CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA PARTE TERZA LA VITA IN
CRISTO SEZIONE PRIMA
LA VOCAZIONE DELL'UOMO: LA VITA NELLO SPIRITO
CAPITOLO SECONDO LA COMUNITÀ UMANA
ARTICOLO 2 LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA SOCIALE
I. L'autorità 1897 « La
convivenza fra gli esseri umani non può essere ordinata e feconda se in
essa non è presente un'autorità legittima che assicuri l'ordine e
contribuisca all'attuazione del bene comune in grado sufficiente ».
146 Si chiama « autorità » il titolo in forza
del quale persone o istituzioni promulgano leggi e danno ordini a degli
uomini e si aspettano obbedienza da parte loro.
1898 Ogni comunità umana ha bisogno di un'autorità che la
regga. 147 Tale autorità trova il proprio fondamento nella
natura umana. È necessaria all'unità della comunità civica. Suo compito
è quello di assicurare, per quanto possibile, il bene comune della
società. 1899 L'autorità, esigita
dall'ordine morale, viene da Dio: « Ciascuno sia sottomesso alle
autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che
esistono sono stabilite da Dio. Quindi chi si oppone all'autorità, si
oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si
attireranno addosso la condanna » (Rm 13,1-2). 148
1900 Il dovere di obbedienza impone a tutti di tributare
all'autorità gli onori che ad essa sono dovuti e di circondare di
rispetto e, secondo il loro merito, di gratitudine e benevolenza le
persone che ne esercitano l'ufficio. Alla penna del
Papa san Clemente di Roma è dovuta la più antica preghiera della Chiesa
per l'autorità politica: 149
« O Signore, dona loro salute, pace, concordia,
costanza, affinché possano esercitare, senza ostacolo, il potere sovrano
che loro hai conferito. Sei tu, o Signore, re celeste dei secoli, che
doni ai figli degli uomini la gloria, l'onore, il potere sulla terra.
Perciò dirigi tu, o Signore, le loro decisioni a fare ciò che è bello e
che ti è gradito; e così possano esercitare il potere, che tu hai loro
conferito, con religiosità, con pace, con clemenza, e siano degni della
tua misericordia ». 150
1901 Se l'autorità rimanda ad un
ordine prestabilito da Dio, « la determinazione dei regimi politici e la
designazione dei governanti sono lasciate alla libera decisione dei
cittadini ». 151 La diversità dei regimi
politici è moralmente ammissibile, purché essi concorrano al bene
legittimo delle comunità che li adottano. I regimi la cui natura è
contraria alla legge naturale, all'ordine pubblico e ai fondamentali
diritti delle persone, non possono realizzare il bene comune delle
nazioni alle quali essi si sono imposti. 1902
L'autorità non trae da se stessa la propria legittimità morale. Non deve
comportarsi dispoticamente, ma operare per il bene comune come « forza
morale che si appoggia sulla libertà e sulla coscienza del dovere e del
compito assunto »: 152
« La legislazione umana non riveste il carattere di
legge se non nella misura in cui si conforma alla retta ragione; da ciò
è evidente che essa trae la sua forza dalla Legge eterna. Nella misura
in cui si allontana dalla ragione, la si deve dichiarare ingiusta,
perché non realizza il concetto di legge: è piuttosto una forma di
violenza ». 153
1903 L'autorità è esercitata
legittimamente soltanto se ricerca il bene comune del gruppo considerato
e se, per conseguirlo, usa mezzi moralmente leciti. Se accade che i
governanti emanino leggi ingiuste o prendano misure contrarie all'ordine
morale, tali disposizioni non sono obbliganti per le coscienze. « In tal
caso, anzi, chiaramente l'autorità cessa di essere tale e degenera in
sopruso ». 154 1904 « È
preferibile che ogni potere sia bilanciato da altri poteri e da altre
sfere di competenza, che lo mantengano nel giusto limite. È, questo, il
principio dello "Stato di diritto", nel quale è sovrana la legge, e non
la volontà arbitraria degli uomini ». 155
II. Il bene comune 1905 In conformità
alla natura sociale dell'uomo, il bene di ciascuno è necessariamente in
rapporto con il bene comune. Questo non può essere definito che in
relazione alla persona umana:
« Non vivete isolati, ripiegandovi su voi stessi, come
se già foste confermati nella giustizia; invece riunitevi insieme, per
ricercare ciò che giova al bene di tutti ». 156
1906 Per bene comune si deve
intendere « l'insieme di quelle condizioni della vita sociale che
permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria
perfezione più pienamente e più speditamente ». 157 Il bene
comune interessa la vita di tutti. Esige la prudenza da parte di
ciascuno e più ancora da parte di coloro che esercitano l'ufficio
dell'autorità. Esso comporta tre elementi essenziali:
1907 In primo luogo, esso suppone il rispetto della persona
in quanto tale. In nome del bene comune, i pubblici poteri sono tenuti a
rispettare i diritti fondamentali ed inalienabili della persona umana.
La società ha il dovere di permettere a ciascuno dei suoi membri di
realizzare la propria vocazione. In particolare, il bene comune consiste
nelle condizioni d'esercizio delle libertà naturali che sono
indispensabili al pieno sviluppo della vocazione umana: tali il diritto
« alla possibilità di agire secondo il retto dettato della propria
coscienza, alla salvaguardia della vita privata e alla giusta libertà
anche in campo religioso ». 158 1908
In secondo luogo, il bene comune richiede il benessere sociale e
lo sviluppo del gruppo stesso. Lo sviluppo è la sintesi di tutti
i doveri sociali. Certo, spetta all'autorità farsi arbitra, in nome del
bene comune, fra i diversi interessi particolari. Essa però deve rendere
accessibile a ciascuno ciò di cui ha bisogno per condurre una vita
veramente umana: vitto, vestito, salute, lavoro, educazione e cultura,
informazione conveniente, diritto a fondare una famiglia, ecc. 159
1909 Il bene comune implica infine la pace, cioè la stabilità
e la sicurezza di un ordine giusto. Suppone quindi che l'autorità
garantisca, con mezzi onesti, la sicurezza della società e quella
dei suoi membri. Esso fonda il diritto alla legittima difesa personale e
collettiva. 1910 Se ogni comunità umana
possiede un bene comune che le consente di riconoscersi come tale, è
nella comunità politica che si trova la sua realizzazione più
completa. È compito dello Stato difendere e promuovere il bene comune
della società civile, dei cittadini e dei corpi intermedi.
1911 I legami di mutua dipendenza tra gli uomini s'intensificano. A
poco a poco si estendono a tutta la terra. L'unità della famiglia umana,
la quale riunisce esseri che godono di una eguale dignità naturale,
implica un bene comune universale. Questo richiede
un'organizzazione della comunità delle nazioni capace di « provvedere ai
diversi bisogni degli uomini, tanto nel campo della vita sociale, cui
appartengono l'alimentazione, la salute, l'educazione [...], quanto in
alcune circostanze particolari che sorgono qua e là, come possono essere
[...] la necessità di soccorrere le angustie dei profughi, o anche di
aiutare gli emigrati e le loro famiglie ». 160
1912 Il bene comune è sempre orientato verso il progresso delle
persone: « Nell'ordinare le cose ci si deve adeguare all'ordine delle
persone e non il contrario ». 161 Tale ordine ha come
fondamento la verità, si edifica nella giustizia, è vivificato
dall'amore.
III. Responsabilità e partecipazione 1913
La partecipazione è l'impegno volontario e generoso della persona negli
scambi sociali. È necessario che tutti, ciascuno secondo il posto che
occupa e il ruolo che ricopre, partecipino a promuovere il bene comune.
Questo dovere è inerente alla dignità della persona umana.
1914 La partecipazione si realizza innanzi tutto con il farsi carico
dei settori dei quali l'uomo si assume la responsabilità personale:
attraverso la premura con cui si dedica all'educazione della propria
famiglia, mediante la coscienza con cui attende al proprio lavoro, egli
partecipa al bene altrui e della società. 162
1915 I cittadini, per quanto è possibile, devono prendere parte
attiva alla vita pubblica. Le modalità di tale partecipazione
possono variare da un paese all'altro, da una cultura all'altra. « È da
lodarsi il modo di agire di quelle nazioni nelle quali la maggioranza
dei cittadini è fatta partecipe della gestione della cosa pubblica in un
clima di vera libertà ». 163 1916
La partecipazione di tutti all'attuazione del bene comune implica, come
ogni dovere etico, una conversione incessantemente rinnovata
delle parti sociali. La frode e altri sotterfugi mediante i quali alcuni
si sottraggono alle imposizioni della legge e alle prescrizioni del
dovere sociale, vanno condannati con fermezza, perché incompatibili con
le esigenze della giustizia. Ci si deve occupare del progresso delle
istituzioni che servono a migliorare le condizioni di vita degli uomini.
164 1917 Spetta a coloro che sono
investiti di autorità consolidare i valori che attirano la fiducia dei
membri del gruppo e li stimolano a mettersi al servizio dei loro simili.
La partecipazione ha inizio dall'educazione e dalla cultura. «
Legittimamente si può pensare che il futuro dell'umanità sia riposto
nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di
domani ragioni di vita e di speranza ». 165
In sintesi 1918 « Non c'è autorità
se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio » (Rm
13,1). 1919 Ogni comunità umana ha bisogno
di un'autorità per conservarsi e svilupparsi.
1920 « La comunità politica e l'autorità pubblica hanno il loro
fondamento nella natura umana e perciò appartengono all'ordine stabilito
da Dio ». 166 1921
L'autorità è esercitata in modo legittimo se si dedica al conseguimento
del bene comune della società. Per raggiungerlo, deve usare mezzi
moralmente accettabili. 1922
La diversità dei regimi politici è legittima, a condizione che essi
concorrano al bene della comunità.
1923 L'autorità politica deve essere esercitata entro i limiti
dell'ordine morale e garantire le condizioni d'esercizio della libertà.
1924 Il bene comune comprende « l'insieme di quelle condizioni
della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di
raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente ».
167 1925 Il bene comune comporta tre
elementi essenziali: il rispetto e la promozione dei diritti
fondamentali della persona; la prosperità o lo sviluppo dei beni
spirituali e temporali della società; la pace e la sicurezza del gruppo
e dei suoi membri. 1926 La
dignità della persona umana implica la ricerca del bene comune. Ciascuno
ha il dovere di adoperarsi per suscitare e sostenere istituzioni che
servano a migliorare le condizioni di vita degli uomini.
1927 È compito dello Stato difendere e promuovere il bene comune
della società civile. Il bene comune dell'intera famiglia umana richiede
un'organizzazione della società internazionale.
(146) Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris, 46: AAS 55
(1963) 269. (147) Cf Leone
XIII, Lett. enc. Diuturnum illud: Leonis XIII Acta 2, 271; Id.,
Lett. enc. Immortale Dei: Leonis XIII Acta 5, 120.
(148) Cf 1 Pt 2,13-17.
(149) Cf già 1 Tm 2,1-2.
(150) San Clemente Romano, Epistula ad Corinthios, 61, 1-2: SC
167, 198-200 (Funk 1, 178-180).
(151) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 74: AAS
58 (1966) 1096. (152) Concilio
Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 74: AAS 58 (1966) 1096.
(153) San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, I-II, q. 93, a. 3,
ad 2: Ed. Leon. 7, 164. (154)
Giovanni XXIII, Lett. enc. Pacem in terris, 51: AAS 55 (1963)
271. (155) Giovanni Paolo II,
Lett. enc. Centesimus annus, 44: AAS 83 (1991) 848.
(156) Lettera dello Pseudo Barnaba, 4. 10: SC 172, 100-102 (Funk
1, 48). (157) Concilio
Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 26: AAS 58 (1966) 1046;
cf Ibid., 74: AAS 58 (1966) 1096.
(158) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 26: AAS
58 (1966) 1046. (159) Cf
Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 26: AAS 58
(1966) 1046. (160) Concilio
Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 84: AAS 58 (1966) 1107.
(161) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 26: AAS
58 (1966) 1047. (162) Cf
Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 43: AAS 83 (1991)
847. (163) Concilio Vaticano
II, Cost. past. Gaudium et spes, 31: AAS 58 (1966) 1050.
(164) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 30:
AAS 58 (1966) 1049. (165)
Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 31: AAS 58
(1966) 1050. (166) Concilio
Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 74: AAS 58 (1966) 1096.
(167) Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 26: AAS
58 (1966) 1046. |