiedono perdono a Dio per le loro trasgressioni della Legge. In realtà,
la Legge costituisce un tutto unico e, come ricorda san Giacomo, «
chiunque osservi tutta la Legge, ma la trasgredisca in un punto solo,
diventa colpevole di tutto » (Gc 2,10). 356
579 Il principio dell'integralità dell'osservanza della Legge, non
solo nella lettera ma nel suo spirito, era caro ai farisei. Mettendolo
in forte risalto per Israele, essi hanno condotto molti ebrei del tempo
di Gesù a uno zelo religioso estremo. 357 E questo, se non
voleva risolversi in una casistica « ipocrita », 358 non
poteva che preparare il popolo a quell'inaudito intervento di Dio che
sarà l'osservanza perfetta della Legge da parte dell'unico Giusto al
posto di tutti i peccatori. 359 580
L'adempimento perfetto della Legge poteva essere soltanto opera del
divino Legislatore nato sotto la Legge nella Persona del Figlio.
360 Con Gesù, la Legge non appare più incisa su tavole di pietra
ma scritta « nell'animo » e nel « cuore » (Ger 31,33) del Servo
che, proclamando « il diritto con fermezza » (Is 42,3), diventa
l'« alleanza del popolo » (Is 42,6). Gesù compie la Legge fino a
prendere su di sé « la maledizione della Legge », 361 in cui
erano incorsi coloro che non erano rimasti fedeli « a tutte le cose
scritte nel libro della Legge »; 362 infatti la morte di
Cristo intervenne « per la redenzione delle colpe commesse sotto la
prima Alleanza » (Eb 9,15). 581 Gesù è
apparso agli occhi degli Ebrei e dei loro capi spirituali come un «
rabbi ». 363 Spesso egli ha usato argomentazioni che
rientravano nel quadro dell'interpretazione rabbinica della Legge.
364 Ma al tempo stesso, Gesù non poteva che urtare i dottori della
Legge; infatti, non si limitava a proporre la sua interpretazione
accanto alle loro; « egli insegnava come uno che ha autorità e non come
i loro scribi » (Mt 7,29). In lui, è la Parola stessa di Dio,
risuonata sul Sinai per dare a Mosè la Legge scritta, a farsi di nuovo
sentire sul monte delle beatitudini. 365 Questa Parola non
abolisce la Legge, ma la porta a compimento dandone in maniera divina
l'interpretazione definitiva: « Avete inteso che fu detto agli antichi
[...]; ma io vi dico » (Mt 5,33-34). Con questa stessa autorità
divina, Gesù sconfessa certe « tradizioni degli uomini » 366
care ai farisei i quali annullano la parola di Dio. 367
582 Spingendosi oltre, Gesù dà compimento alla Legge sulla purità
degli alimenti, tanto importante nella vita quotidiana giudaica,
svelandone il senso « pedagogico » 368 con una
interpretazione divina: « Tutto ciò che entra nell'uomo dal di fuori non
può contaminarlo [...]. Dichiarava così mondi tutti gli alimenti [...].
Ciò che esce dall'uomo, questo sì contamina l'uomo. Dal di dentro
infatti, cioè dal cuore dell'uomo, escono le intenzioni cattive » (Mc
7,18-21). Dando con autorità divina l'interpretazione definitiva della
Legge, Gesù si è trovato a scontrarsi con certi dottori della Legge, i
quali non accettavano la sua interpretazione, sebbene fosse garantita
dai segni divini che la accompagnavano. 369 Ciò vale
soprattutto per la questione del sabato: Gesù ricorda, ricorrendo spesso
ad argomentazioni rabbiniche, 370 che il riposo del sabato
non viene violato dal servizio di Dio 371 o del prossimo,
372 servizio che le guarigioni da lui operate compiono.
II. Gesù e il Tempio 583 Gesù, come
prima di lui i profeti, ha manifestato per il Tempio di Gerusalemme il
più profondo rispetto. Vi è stato presentato da Giuseppe e Maria
quaranta giorni dopo la nascita. 373 All'età di dodici anni
decide di rimanere nel Tempio, per ricordare ai suoi genitori che egli
deve occuparsi delle cose del Padre suo. 374 Vi è salito ogni
anno, almeno per la Pasqua, durante la sua vita nascosta; 375
lo stesso suo ministero pubblico è stato ritmato dai suoi pellegrinaggi
a Gerusalemme per le grandi feste ebraiche. 376
584 Gesù è salito al Tempio come al luogo privilegiato dell'incontro
con Dio. Per lui il Tempio è la dimora del Padre suo, una casa di
preghiera, e si accende di sdegno per il fatto che il cortile esterno è
diventato un luogo di commercio. 377 Se scaccia i mercanti
dal Tempio, a ciò è spinto dall'amore geloso per il Padre suo: « Non
fate della casa di mio Padre un luogo di mercato. I discepoli si
ricordarono che sta scritto: "Lo zelo per la tua casa mi divora" (Sal
69,10) » (Gv 2,16-17). Dopo la sua risurrezione, gli Apostoli
hanno conservato un religioso rispetto per il Tempio. 378
585 Alla vigilia della sua passione, Gesù ha però annunziato la
distruzione di questo splendido edificio, di cui non sarebbe rimasta
pietra su pietra. 379 In ciò vi è l'annunzio di un segno
degli ultimi tempi che stanno per iniziare con la sua pasqua. 380
Ma questa profezia ha potuto essere riferita in maniera deformata da
falsi testimoni al momento del suo interrogatorio presso il sommo
sacerdote 381 e ripetuta come ingiuria mentre era inchiodato
sulla croce. 382 586 Lungi
dall'essere stato ostile al Tempio 383 dove ha dato
l'essenziale del suo insegnamento, 384 Gesù ha voluto pagare
la tassa per il Tempio associandosi a Pietro, 385 che aveva
posto come fondamento di quella che sarebbe stata la sua Chiesa.
386 Ancor più, egli si è identificato con il Tempio presentandosi
come la dimora definitiva di Dio in mezzo agli uomini. 387
Per questo la sua uccisione nel corpo 388 annunzia la
distruzione del Tempio, distruzione che manifesterà l'entrata in una
nuova età della storia della salvezza: « È giunto il momento in cui né
su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre » (Gv
4,21). 389
III. Gesù e la fede d'Israele nel Dio unico e Salvatore
587 Se la Legge e il Tempio di Gerusalemme hanno potuto essere
occasione di « contraddizione » 390 da parte di Gesù per le
autorità religiose di Israele, è però il suo ruolo nella redenzione dei
peccati, opera divina per eccellenza, a rappresentare per costoro la
vera pietra d'inciampo. 391 588
Gesù ha scandalizzato i farisei mangiando con i pubblicani e i peccatori
392 con la stessa familiarità con cui pranzava con loro. 393
Contro quelli tra i farisei « che presumevano di essere giusti e
disprezzavano gli altri » (Lc 18,9), 394 Gesù ha
affermato: « Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a
convertirsi » (Lc 5,32). Si è spinto oltre, proclamando davanti
ai farisei che, essendo il peccato universale, 395 coloro che
presumono di non avere bisogno di salvezza, sono ciechi sul proprio
conto. 396 589 Gesù ha suscitato
scandalo soprattutto per aver identificato il proprio comportamento
misericordioso verso i peccatori con l'atteggiamento di Dio stesso a
loro riguardo. 397 È arrivato a lasciar intendere che,
sedendo a mensa con i peccatori, 398 li ammetteva al
banchetto messianico. 399 Ma è soprattutto perdonando i
peccati, che Gesù ha messo le autorità religiose di Israele di fronte a
un dilemma. Costoro non erano nel giusto quando, costernati, dicevano: «
Chi può rimettere i peccati se non Dio solo? » (Mc 2,7)?
Perdonando i peccati, Gesù o bestemmia perché è un uomo che si fa uguale
a Dio, 400 oppure dice il vero e la sua persona rende
presente e rivela il nome di Dio. 401
590 Soltanto l'identità divina della persona di Gesù può
giustificare un'esigenza assoluta come questa: « Chi non è con me è
contro di me » (Mt 12,30); altrettanto quando egli dice che in
lui c'è « più di Giona, [...] più di Salomone » (Mt 12,41-42),
qualcosa più grande del Tempio; 402 quando ricorda, a proprio
riguardo, che Davide ha chiamato il Messia suo Signore, 403 e
quando afferma: « Prima che Abramo fosse, Io Sono » (Gv 8,58); e
anche: « Io e il Padre siamo una cosa sola » (Gv 10,30).
591 Gesù ha chiesto alle autorità religiose di Gerusalemme di
credere in lui a causa delle opere del Padre che egli compiva. 404
Un tale atto di fede, però, doveva passare attraverso una misteriosa
morte a se stessi per una rinascita dall'alto, 405 sotto lo
stimolo della grazia divina. 406 Una simile esigenza di
conversione di fronte a un così sorprendente compimento delle promesse
407 permette di capire la tragica incomprensione del sinedrio che
ha stimato Gesù meritevole di morte perché bestemmiatore. 408
I suoi membri agivano così per ignoranza 409 e al tempo
stesso per l'indurimento 410 dell'incredulità. 411
In sintesi 592 Gesù non ha abolito
la Legge del Sinai, ma l'ha portata a compimento 412
con una tale perfezione 413 da rivelarne il senso
ultimo 414 e da riscattarne le trasgressioni.
415 593 Gesù ha venerato il Tempio
salendovi in occasione delle feste ebraiche di pellegrinaggio e ha amato
di un amore geloso questa dimora di Dio in mezzo agli uomini. Il Tempio
prefigura il suo mistero. Se ne predice la distruzione, è per
manifestare la sua propria uccisione e l'inizio di una nuova epoca della
storia della salvezza, nella quale il suo corpo sarà il Tempio
definitivo. 594 Gesù ha
compiuto azioni, quale il perdono dei peccati, che lo hanno rivelato
come il Dio Salvatore. 416 Alcuni Giudei, i quali non
riconoscevano il Dio fatto uomo, 417 ma vedevano in
lui « un uomo » che si faceva Dio, 418 l'hanno
giudicato un bestemmiatore.
(334) Lc 24,27.44-45.
(335) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, 19: AAS 58
(1966) 826-827. (336) Cf Mc
3,6. (337) Cf Mt 12,24.
(338) Cf Mc 2,7. (339)
Cf Mc 3,1-6. (340) Cf
Mc 7,14-23. (341) Cf Mc
2,14-17. (342) Cf Mc
3,22; Gv 8,48; 10,20.
(343) Cf Mc 2,7; Gv 5,18; 10,33.
(344) Cf Gv 7,12; 7,52.
(345) Cf Gv 8,59; 10,31.
(346) Cf Lc 2,34. (347)
Cf Gv 1,19; 2,18; 5,10; 7,13; 9,22; 18,12; 19,38; 20,19.
(348) Cf Gv 7,48-49.
(349) Cf Lc 13,31.
(350) Cf Lc 7,36; 14,1.
(351) Cf Mt 22,23-34; Lc 20,39.
(352) Cf Mt 6,2-18.
(353) Cf Mc 12,28-34.
(354) Cf Gv 8,46. (355)
Cf Gv 7,19; At 13,38-41; 15,10.
(356) Cf Gal 3,10; 5,3.
(357) Cf Rm 10,2. (358)
Cf Mt 15,3-7; Lc 11,39-54.
(359) Cf Is 53,11; Eb 9,15.
(360) Cf Gal 4,4. (361)
Cf Gal 3,13. (362) Cf
Gal 3,10. (363) Cf Gv
11,28; 3,2; Mt 22,23-24.34-36.
(364) Cf Mt 12,5; 9,12; Mc 2,23-27; Lc 6,6-9; Gv
7,22-23. (365) Cf Mt
5,1. (366) Cf Mc 7,8.
(367) Cf Mc 7,13. (368)
Cf Gal 3,24. (369) Cf
Gv 5,36; 10,25.37-38; 12,37.
(370) Cf Mc 2,25-27; Gv 7,22-24.
(371) Cf Mt 12,5; Nm 28,9.
(372) Cf Lc 13,15-16; 14,3-4.
(373) Cf Lc 2,22-39.
(374) Cf Lc 2,46-49.
(375) Cf Lc 2,41. (376)
Cf Gv 2,13-14; 5,1.14; 7,1.10.14; 8,2; 10,22-23.
(377) Cf Mt 21,13.
(378) Cf At 2,46; 3,1; 5,20-21; ecc.
(379) Cf Mt 24,1-2.
(380) Cf Mt 24,3; Lc 13,35.
(381) Cf Mc 14,57-58.
(382) Cf Mt 27,39-40.
(383) Cf Mt 8,4; 23,21; Lc 17,14; Gv 4,22.
(384) Cf Gv 18,20.
(385) Cf Mt 17,24-27.
(386) Cf Mt 16,18.
(387) Cf Gv 2,21; Mt 12,6.
(388) Cf Gv 2,18-22.
(389) Cf Gv 4,23-24; Mt 27,51; Eb 9,11; Ap
21,22. (390) Cf Lc
2,34. (391) Cf Lc
20,17-18; Sal 118,22.
(392) Cf Lc 5,30. (393)
Cf Lc 7,36; 11,37; 14,1.
(394) Cf Gv 7,49; 9,34.
(395) Cf Gv 8,33-36.
(396) Cf Gv 9,40-41.
(397) Cf Mt 9,13; Os 6,6.
(398) Cf Lc 15,1-2.
(399) Cf Lc 15,23-32.
(400) Cf Gv 5,18; 10,33.
(401) Cf Gv 17,6.26.
(402) Cf Mt 12,6. (403)
Cf Mc 12,36-37. (404)
Cf Gv 10,36-38. (405)
Cf Gv 3,7. (406) Cf
Gv 6,44. (407) Cf Is
53,1. (408) Cf Mc 3,6;
Mt 26,64-66. (409) Cf
Lc 23,34; At 3,17-18.
(410) Cf Mc 3,5; Rm 11,25.
(411) Cf Rm 11,20.
(412) Cf Mt 5,17-19.
(413) Cf Gv 8,46. (414)
Cf Mt 5,33. (415) Cf
Eb 9,15. (416) Cf Gv
5,16-18. (417) Cf Gv
1,14. (418) Cf Gv
10,33. |