CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA PARTE PRIMA
LA PROFESSIONE DELLA FEDE
SEZIONE SECONDA: LA PROFESSIONE DELLA FEDE CRISTIANA
CAPITOLO TERZO CREDO NELLO SPIRITO SANTO
ARTICOLO 8 «CREDO NELLO SPIRITO SANTO»
687 « I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se
non lo Spirito di Dio » (1 Cor 2,11). Ora, il suo Spirito, che lo
rivela, ci fa conoscere Cristo, suo Verbo, sua Parola vivente, ma non
manifesta se stesso. Colui che « ha parlato per mezzo dei profeti »5
ci fa udire la parola del Padre. Lui, però, non lo sentiamo. Non lo
conosciamo che nel movimento in cui ci rivela il Verbo e ci dispone ad
accoglierlo nella fede. Lo Spirito di verità che ci svela Cristo non
parla da sé.6 Un tale annientamento, propriamente divino,
spiega il motivo per cui « il mondo non può ricevere » lo Spirito, «
perché non lo vede e non lo conosce » (Gv 14,17), mentre coloro
che credono in Cristo lo conoscono perché dimora presso di loro.
688 La Chiesa, comunione vivente nella fede degli Apostoli che essa
trasmette, è il luogo della nostra conoscenza dello Spirito Santo:
— nelle Scritture, che egli ha ispirato; — nella
Tradizione, di cui i Padri della Chiesa sono i testimoni sempre attuali;
— nel Magistero della Chiesa, che egli assiste; —
nella liturgia sacramentale, attraverso le sue parole e i suoi simboli,
in cui lo Spirito Santo ci mette in comunione con Cristo;
— nella preghiera, nella quale intercede per noi; —
nei carismi e nei ministeri per mezzo dei quali si edifica la Chiesa;
— nei segni di vita apostolica e missionaria; —
nella testimonianza dei santi, in cui egli manifesta la sua santità e
continua l'opera della salvezza.
I. La missione congiunta del Figlio e dello Spirito
689 Colui che il Padre ha mandato nei nostri cuori, lo Spirito del
suo Figlio,7 è realmente Dio. Consostanziale al Padre e al
Figlio, ne è inseparabile, tanto nella vita intima della Trinità quanto
nel suo dono d'amore per il mondo. Ma adorando la Santissima Trinità,
vivificante, consostanziale e indivisibile, la fede della Chiesa
professa anche la distinzione delle Persone. Quando il Padre invia il
suo Verbo, invia sempre il suo Soffio: missione congiunta in cui il
Figlio e lo Spirito Santo sono distinti ma inseparabili. Certo, è Cristo
che appare, egli, l'immagine visibile del Dio invisibile, ma è lo
Spirito Santo che lo rivela. 690 Gesù è
Cristo, « unto », perché lo Spirito ne è l'unzione, e tutto ciò che
avviene a partire dall'incarnazione sgorga da questa pienezza.8
Infine, quando Cristo è glorificato,9 può, a sua volta, dal
Padre, inviare lo Spirito a coloro che credono in lui: comunica loro la
sua gloria,10 cioè lo Spirito Santo che lo glorifica.11
La missione congiunta si dispiegherà da allora in poi nei figli adottati
dal Padre nel corpo del suo Figlio: la missione dello Spirito di
adozione sarà di unirli a Cristo e di farli vivere in lui:
« La nozione di unzione suggerisce [...] che non c'è
alcuna distanza tra il Figlio e lo Spirito. Infatti, come tra la
superficie del corpo e l'unzione dell'olio né la ragione né la
sensazione conoscono intermediari, così è immediato il contatto del
Figlio con lo Spirito; di conseguenza colui che sta per entrare in
contatto con il Figlio mediante la fede, deve necessariamente dapprima
entrare in contatto con l'olio. Nessuna parte infatti è priva dello
Spirito Santo. Ecco perché la confessione della signoria del Figlio
avviene nello Spirito Santo per coloro che la ricevono, dato che lo
Spirito Santo viene da ogni parte incontro a coloro che si approssimano
per la fede ».12
II. Il nome, gli appellativi e i simboli dello Spirito Santo
Il nome proprio dello Spirito Santo 691 «
Spirito Santo », tale è il nome proprio di colui che noi adoriamo e
glorifichiamo con il Padre e il Figlio. La Chiesa lo ha ricevuto dal
Signore e lo professa nel Battesimo dei suoi nuovi figli.13
Il termine « Spirito » traduce il termine ebraico Ruah, che nel
suo senso primario significa soffio, aria, vento. Gesù utilizza proprio
l'immagine sensibile del vento per suggerire a Nicodemo la novità
trascendente di colui che è il Soffio di Dio, lo Spirito divino in
persona.14 D'altra parte, Spirito e Santo sono attributi
divini comuni alle tre Persone divine. Ma, congiungendo i due termini,
la Scrittura, la liturgia e il linguaggio teologico designano la Persona
ineffabile dello Spirito Santo, senza possibilità di equivoci con gli
altri usi dei termini « spirito » e « santo ».
Gli appellativi dello Spirito Santo 692
Gesù, quando annunzia e promette la venuta dello Spirito Santo, lo
chiama Paráclito, letteralmente: « Colui che è chiamato vicino »,
« advocatus » (Gv 14,16.26; 15,26; 16,7). Paráclito viene
abitualmente tradotto « Consolatore », essendo Gesù il primo
consolatore.15 Il Signore stesso chiama lo Spirito Santo «
Spirito di verità » (Gv 16,13). 693
Oltre al suo nome proprio, che è il più usato negli Atti degli Apostoli
e nelle Lettere, in san Paolo troviamo gli appellativi: « Spirito [...]
promesso » (Ef 1,13; Gal 3,14), « Spirito da figli
adottivi » (Rm 8,15; Gal 4,6), « Spirito di Cristo » (Rm
8,9), « Spirito del Signore » (2 Cor 3,17), « Spirito di Dio » (Rm
8,9.14; 15,19; 1 Cor 6,11; 7,40) e, in san Pietro, « Spirito
della gloria » (1 Pt 4,14). I simboli
dello Spirito Santo 694 L'acqua.
Il simbolismo dell'acqua significa l'azione dello Spirito Santo nel
Battesimo, poiché dopo l'invocazione dello Spirito Santo essa diviene il
segno sacramentale efficace della nuova nascita: come la gestazione
della nostra prima nascita si è operata nell'acqua, allo stesso modo
l'acqua battesimale significa realmente che la nostra nascita alla vita
divina ci è donata nello Spirito Santo. Ma, « battezzati in un solo
Spirito », noi « ci siamo » anche « abbeverati a un solo Spirito » (1
Cor 12,13): lo Spirito, dunque, è anche personalmente l'Acqua viva
che scaturisce da Cristo crocifisso come dalla sua sorgente16
e che in noi zampilla per la vita eterna.17
695 L'unzione. Il simbolismo dell'unzione con l'olio è
talmente significativo dello Spirito Santo da divenirne il sinonimo.18
Nell'iniziazione cristiana essa è il segno sacramentale della
Confermazione, chiamata giustamente nelle Chiese d'Oriente « Crismazione
». Ma per coglierne tutta la forza, bisogna tornare alla prima unzione
compiuta dallo Spirito Santo: quella di Gesù. Cristo (« Messia » in
ebraico) significa « unto » dallo Spirito di Dio. Nell'Antica Alleanza
ci sono stati alcuni « unti » del Signore,19 primo fra tutti
il re Davide.20 Ma Gesù è l'unto di Dio in una maniera unica:
l'umanità che il Figlio assume è totalmente « unta di Spirito Santo ».
Gesù è costituito « Cristo » dallo Spirito Santo.21 La
Vergine Maria concepisce Cristo per opera dello Spirito Santo, il quale,
attraverso l'angelo, lo annunzia come Cristo fin dalla nascita22
e spinge Simeone ad andare al Tempio per vedere il Cristo del Signore;23
è lui che ricolma Cristo,24 è sua la forza che esce da Cristo
negli atti di guarigione e di risanamento.25 È lui, infine,
che risuscita Cristo dai morti.26 Allora, costituito
pienamente « Cristo » nella sua umanità vittoriosa della morte,27
Gesù effonde a profusione lo Spirito Santo, finché « i santi »
costituiranno, nella loro unione all'umanità del Figlio di Dio, l'« uomo
perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo » (Ef
4,13): « il Cristo totale », secondo l'espressione di sant'Agostino.28
696 Il fuoco. Mentre l'acqua significava la nascita e la
fecondità della vita donata nello Spirito Santo, il fuoco simbolizza
l'energia trasformante degli atti dello Spirito Santo. Il profeta Elia,
che « sorse simile al fuoco » e la cui « parola bruciava come fiaccola »
(Sir 48,1), con la sua preghiera attira il fuoco del cielo sul
sacrificio del monte Carmelo,29 figura del fuoco dello
Spirito Santo che trasforma ciò che tocca. Giovanni Battista, che
cammina innanzi al Signore è « con lo spirito e la forza di Elia » (Lc
1,17), annunzia Cristo come colui che « battezzerà in Spirito Santo e
fuoco » (Lc 3,16), quello Spirito di cui Gesù dirà: « Sono venuto
a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! » (Lc
12,49). È sotto la forma di « lingue come di fuoco » che lo Spirito
Santo si posa sui discepoli il mattino di pentecoste e li riempie di sé.30
La tradizione spirituale riterrà il simbolismo del fuoco come uno dei
più espressivi dell'azione dello Spirito Santo:31 « Non
spegnete lo Spirito » (1 Ts 5,19). 697
La nube e la luce. Questi due simboli sono inseparabili nelle
manifestazioni dello Spirito Santo. Fin dalle teofanie dell'Antico
Testamento, la nube, ora oscura, ora luminosa, rivela il Dio vivente e
salvatore, velando la trascendenza della sua gloria: con Mosè sul monte
Sinai,32 presso la tenda del convegno33 e durante
il cammino nel deserto;34 con Salomone al momento della
dedicazione del Tempio.35 Ora, queste figure sono portate a
compimento da Cristo nello Spirito Santo. È questi che scende sulla
Vergine Maria e su di lei stende la « sua ombra », affinché ella
concepisca e dia alla luce Gesù.36 Sulla montagna della
trasfigurazione è lui che viene nella nube che avvolge Gesù, Mosè e
Elia, Pietro, Giacomo e Giovanni, e « dalla nube » esce una voce che
dice: « Questi è il mio Figlio, l'eletto; ascoltatelo » (Lc
9,35). Infine, è la stessa nube che sottrae Gesù allo sguardo dei
discepoli il giorno dell'ascensione37 e che lo rivelerà
Figlio dell'uomo nella sua gloria il giorno della sua venuta.38
698 Il sigillo è un simbolo vicino a quello dell'unzione.
Infatti su Cristo «Dio ha messo il suo sigillo» (Gv 6,27), e in
lui il Padre segna anche noi con il suo sigillo.39 Poiché
indica l'effetto indelebile dell'unzione dello Spirito Santo nei
sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell'Ordine, l'immagine
del sigillo (sphragis), è
stata utilizzata in certe tradizioni teologiche per esprimere il «
carattere » indelebile impresso da questi tre sacramenti che non possono
essere ripetuti. 699 La mano.
Imponendo le mani Gesù guarisce i malati40 e benedice i
bambini.41 Nel suo nome, gli Apostoli compiranno gli stessi
gesti.42 Ancor di più, è mediante l'imposizione delle mani da
parte degli Apostoli che viene donato lo Spirito Santo.43 La
lettera agli Ebrei mette l'imposizione delle mani tra gli « articoli
fondamentali » del suo insegnamento.44 La Chiesa ha
conservato questo segno dell'effusione onnipotente dello Spirito Santo
nelle epiclesi sacramentali. 700 Il dito.
« Con il dito di Dio » Gesù scaccia « i demoni ».45 Se la
Legge di Dio è stata scritta su tavole di pietra « dal dito di Dio » (Es
31,18), « la lettera di Cristo », affidata alle cure degli Apostoli, è «
scritta con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma
sulle tavole di carne dei [...] cuori » (2 Cor 3,3). L'inno «
Veni, Creator Spiritus » invoca lo Spirito Santo come « dexterae Dei tu
digitus - dito della mano di Dio ».46
701 La colomba. Alla fine del diluvio (il cui simbolismo
riguarda il Battesimo), la colomba fatta uscire da Noè torna, portando
nel becco un freschissimo ramoscello d'ulivo, segno che la terra è di
nuovo abitabile.47 Quando Cristo risale dall'acqua del suo
battesimo, lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, scende su di lui e
in lui rimane.48 Lo Spirito scende e prende dimora nel cuore
purificato dei battezzati. In alcune chiese, la santa Riserva
eucaristica è conservata in una custodia metallica a forma di colomba
(il columbarium) appesa al di sopra dell'altare. Il simbolo della
colomba per indicare lo Spirito Santo è tradizionale nell'iconografia
cristiana.
III. Lo Spirito e la Parola di Dio nel tempo delle promesse
702 Dalle origini fino alla « pienezza del tempo »,49 la
missione congiunta del Verbo e dello Spirito del Padre rimane
nascosta, ma è all'opera. Lo Spirito di Dio va preparando il tempo
del Messia, e l'uno e l'altro, pur non essendo ancora pienamente
rivelati, vi sono già promessi, affinché siano attesi e accolti al
momento della loro manifestazione. Per questo, quando la Chiesa legge
l'Antico Testamento,50 vi cerca51 ciò che lo
Spirito, « che ha parlato per mezzo dei profeti »,52 vuole
dirci di Cristo. Con il termine « profeti » la fede
della Chiesa intende in questo caso tutti coloro che furono ispirati
dallo Spirito Santo nel vivo annuncio e nella redazione dei Libri Sacri,
sia dell'Antico sia del Nuovo Testamento. La tradizione ebraica
distingue la Legge (i primi cinque libri o Pentateuco), i Profeti
(corrispondenti ai nostri libri detti storici e profetici) e gli Scritti
(soprattutto sapienziali, in particolare i Salmi).53
Nella creazione 703 La Parola di Dio e il
suo Soffio sono all'origine dell'essere e della vita di ogni creatura:54
« È proprio dello Spirito Santo governare, santificare e
animare la creazione, perché egli è Dio consostanziale al Padre e al
Figlio [...]. Egli ha potere sulla vita, perché, essendo Dio, custodisce
la creazione nel Padre per mezzo del Figlio ».55
704 « Quanto all'uomo, Dio l'ha
plasmato con le sue proprie mani [cioè il Figlio e lo Spirito Santo]
[...] e sulla carne plasmata disegnò la sua propria forma, in modo che
anche ciò che era visibile portasse la forma divina ».56
Lo Spirito della Promessa 705 Sfigurato
dal peccato e dalla morte, l'uomo rimane « a immagine di Dio », a
immagine del Figlio, ma è privo « della gloria di Dio »,57
della « somiglianza ». La Promessa fatta ad Abramo inaugura l'Economia
della salvezza, al termine della quale il Figlio stesso assumerà «
l'immagine »58 e la restaurerà nella « somiglianza » con il
Padre, ridonandole la gloria, lo Spirito « che dà la vita ».
706 Contro ogni speranza umana, Dio promette ad Abramo una
discendenza, come frutto della fede e della potenza dello Spirito Santo.59
In essa saranno benedetti tutti i popoli della terra.60
Questa discendenza sarà Cristo,61 nel quale l'effusione dello
Spirito Santo riunirà insieme i figli di Dio che erano dispersi.62
Impegnandosi con giuramento,63 Dio si impegna già al dono del
suo Figlio Prediletto64 e al dono dello Spirito della
Promessa che prepara la redenzione del popolo che Dio si è acquistato.65
Nelle teofanie e nella Legge 707 Le
teofanie (manifestazioni di Dio) illuminano il cammino della Promessa,
dai patriarchi a Mosè e da Giosuè fino alle visioni che inaugurano la
missione dei grandi profeti. La tradizione cristiana ha sempre
riconosciuto che in queste teofanie si lasciava vedere e udire il Verbo
di Dio, ad un tempo rivelato e « adombrato » nella nube dello Spirito
Santo. 708 Questa pedagogia di Dio appare
specialmente nel dono della Legge,66 la quale è stata donata
come un « pedagogo » per condurre il popolo a Cristo.67
Tuttavia, la sua impotenza a salvare l'uomo, privo della « somiglianza »
divina, e l'accresciuta conoscenza del peccato che da essa deriva68
suscitano il desiderio dello Spirito Santo. I gemiti dei salmi lo
testimoniano. Nel regno e nell'esilio
709 La Legge, segno della Promessa e dell'Alleanza, avrebbe dovuto
reggere il cuore e le istituzioni del popolo nato dalla fede di Abramo.
« Se vorrete ascoltare la mia voce e custodirete la mia alleanza, sarete
per me un regno di sacerdoti e una nazione santa » (Es 19,5-6).69
Ma, dopo Davide, Israele cede alla tentazione di divenire un regno come
le altre nazioni. Ora il regno, oggetto della promessa fatta a Davide,70
sarà opera dello Spirito Santo e apparterrà ai poveri secondo lo
Spirito. 710 La dimenticanza della Legge e
l'infedeltà all'Alleanza conducono alla morte: è l'esilio, apparente
smentita delle promesse, di fatto misteriosa fedeltà del Dio salvatore e
inizio della restaurazione promessa, ma secondo lo Spirito. Era
necessario che il popolo di Dio subisse questa purificazione;71
l'esilio immette già l'ombra della croce nel disegno di Dio, e il resto
dei poveri che ritorna dall'esilio è una delle figure più trasparenti
della Chiesa. L'attesa del Messia e del suo
Spirito 711 « Ecco, faccio una cosa nuova
» (Is 43,19). Cominciano a delinearsi due linee profetiche,
fondate l'una sull'attesa del Messia, l'altra sull'annunzio di uno
Spirito nuovo; esse convergono sul piccolo « resto », il popolo dei
poveri,72 che attende nella speranza il « conforto d'Israele
» e la « redenzione di Gerusalemme » (Lc 2,25.38).
Si è visto precedentemente come Gesù compia le profezie che lo
riguardano. Qui ci si limita a quelle in cui è più evidente la relazione
fra il Messia e il suo Spirito. 712 I tratti
del volto del Messia atteso cominciano a emergere nel Libro
dell'Emmanuele73 (quando « Isaia [...] vide la gloria » di
Cristo: Gv 12,41), in particolare in Is 11,1-2:
« Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un
virgulto germoglierà dalle sue radici. Su di lui si poserà lo
spirito del Signore, spirito di sapienza e di intelligenza, spirito
di consiglio e di fortezza, spirito di conoscenza e di timore del
Signore ».
713 I tratti del Messia sono rivelati
soprattutto nei canti del Servo.74 Questi canti annunziano il
significato della passione di Gesù, e indicano così in quale modo egli
avrebbe effuso lo Spirito Santo per vivificare la moltitudine: non
dall'esterno, ma assumendo la nostra « condizione di servi » (Fil
2,7). Prendendo su di sé la nostra morte, può comunicarci il suo Spirito
di vita. 714 Per questo Cristo inaugura
l'annunzio della Buona Novella facendo suo questo testo di Isaia (Lc
4,18-19):75
« Lo Spirito del Signore è sopra di me, per questo
mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato per annunziare ai
poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la
liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli
oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore ».
715 I testi profetici concernenti
direttamente l'invio dello Spirito Santo sono oracoli in cui Dio parla
al cuore del suo popolo nel linguaggio della Promessa, con gli accenti
dell'amore e della fedeltà,76 il cui compimento san Pietro
proclamò il mattino di pentecoste.77 Secondo queste promesse,
negli « ultimi tempi », lo Spirito del Signore rinnoverà il cuore degli
uomini scrivendo in essi una Legge nuova; radunerà e riconcilierà i
popoli dispersi e divisi; trasformerà la primitiva creazione e Dio vi
abiterà con gli uomini nella pace. 716 Il
popolo dei « poveri »,78 gli umili e i miti, totalmente
abbandonati ai disegni misteriosi del loro Dio, coloro che attendono la
giustizia, non degli uomini ma del Messia, è alla fine la grande opera
della missione nascosta dello Spirito Santo durante il tempo delle
promesse per preparare la venuta di Cristo. È il loro cuore, purificato
e illuminato dallo Spirito, che si esprime nei salmi. In questi poveri,
lo Spirito prepara al Signore « un popolo ben disposto » (Lc
1,17).
IV. Lo Spirito di Cristo nella pienezza del tempo
Giovanni, Precursore, Profeta e Battista 717
« Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni » (Gv
1,6). Giovanni è riempito «di Spirito Santo fin dal seno di sua madre »
(Lc 1,15)79 da Cristo stesso che la Vergine Maria
aveva da poco concepito per opera dello Spirito Santo. La «visitazione »
di Maria ad Elisabetta diventa così visita di Dio al suo popolo.80
718 Giovanni è « quell'Elia che deve venire »:81 il fuoco
dello Spirito abita in lui e lo fa «correre avanti» (come «precursore»)
al Signore che viene. In Giovanni il Precursore, lo Spirito Santo
termina di « preparare al Signore un popolo ben disposto » (Lc
1,17). 719 Giovanni è « più che un profeta ».82
In lui lo Spirito Santo termina di « parlare per mezzo dei profeti ».
Giovanni chiude il ciclo dei profeti inaugurato da Elia.83
Egli annunzia che la consolazione di Israele è prossima; è la « voce »
del Consolatore che viene.84 Come farà lo Spirito di verità,
egli viene « come testimone per rendere testimonianza alla Luce » (Gv
1,7).85 In Giovanni, lo Spirito compie così le « indagini dei
profeti » e il « desiderio » degli angeli:86 « L'uomo sul
quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in
Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il
Figlio di Dio. [...] Ecco l'Agnello di Dio » (Gv 1,33-36).
720 Infine, con Giovanni Battista lo Spirito Santo inaugura,
prefigurandolo, ciò che realizzerà con Cristo e in Cristo: ridonare
all'uomo « la somiglianza » divina. Il battesimo di Giovanni era per la
conversione, quello nell'acqua e nello Spirito sarà una nuova nascita.87
«Gioisci, piena di grazia» 721 Maria, la
santissima Madre di Dio, sempre Vergine, è il capolavoro della missione
del Figlio e dello Spirito nella pienezza del tempo. Per la prima volta
nel disegno della salvezza e perché il suo Spirito l'ha preparata, il
Padre trova la Dimora dove il suo Figlio e il suo Spirito possono
abitare tra gli uomini. In questo senso la Tradizione della Chiesa ha
spesso letto riferendoli a Maria i più bei testi sulla Sapienza:88
Maria è cantata e rappresentata nella liturgia come «Sede della
Sapienza». In lei cominciano a manifestarsi le « meraviglie di Dio »,
che lo Spirito compirà in Cristo e nella Chiesa.
722 Lo Spirito Santo ha preparato Maria con la sua grazia.
Era conveniente che fosse « piena di grazia » la Madre di colui nel
quale « abita corporalmente tutta la pienezza della divinità » (Col
2,9). Per pura grazia ella è stata concepita senza peccato come la
creatura più umile e più capace di accogliere il Dono ineffabile
dell'Onnipotente. A giusto titolo l'angelo Gabriele la saluta come la «
Figlia di Sion »: « Gioisci ».89 È il rendimento di grazie di
tutto il popolo di Dio, e quindi della Chiesa, che Maria eleva al Padre,
nello Spirito, nel suo cantico,90 quando ella porta in sé il
Figlio eterno. 723 In Maria, lo Spirito Santo
realizza il disegno misericordioso del Padre. È per opera dello
Spirito che la Vergine concepisce e dà alla luce il Figlio di Dio. La
sua verginità diventa fecondità unica in virtù della potenza dello
Spirito e della fede.91 724 In
Maria, lo Spirito Santo manifesta il Figlio del Padre divenuto
Figlio della Vergine. Ella è il roveto ardente della teofania
definitiva: ricolma di Spirito Santo, mostra il Verbo nell'umiltà della
sua carne ed è ai poveri 92 e alle primizie dei popoli
93 che lo fa conoscere. 725 Infine, per
mezzo di Maria, lo Spirito Santo comincia a mettere in comunione
con Cristo gli uomini, oggetto dell'amore misericordioso di Dio.94
Gli umili sono sempre i primi a ricerverlo: i pastori, i magi, Simeone e
Anna, gli sposi di Cana e i primi discepoli. 726
Al termine di questa missione dello Spirito, Maria diventa la « Donna »,
nuova Eva, « Madre dei viventi », Madre del « Cristo totale ».95
In quanto tale, ella è presente con i Dodici, « assidui e concordi nella
preghiera » (At 1,14), all'alba degli « ultimi tempi » che lo
Spirito inaugura il mattino di pentecoste manifestando la Chiesa.
Gesù Cristo 727 Tutta la missione del
Figlio e dello Spirito Santo nella pienezza del tempo è racchiusa nel
fatto che il Figlio è l'Unto dello Spirito del Padre dal momento
dell'incarnazione: Gesù è Cristo, il Messia. Tutto
il secondo articolo del Simbolo della fede deve essere letto in questa
luce. L'intera opera di Cristo è missione congiunta del Figlio e dello
Spirito Santo. Qui si menzionerà soltanto ciò che concerne la promessa
dello Spirito Santo da parte di Gesù e il dono dello Spirito da parte
del Signore glorificato. 728 Gesù rivela in
pienezza lo Spirito Santo solo dopo che è stato egli stesso glorificato
con la sua morte e risurrezione. Tuttavia, lo lascia gradualmente
intravvedere anche nel suo insegnamento alle folle, quando rivela che la
sua carne sarà cibo per la vita del mondo.96 Inoltre lo
lascia intuire a Nicodemo,97 alla Samaritana98 e a
coloro che partecipano alla festa delle Capanne.99 Ai suoi
discepoli ne parla apertamente a proposito della preghiera 100
e della testimonianza che dovranno dare. 101
729 Solo quando giunge l'Ora in cui sarà glorificato, Gesù
promette la venuta dello Spirito Santo, poiché la sua morte e la sua
risurrezione saranno il compimento della Promessa fatta ai Padri:
102 lo Spirito di verità, l'altro Paráclito, sarà donato
dal Padre per la preghiera di Gesù; sarà mandato dal Padre nel nome di
Gesù; Gesù lo invierà quando sarà presso il Padre, perché è uscito dal
Padre. Lo Spirito Santo verrà, noi lo conosceremo, sarà con noi per
sempre, dimorerà con noi; ci insegnerà ogni cosa e ci ricorderà tutto
ciò che Cristo ci ha detto e gli renderà testimonianza; ci condurrà alla
verità tutta intera e glorificherà Cristo; convincerà il mondo quanto al
peccato, alla giustizia e al giudizio. 730
Infine viene l'Ora di Gesù: 103 Gesù consegna il suo spirito
nelle mani del Padre 104 nel momento in cui con la sua morte
vince la morte, in modo che, « risuscitato dai morti per mezzo della
gloria del Padre » (Rm 6,4), egli dona subito lo Spirito
Santo « alitando » sui suoi discepoli. 105 A partire da
questa Ora, la missione di Cristo e dello Spirito diviene la missione
della Chiesa: « Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi » (Gv
20,21). 106
V. Lo Spirito e la Chiesa negli ultimi tempi
La pentecoste 731 Il giorno di pentecoste
(al termine delle sette settimane pasquali), la pasqua di Cristo si
compie nell'effusione dello Spirito Santo, che è manifestato, donato e
comunicato come Persona divina: dalla sua pienezza Cristo Signore
effonde a profusione lo Spirito. 107
732 In questo giorno è pienamente rivelata la Santissima Trinità. Da
questo giorno, il Regno annunziato da Cristo è aperto a coloro che
credono in lui: nell'umiltà della carne e nella fede, essi partecipano
già alla comunione della Santissima Trinità. Con la sua venuta, che non
ha fine, lo Spirito Santo introduce il mondo negli « ultimi tempi », il
tempo della Chiesa, il Regno già ereditato, ma non ancora compiuto:
« Abbiamo visto la vera Luce, abbiamo ricevuto lo Spirito
celeste, abbiamo trovato la vera fede: adoriamo la Trinità indivisibile,
perché ci ha salvati ». 108
Lo Spirito Santo - il Dono di Dio
733 « Dio è amore » (1 Gv 4,8.16) e l'amore è il primo dono,
quello che contiene tutti gli altri. Questo amore, Dio l'ha « riversato
nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato » (Rm
5,5). 734 Poiché noi siamo morti, o, almeno,
feriti per il peccato, il primo effetto del dono dell'amore è la
remissione dei nostri peccati. È « la comunione dello Spirito Santo » (2
Cor 13,13) che nella Chiesa ridona ai battezzati la somiglianza
divina perduta a causa del peccato. 735 Egli
dona allora la « caparra » o le « primizie » della nostra eredità;
109 la vita stessa della Santissima Trinità che consiste
nell'amare come egli ci ha amati. 110 Questo amore (la carità
di 1 Cor 13) è il principio della vita nuova in Cristo, resa
possibile dal fatto che abbiamo « forza dallo Spirito Santo » (At
1,8). 736 È per questa potenza dello Spirito
che i figli di Dio possono portare frutto. Colui che ci ha innestati
sulla vera Vite, farà sì che portiamo il frutto dello Spirito che « è
amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza,
dominio di sé » (Gal 5,22-23). Lo Spirito è la nostra vita;
quanto più rinunciamo a noi stessi, 111 tanto più lo Spirito
fa che anche operiamo. 112
« Con lo Spirito Santo, che rende spirituali, c'è la
riammissione al paradiso, il ritorno alla condizione di figlio, il
coraggio di chiamare Dio Padre, il diventare partecipe della grazia di
Cristo, l'essere chiamato figlio della luce, il condividere la gloria
eterna ». 113
Lo Spirito Santo e la Chiesa
737 La missione di Cristo e dello Spirito Santo si compie nella
Chiesa, corpo di Cristo e tempio dello Spirito Santo. Questa missione
congiunta associa ormai i seguaci di Cristo alla sua comunione con il
Padre nello Spirito Santo: lo Spirito prepara gli uomini, li
previene con la sua grazia per attirarli a Cristo. Manifesta loro
il Signore risorto, ricorda loro la sua parola, apre il loro spirito
all'intelligenza della sua morte e risurrezione. Rende loro presente
il mistero di Cristo, soprattutto nell'Eucaristia, al fine di
riconciliarli e di metterli in comunione con Dio perché portino «
molto frutto ». 114 738 In questo
modo la missione della Chiesa non si aggiunge a quella di Cristo e dello
Spirito Santo, ma ne è il sacramento: con tutto il suo essere e in tutte
le sue membra essa è inviata ad annunziare e testimoniare, attualizzare
e diffondere il mistero della comunione della Santa Trinità (sarà questo
l'argomento del prossimo articolo):
« Noi tutti che abbiamo ricevuto l'unico e medesimo
spirito, cioè lo Spirito Santo, siamo uniti tra di noi e con Dio.
Infatti, sebbene, presi separatamente, siamo in molti e in ciascuno di
noi Cristo faccia abitare lo Spirito del Padre e suo, tuttavia unico e
indivisibile è lo Spirito. Egli riunisce nell'unità spiriti che tra loro
sono distinti [...] e fa di tutti in se stesso un'unica e medesima cosa.
Come la potenza della santa umanità di Cristo rende concorporei coloro
nei quali si trova, allo stesso modo l'unico e indivisibile Spirito di
Dio che abita in tutti conduce tutti all'unità spirituale ». 115
739 Poiché lo Spirito Santo è
l'unzione di Cristo, è Cristo, Capo del corpo, a diffonderlo nelle sue
membra per nutrirle, guarirle, organizzarle nelle loro mutue funzioni,
vivificarle, inviarle per la testimonianza, associarle alla sua offerta
al Padre e alla sua intercessione per il mondo intero. È per mezzo dei
sacramenti della Chiesa che Cristo comunica alle membra del suo corpo il
suo Spirito Santo e santificatore (questo sarà l'argomento della seconda
parte del Catechismo). 740 Queste «
meraviglie di Dio », offerte ai credenti nei sacramenti della Chiesa,
portano i loro frutti nella vita nuova, in Cristo, secondo lo Spirito
(questo sarà l'argomento della terza parte del Catechismo).
741 « Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché
nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito
stesso intercede per noi, con gemiti inesprimibili » (Rm 8,26).
Lo Spirito Santo, artefice delle opere di Dio, è il maestro della
preghiera (questo sarà l'argomento della quarta parte del Catechismo).
In sintesi 742 « E che voi siete
figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito
del suo Figlio che grida: Abbà, Padre » (Gal 4,6).
743 Dall'inizio alla fine dei tempi, quando Dio invia suo Figlio,
invia sempre il suo Spirito: la loro missione è congiunta e
inseparabile. 744 Nella
pienezza del tempo, lo Spirito Santo porta a compimento in Maria tutte
le preparazioni alla venuta di Cristo nel popolo di Dio. Mediante
l'opera dello Spirito Santo in lei, il Padre dona al mondo l'Emmanuele,
« Dio-con-noi » (Mt 1,23).
745 Il Figlio di Dio è consacrato Cristo (Messia) attraverso
l'unzione dello Spirito Santo nell'incarnazione. 116
746 Per la sua morte e risurrezione, Gesù è costituito Signore e
Cristo nella gloria. 117 Dalla sua pienezza, egli
effonde lo Spirito Santo sugli Apostoli e sulla Chiesa.
747 Lo Spirito Santo, che Cristo, Capo, diffonde nelle sue
membra, edifica, anima e santifica la Chiesa, sacramento della comunione
della Santissima Trinità e degli uomini.
(5) Simbolo niceno-costantinopolitano: DS 150.
(6) Cf Gv 16,13. (7) Cf
Gal 4,6. (8) Cf Gv
3,34. (9) Cf Gv 7,39.
(10) Cf Gv 17,22. (11)
Cf Gv 16,14. (12) San
Gregorio di Nissa, Adversus Macedonianos de Spiritu Sancto, 16:
Gregorii Nysseni opera, ed. W. Jaeger-H. Langerbeck, v. 31 (Leiden
1958) p. 102-103 (PG 45, 1321).
(13) Cf Mt 28,19. (14)
Cf Gv 3,5-8. (15) Cf
1 Gv 2,1 (paráklêton).
(16) Cf Gv 19,34; 1 Gv 5,8.
(17) Cf Gv 4,10-14; 7,38; Es 17,1-6; Is 55,1; Zc
14,8; 1 Cor 10,4; Ap 21,6; 22,17.
(18) Cf 1 Gv 2,20.27; 2 Cor 1,21.
(19) Cf Es 30,22-32.
(20) Cf 1 Sam 16,13.
(21) Cf Lc 4,18-19; Is 61,1.
(22) Cf Lc 2,11. (23)
Cf Lc 2,26-27. (24) Cf
Lc 4,1. (25) Cf Lc
6,19; 8,46. (26) Cf Rm
1,4; 8,11. (27) Cf At
2,36. (28) Sant'Agostino,
Sermo 341, 1, 1: PL 39, 1493; Ibid. 9, 11: PL 39, 1499.
(29) Cf 1 Re 18,38-39.
(30) Cf At 2,3-4. (31)
Cf San Giovanni della Croce, Llama de amor viva: Biblioteca
Mística Carmelitana, v. 13 (Burgos 1931) p. 1-102; 103-213.
(32) Cf Es 24,15-18.
(33) Cf Es 33,9-10.
(34) Cf Es 40,36-38; 1 Cor 10,1-2.
(35) Cf 1 Re 8,10-12.
(36) Cf Lc 1,35. (37)
Cf At 1,9. (38) Cf
Lc 21,27. (39) Cf 2 Cor
1,22; Ef 1,13; 4,30.
(40) Cf Mc 6,5; 8,23.
(41) Cf Mc 10,16. (42)
Cf Mc 16,18; At 5,12; 14,3.
(43) Cf At 8,17-19; 13,3; 19,6.
(44) Cf Eb 6,2. (45) Cf
Lc 11,20. (46) Domenica
di Pentecoste, Inno ai I e II Vespri: Liturgia delle Ore, v.
2 (Libreria Editrice Vaticana 1981) p. 919 e 942.
(47) Cf Gn 8,8-12. (48)
Cf Mt 3,16 e par. (49)
Cf Gal 4,4. (50) Cf
2 Cor 3,14. (51) Cf Gv
5,39.46. (52) Simbolo
niceno-costantinopolitano: DS 150.
(53) Cf Lc 24,44. (54)
Cf Sal 33,6; 104,30; Gn 1,2; 2,7; Qo 3,20-21; Ez
37,10. (55) Ufficio delle
Ore bizantino. Mattutino della Domenica del modo secondo, Antifone 1 e 2:
Paraklêtikês (Roma 1885) p. 107.
(56) Sant'Ireneo di Lione, Demonstratio praedicationis apostolicae,
11: SC 62, 48-49. (57) Cf
Rm 3,23. (58) Cf Gv
1,14; Fil 2,7. (59) 5
Cf Gn 18,1-15; Lc 1,26-38.54-55; Gv 1,12-13; Rm
4,16-21. (60) Cf Gn
12,3. (61) Cf Gal 3,16.
(62) Cf Gv 11,52. (63)
Cf Lc 1,73. (64) Cf
Gn 22,17-18; Rm 8,32; Gv 3,16.
(65) Cf Ef 1,13-14; Gal 3,14.
(66) Cf Es 19-20; Dt 1-11; 29-30.
(67) Cf Gal 3,24. (68)
Cf Rm 3,20. (69) Cf
1 Pt 2,9. (70) Cf 2 Sam
7; Sal 89; Lc 1,32-33.
(71) Cf Lc 24,26. (72)
Cf Sof 2,3. (73) Cf
Is 6-12. (74) Cf Is
42,1-9; Mt 12,18-21; Gv 1,32-34, e anche Is 49,16;
Mt 3,17; Lc 2,32, e infine Is 50,4-10 e 52,13-15;
53,12. (75) Cf Is
61,1-2. (76) Cf Ez
11,19; 36,25-28; 37,1-14; Ger 31,31-34; Gl 3,1-5.
(77) Cf At 2,17-21.
(78) Cf Sof 2,3; Sal 22,27; 34,3; Is 49,13; 61,1;
ecc. (79) Cf Lc 1,41.
(80) Cf Lc 1,68. (81)
Cf Mt 17,10-13. (82) Cf
Lc 7,26. (83) Cf Mt
11,13-14. (84) Cf Gv
1,23; Is 40,1-3. (85)
Cf Gv 15,26; 5,33. (86)
Cf 1 Pt 1,10-12. (87)
Cf Gv 3,5. (88) Cf
Prv 8,1-9,6; Sir 24.
(89) Cf Sof 3,14; Zc 2,14.
(90) Cf Lc 1,46-55.
(91) Cf Lc 1,26-38; Rm 4,18-21; Gal 4,26-28.
(92) Cf Lc 2,15-19.
(93) Cf Mt 2,11. (94)
Cf Lc 2,14. (95) Cf
Gv 19,25-27. (96) Cf Gv
6, 27.51.62-63. (97) Cf Gv
3,5-8. (98) Cf Gv
4,10.14.23-24. (99) Cf Gv
7,37-39. (100) Cf Lc
11,13. (101) Cf Mt
10,19-20. (102) Cf Gv
14,16-17.26; 15,26; 16,7-15; 17,26.
(103) Cf Gv 13,1; 17,1.
(104) Cf Lc 23,46; Gv 19,30.
(105) Cf Gv 20,22.
(106) Cf Mt 28,19; Lc 24,47-48; At 1,8.
(107) Cf At 2,33-36.
(108) Ufficio delle Ore bizantino. Vespri di Pentecoste, Stico 4:
Pentekostárion (Roma 1884) p. 390.
(109) Cf Rm 8,23; 2 Cor 1,22.
(110) Cf 1 Gv 4,11-12.
(111) Cf Mt 16,24-26.
(112) Cf Gal 5,25.
(113) San Basilio Magno, Liber de Spiritu Sancto, 15, 36: SC
17bis, 370 (PG 32, 132). (114)
Cf Gv 15,5.8.16. (115)
San Cirillo di Alessandria, Commentarius in Iohannem, 11, 11: PG
74, 561. (116) Cf Sal
2,6-7. (117) Cf At
2,36. |