CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA
PARTE PRIMA
LA PROFESSIONE DELLA FEDE
SEZIONE SECONDA: LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
CAPITOLO TERZO CREDO NELLO SPIRITO SANTO
ARTICOLO 9 «CREDO LA SANTA CHIESA CATTOLICA»
Paragrafo 2 LA CHIESA - POPOLO DI DIO, CORPO DI CRISTO,
TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO
I. La Chiesa - popolo di Dio 781
« In ogni tempo e in ogni nazione è accetto a Dio chiunque lo teme e
opera la sua giustizia. Tuttavia piacque a Dio di santificare e salvare
gli uomini non individualmente e senza alcun legame tra loro, ma volle
costituire di loro un popolo, che lo riconoscesse nella verità e
santamente lo servisse. Si scelse quindi per sé il popolo israelita,
stabilì con lui un'alleanza e lo formò progressivamente [...]. Tutto
questo però avvenne in preparazione e in figura di quella nuova e
perfetta Alleanza che doveva concludersi in Cristo [...] cioè la Nuova
Alleanza nel suo sangue, chiamando gente dai Giudei e dalle nazioni,
perché si fondesse in unità non secondo la carne, ma nello Spirito ».
206 Le caratteristiche del popolo di Dio
782 Il popolo di Dio presenta caratteristiche che lo
distinguono nettamente da tutti i raggruppamenti religiosi, etnici,
politici o culturali della storia:
— È il popolo di Dio: Dio non appartiene in proprio ad
alcun popolo. Ma egli si è acquistato un popolo da coloro che un tempo
erano non-popolo: « la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la nazione
santa » (1 Pt 2,9). — Si diviene membri
di questo popolo non per la nascita fisica, ma per la « nascita
dall'alto », « dall'acqua e dallo Spirito » (Gv 3,3-5), cioè
mediante la fede in Cristo e il Battesimo. — Questo
popolo ha per Capo Gesù Cristo (Unto, Messia): poiché la medesima
unzione, lo Spirito Santo, scorre dal Capo al corpo, esso è « il popolo
messianico ». — « Questo popolo ha per condizione
la dignità e la libertà dei figli di Dio, nel cuore dei quali dimora lo
Spirito Santo come nel suo tempio ». 207
— « Ha per legge il nuovo precetto di amare come lo stesso Cristo
ci ha amati ». 208 È la legge « nuova » dello Spirito Santo.
209 — Ha per missione di essere il sale
della terra e la luce del mondo. 210 « Costituisce per tutta
l'umanità un germe validissimo di unità, di speranza e di salvezza ».
211 — « E, da ultimo, ha per fine il
regno di Dio, incominciato in terra dallo stesso Dio, e che deve essere
ulteriormente dilatato, finché alla fine dei secoli sia da lui portato a
compimento ». 212 Un popolo
sacerdotale, profetico e regale 783 Gesù
Cristo è colui che il Padre ha unto con lo Spirito Santo e ha costituito
« Sacerdote, Profeta e Re ». L'intero popolo di Dio partecipa a queste
tre funzioni di Cristo e porta le responsabilità di missione e di
servizio che ne derivano. 213 784
Entrando nel popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo, si è resi
partecipi della vocazione unica di questo popolo, la vocazione
sacerdotale: « Cristo Signore, Pontefice assunto di mezzo agli
uomini, fece del nuovo popolo "un regno e dei sacerdoti per Dio, suo
Padre". Infatti, per la rigenerazione e l'unzione dello Spirito Santo i
battezzati vengono consacrati a formare una dimora spirituale e
un sacerdozio santo ». 214 785 «
Il popolo santo di Dio partecipa pure alla funzione profetica di
Cristo ». Ciò soprattutto per il senso soprannaturale della fede che è
di tutto il popolo, laici e gerarchia, quando « aderisce
indefettibilmente alla fede una volta per tutte trasmessa ai santi »
215 e ne approfondisce la comprensione e diventa testimone di
Cristo in mezzo a questo mondo. 786 Il popolo
di Dio partecipa infine alla funzione regale di Cristo. Cristo
esercita la sua regalità attirando a sé tutti gli uomini mediante la sua
morte e la sua risurrezione. 216 Cristo, Re e Signore
dell'universo, si è fatto il servo di tutti, non essendo « venuto per
essere servito, ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti
» (Mt 20,28). Per il cristiano « regnare » è « servire » Cristo,
217 soprattutto « nei poveri e nei sofferenti », nei quali la
Chiesa riconosce « l'immagine del suo Fondatore, povero e sofferente ».
218 Il popolo di Dio realizza la sua « dignità regale » vivendo
conformemente a questa vocazione di servire con Cristo.
« Tutti quelli che sono rinati in Cristo conseguono
dignità regale per il segno della croce. Con l'unzione dello Spirito
Santo sono consacrati sacerdoti. Non c'è quindi solo quel servizio
specifico proprio del nostro ministero, perché tutti i cristiani,
rivestiti di un carisma spirituale e usando della loro ragione, si
riconoscono membra di questa stirpe regale e partecipi della funzione
sacerdotale. Non è forse funzione regale il fatto che un'anima governi
il suo corpo in sottomissione a Dio? Non è forse funzione sacerdotale
consacrare al Signore una coscienza pura e offrirgli sull'altare del
proprio cuore i sacrifici immacolati del nostro culto? ». 219
II. La Chiesa - corpo di Cristo La Chiesa
è comunione con Gesù 787 Fin dall'inizio
Gesù ha associato i suoi discepoli alla sua vita; 220 ha loro
rivelato il mistero del Regno; 221 li ha resi partecipi della
sua missione, della sua gioia 222 e delle sue sofferenze.
223 Gesù parla di una comunione ancora più intima tra sé e coloro
che lo seguiranno: « Rimanete in me e io in voi. [...] Io sono la vite,
voi i tralci » (Gv 15,4-5). Annunzia inoltre una comunione
misteriosa e reale tra il suo proprio corpo e il nostro: «Chi mangia la
mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv
6,56). 788 Quando la sua presenza visibile è
stata tolta ai discepoli, Gesù non li ha lasciati orfani. 224
Ha promesso di restare con loro sino alla fine dei tempi, 225
ha mandato loro il suo Spirito. 226 In un certo senso, la
comunione con Gesù è diventata più intensa: « Comunicando infatti il suo
Spirito, costituisce misticamente come suo corpo i suoi fratelli,
chiamati da tutte le genti ». 227 789
Il paragone della Chiesa con il corpo illumina l'intimo legame tra la
Chiesa e Cristo. Essa non è soltanto radunata attorno a lui; è
unificata in lui, nel suo corpo. Tre aspetti della Chiesa-corpo
di Cristo vanno sottolineati in modo particolare: l'unità di tutte le
membra tra di loro in forza della loro unione a Cristo; Cristo Capo del
corpo; la Chiesa, Sposa di Cristo. «Un solo
corpo» 790 I credenti che rispondono alla
Parola di Dio e diventano membra del corpo di Cristo, vengono
strettamente uniti a Cristo: « In quel corpo la vita di Cristo si
diffonde nei credenti che attraverso i sacramenti vengono uniti in modo
arcano ma reale a Cristo che ha sofferto ed è stato glorificato ».
228 Ciò è particolarmente vero del Battesimo, in virtù del quale
siamo uniti alla morte e alla risurrezione di Cristo, 229 e
dell'Eucaristia, mediante la quale « partecipando realmente al Corpo del
Signore, siamo elevati alla comunione con lui e tra di noi ». 230
791 L'unità del corpo non elimina la diversità delle membra: «
Nell'edificazione del corpo di Cristo vige la diversità delle membra e
delle funzioni. Uno è lo Spirito, il quale per l'utilità della Chiesa
distribuisce i suoi vari doni con magnificenza proporzionata alla sua
ricchezza e alle necessità dei servizi ». 231 L'unità del
corpo mistico genera e stimola tra i fedeli la carità: « E quindi se un
membro soffre, soffrono con esso tutte le altre membra; se un membro è
onorato, ne gioiscono con esso tutte le altre membra ». 232
Infine, l'unità del corpo mistico vince tutte le divisioni umane: «
Quanti siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo.
Non c'è più né giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è
più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù » (Gal
3,27-28). «Capo di questo corpo è Cristo»
792 Cristo « è il Capo del corpo, cioè della Chiesa » (Col
1,18). È il Principio della creazione e della redenzione. Elevato alla
gloria del Padre, ha « il primato su tutte le cose » (Col 1,18),
principalmente sulla Chiesa, per mezzo della quale estende il suo regno
su tutte le cose. 793 Egli ci unisce alla
sua pasqua. Tutte le membra devono sforzarsi di conformarsi a lui
finché in esse « non sia formato Cristo » (Gal 4,19). « Per
questo siamo assunti ai misteri della sua vita. [...] Come il corpo al
Capo veniamo associati alle sue sofferenze e soffriamo con lui per
essere con lui glorificati ». 233 794
Egli provvede alla nostra crescita. 234 Per
farci crescere verso di lui, nostro Capo, 235 Cristo dispone
nel suo corpo, la Chiesa, i doni e i ministeri attraverso i quali noi ci
aiutiamo reciprocamente lungo il cammino della salvezza.
795 Cristo e la Chiesa formano, dunque, il « Cristo totale
» [« Christus totus »]. La Chiesa è una con Cristo. I santi hanno una
coscienza vivissima di tale unità:
« Rallegriamoci, rendiamo grazie a Dio, non soltanto
perché ci ha fatti diventare cristiani, ma perché ci ha fatto diventare
Cristo stesso. Vi rendete conto, fratelli, di quale grazia ci ha fatto
Dio, donandoci Cristo come Capo? Esultate, gioite, siamo divenuti
Cristo. Se egli è il Capo, noi siamo le membra: siamo un uomo completo,
egli e noi. [...] Pienezza di Cristo: il Capo e le membra. Qual è la
Testa, e quali sono le membra? Cristo e la Chiesa ». 236
« Redemptor noster unam se personam cum sancta Ecclesia,
quam assumpsit, exhibuit – Il nostro Redentore presentò se stesso come
unica persona unita alla santa Chiesa, da lui assunta ». 237
« Caput et membra, quasi una persona mystica – Capo e
membra sono, per così dire, una sola persona mistica ». 238
Una parola di santa Giovanna d'Arco ai suoi giudici
riassume la fede dei santi dottori ed esprime il giusto sentire del
credente: « A mio avviso, Gesù Cristo e la Chiesa sono un tutt'uno, e
non bisogna sollevare difficoltà ». 239
La Chiesa è la Sposa di Cristo
796 L'unità di Cristo e della Chiesa, Capo e membra del corpo,
implica anche la distinzione dei due in una relazione personale. Questo
aspetto spesso viene espresso con l'immagine dello sposo e della sposa.
Il tema di Cristo Sposo della Chiesa è stato preparato dai profeti e
annunziato da Giovanni Battista. 240 Il Signore stesso si è
definito come lo « Sposo » (Mc 2,19). 241 L'Apostolo
presenta la Chiesa e ogni fedele, membro del suo corpo, come una Sposa «
fidanzata » a Cristo Signore, per formare con lui un solo Spirito.
242 Essa è la Sposa senza macchia dell'Agnello immacolato,
243 che Cristo ha amato e per la quale ha dato se stesso, « per
renderla santa » (Ef 5,26), che ha unito a sé con una Alleanza
eterna e di cui non cessa di prendersi cura come del suo proprio corpo.
244
« Ecco il Cristo totale, capo e corpo, uno solo formato
da molti. [...] Sia il capo a parlare, o siano le membra, è sempre
Cristo che parla: parla nella persona del capo [« ex persona capitis »],
parla nella persona del corpo ["ex persona corporis"]. Che cosa,
infatti, sta scritto? "Saranno due in una carne sola. Questo mistero è
grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa" (Ef
5,31-32). E Cristo stesso nel Vangelo: "Non sono più due, ma una carne
sola" (Mt 19,6). Difatti, come ben sapete, queste persone sono sì
due, ma poi diventano una sola nell'unione sponsale. [...] Dice di
essere "sposo" in quanto capo, e "sposa" in quanto corpo ». 245
III. La Chiesa - tempio dello Spirito Santo
797 « Quod est spiritus noster, id est anima nostra, ad membra
nostra, hoc est Spiritus Sanctus ad membra Christi, ad corpus Christi,
quod est Ecclesia – Quello che il nostro spirito, ossia la nostra anima,
è per le nostre membra, lo stesso è lo Spirito Santo per le membra di
Cristo, per il corpo di Cristo, che è la Chiesa ». 246 «
Bisogna attribuire allo Spirito di Cristo, come ad un principio
nascosto, il fatto che tutte le parti del corpo siano unite tanto fra
loro quanto col loro sommo Capo, poiché egli risiede tutto intero nel
Capo, tutto intero nel corpo, tutto intero in ciascuna delle sue membra
». 247 Lo Spirito Santo fa della Chiesa « il tempio del Dio
vivente » (2 Cor 6,16). 248
« È alla Chiesa che è stato affidato il dono di Dio.
[...] In essa è stata posta la comunione con Cristo, cioè lo Spirito
Santo, caparra dell'incorruttibilità, confermazione della nostra fede,
scala per ascendere a Dio. [...] Infatti, dove è la Chiesa, ivi è anche
lo Spirito di Dio e dove è lo Spirito di Dio, ivi è la Chiesa e ogni
grazia ». 249
798 Lo Spirito Santo è « il principio
di ogni azione vitale e veramente salvifica in ciascuna delle diverse
membra del corpo ». 250 Egli opera in molti modi
l'edificazione dell'intero corpo nella carità: 251 mediante
la Parola di Dio « che ha il potere di edificare » (At 20,32);
mediante il Battesimo con il quale forma il corpo di Cristo; 252
mediante i sacramenti che fanno crescere e guariscono le membra di
Cristo; mediante la grazia degli Apostoli che, fra i vari doni, viene al
primo posto; 253 mediante le virtù che fanno agire secondo il
bene, e infine mediante le molteplici grazie speciali (chiamate «
carismi »), con le quali rende i fedeli « adatti e pronti ad assumersi
varie opere o uffici, utili al rinnovamento della Chiesa e allo sviluppo
della sua costruzione ». 254 I carismi
799 Straordinari o semplici e umili, i carismi sono grazie dello
Spirito Santo che, direttamente o indirettamente, hanno un'utilità
ecclesiale, ordinati come sono all'edificazione della Chiesa, al bene
degli uomini e alle necessità del mondo. 800
I carismi devono essere accolti con riconoscenza non soltanto da chi li
riceve, ma anche da tutti i membri della Chiesa. Infatti sono una
meravigliosa ricchezza di grazia per la vitalità apostolica e per la
santità di tutto il corpo di Cristo, purché si tratti di doni che
provengono veramente dallo Spirito Santo e siano esercitati in modo
pienamente conforme agli autentici impulsi dello stesso Spirito, cioè
secondo la carità, vera misura dei carismi. 255
801 È in questo senso che si dimostra sempre necessario il
discernimento dei carismi. Nessun carisma dispensa dal riferirsi e
sottomettersi ai Pastori della Chiesa, « ai quali spetta specialmente,
non di estinguere lo Spirito, ma di esaminare tutto e ritenere ciò che è
buono », 256 affinché tutti i carismi, nella loro diversità e
complementarità, cooperino all'« utilità comune » (1 Cor 12,7).
257 In sintesi
802 Gesù Cristo « ha dato se stesso per noi, per
riscattarci da ogni iniquità e formarsi un popolo puro che gli
appartenga » (Tt 2,14).
803 « Voi siete la stirpe eletta, il sacerdozio regale, la
nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato » (1 Pt 2,9).
804 Si entra nel popolo di Dio mediante la fede e il Battesimo.
« Tutti gli uomini sono chiamati a formare il nuovo popolo di Dio
», 258 affinché, in Cristo, « gli uomini costituiscano una
sola famiglia e un solo popolo di Dio ». 259
805 La Chiesa è il corpo di Cristo. Per mezzo dello Spirito e
della sua azione nei sacramenti, soprattutto l'Eucaristia, Cristo, morto
e risorto, costituisce la comunità dei credenti come suo corpo.
806 Nell'unità di questo corpo c'è diversità di membra e di
funzioni. Tutte le membra sono legate le une alle altre, particolarmente
a quelle che soffrono, che sono povere e perseguitate.
807 La Chiesa è questo corpo, di cui Cristo è il Capo: essa vive
di lui, in lui e per lui; egli vive con essa e in essa.
808 La Chiesa è la Sposa di Cristo: egli l'ha amata e ha dato se
stesso per lei. L'ha purificata con il suo sangue. Ha fatto di lei la
Madre feconda di tutti i figli di Dio.
809 La Chiesa è il tempio dello Spirito Santo. Lo Spirito è come
l'anima del corpo mistico, principio della sua vita, dell'unità nella
diversità e della ricchezza dei suoi doni e carismi.
810 « Così la Chiesa universale si presenta come "un popolo
adunato dall'unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" ».
260
(206) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57
(1965) 12-13. (207) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 13.
(208) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57
(1965) 13; cf Gv 13,34.
(209) Cf Rm 8,2; Gal 5,25.
(210) Cf Mt 5,13-16.
(211) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57
(1965) 13. (212) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 13.
(213) Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Redemptor hominis, 18-21:
AAS 71 (1979) 301-320. (214)
Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 10: AAS 57
(1965) 14. (215) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 12: AAS 57 (1965) 16.
(216) Cf Gv 12,32.
(217) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 36: AAS 57
(1965) 41. (218) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 8: AAS 57 (1965) 12.
(219) San Leone Magno, Sermo 4, 1: CCL 138, 16-17 (PL 54, 149).
(220) Cf Mc 1,16-20; 3,13-19.
(221) Cf Mt 13,10-17.
(222) Cf Lc 10,17-20.
(223) Cf Lc 22,28-30.
(224) Cf Gv 14,18.
(225) Cf Mt 28,20.
(226) Cf Gv 20,22; At 2,33.
(227) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: AAS 57
(1965) 9. (228) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: AAS 57 (1965) 9.
(229) Cf Rm 6,4-5; 1 Cor 12,13.
(230) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: AAS 57
(1965) 9. (231) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: AAS 57 (1965) 10.
(232) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: AAS 57
(1965) 10. (233) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: ASS 57 (1965) 10.
(234) Cf Col 2,19. (235) Cf
Ef 4,11-16. (236)
Sant'Agostino, In Iohannis evangelium tractatus, 21, 8: CCL 36,
216-217 (PL 35, 1568). (237)
San Gregorio Magno, Moralia in Iob, Praefatio, 6, 14: CCL 143, 19
(PL 75, 525). (238) San
Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, q. 48, a. 2, ad 1: Ed.
Leon. 11, 464. (239) Santa
Giovanna d'Arco, Dictum: Procès de condamnation, ed. P.
Tisset (Paris 1960) p. 166 (testo francese).
(240) Cf Gv 3,29. (241)
Cf Mt 22,1-14; 25,1-13.
(242) Cf 1 Cor 6,15-17; 2 Cor 11,2.
(243) Cf Ap 22,17; Ef 1,4; 5,27.
(244) Cf Ef 5,29. (245)
Sant'Agostino, Enarratio in Psalmum 74, 4: CCL 39, 1027 (PL 37,
948-949). (246) Sant'Agostino,
Sermo 268, 2: PL 38, 1232.
(247) Pio XII, Lett. enc. Mystici corporis: DS 3808.
(248) Cf 1 Cor 3,16-17; Ef 2,21.
(249) Sant'Ireneo di Lione, Adversus haereses, 3, 24, 1: SC 211,
472-474 (PG 7, 966). (250) Pio
XII, Lett. enc. Mystici corporis: DS 3808.
(251) Cf Ef 4,16. (252)
Cf 1 Cor 12,13. (253)
Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 7: AAS 57
(1965) 10. (254) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 12: AAS 57 (1965) 16; cf
Id., Decr. Apostolicam actuositatem, 3: AAS 58 (1966) 839-840.
(255) Cf 1 Cor 13.
(256) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 12: AAS 57
(1965) 17. (257) Cf Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 30: AAS 57 (1965) 37;
Giovanni Paolo II, Esort. ap. Christifideles laici, 24: AAS 81
(1989) 435. (258) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 13: AAS 57 (1965) 17.
(259) Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 1: AAS 58 (1966)
947. (260) Concilio Vaticano
II, Cost. dogm. Lumen gentium, 4: AAS 57 (1965) 7; cf San
Cipriano di Cartagine, De dominica Oratione, 23: CCL 3A, 105 (PL
4, 553). |