CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA PARTE TERZA LA VITA IN
CRISTO SEZIONE PRIMA
LA VOCAZIONE DELL'UOMO: LA VITA NELLO SPIRITO
CAPITOLO TERZO LA SALVEZZA DI DIO: LA LEGGE E LA GRAZIA
ARTICOLO 2 GRAZIA E GIUSTIFICAZIONE
I. La giustificazione 1987 La
grazia dello Spirito Santo ha il potere di giustificarci, cioè di
mondarci dai nostri peccati e di comunicarci la giustizia di Dio per
mezzo della fede in Gesù Cristo 219 e mediante il Battesimo:
220
« Se siamo morti con Cristo, crediamo che anche vivremo
con lui, sapendo che Cristo risuscitato dai morti non muore più; la
morte non ha più potere su di lui. Per quanto riguarda la sua morte,
egli morì al peccato una volta per tutte; ora invece per il fatto che
egli vive, vive per Dio. Così anche voi consideratevi morti al peccato,
ma viventi per Dio, in Cristo Gesù » (Rm 6,8-11).
1988 Per mezzo della potenza dello
Spirito Santo, noi prendiamo parte alla passione di Cristo morendo al
peccato, e alla sua risurrezione nascendo a una vita nuova; siamo membra
del suo corpo che è la Chiesa, 221 tralci innestati sulla
Vite che è lui stesso: 222
« Per mezzo dello Spirito, tutti noi siamo detti
partecipi di Dio. [...] Entriamo a far parte della natura divina
mediante la partecipazione allo Spirito [...]. Ecco perché lo Spirito
divinizza coloro nei quali si fa presente ». 223
1989 La prima opera della grazia
dello Spirito Santo è la conversione, che opera la
giustificazione, secondo l'annuncio di Gesù all'inizio del Vangelo: «
Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino » (Mt 4,17).
Sotto la mozione della grazia, l'uomo si volge verso Dio e si allontana
dal peccato, accogliendo così il perdono e la giustizia dall'alto. « La
giustificazione [...] non è una semplice remissione dei peccati, ma
anche santificazione e rinnovamento dell'uomo interiore ». 224
1990 La giustificazione separa l'uomo dal peccato che si
oppone all'amore di Dio, e purifica il suo cuore dal peccato. La
giustificazione fa seguito all'iniziativa della misericordia di Dio che
offre il perdono. Riconcilia l'uomo con Dio. Libera dalla schiavitù del
peccato e guarisce. 1991 La giustificazione
è, al tempo stesso, accoglienza della giustizia di Dio per mezzo
della fede in Gesù Cristo. Qui la giustizia designa la rettitudine
dell'amore divino. Insieme con la giustificazione, vengono infuse nei
nostri cuori la fede, la speranza e la carità, e ci è accordata
l'obbedienza alla volontà divina. 1992 La
giustificazione ci è stata meritata dalla passione di Cristo, che
si è offerto sulla croce come ostia vivente, santa e gradita a Dio, e il
cui sangue è diventato strumento di propiziazione per i peccati di tutti
gli uomini. La giustificazione è accordata mediante il Battesimo,
sacramento della fede. Essa ci conforma alla giustizia di Dio, il quale
ci rende interiormente giusti con la potenza della sua misericordia. Ha
come fine la gloria di Dio e di Cristo, e il dono della vita eterna:
225
« Ora, indipendentemente dalla legge, si è manifestata
la giustizia di Dio, testimoniata dalla legge e dai profeti; giustizia
di Dio per mezzo della fede in Gesù Cristo, per tutti quelli che
credono. E non c'è distinzione: tutti hanno peccato e sono privi della
gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in
virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Dio lo ha prestabilito
a servire come strumento di espiazione per mezzo della fede, nel suo
sangue, al fine di manifestare la sua giustizia, dopo la tolleranza
usata verso i peccati passati, nel tempo della divina pazienza. Egli
manifesta la sua giustizia nel tempo presente, per essere giusto e
giustificare chi ha fede in Gesù » (Rm 3,21-26).
1993 La giustificazione stabilisce
la collaborazione tra la grazia di Dio e la libertà dell'uomo. Da
parte dell'uomo essa si esprime nell'assenso della fede alla parola di
Dio che lo chiama alla conversione, e nella cooperazione della carità
alla mozione dello Spirito Santo, che lo previene e lo custodisce:
« Dio tocca il cuore dell'uomo con l'illuminazione dello
Spirito Santo, in modo che né l'uomo resti assolutamente inerte subendo
quell'ispirazione, che certo può anche respingere, né senza la grazia
divina, con la sua libera volontà, possa incamminarsi alla giustizia
dinanzi a Dio ». 226
1994 La giustificazione è l'opera
più eccellente dell'amore di Dio, manifestato in Cristo Gesù e
comunicato tramite lo Spirito Santo. Sant'Agostino ritiene che « la
giustificazione dell'empio è un'opera più grande della creazione del
cielo e della terra », perché « il cielo e la terra passeranno, mentre
la salvezza e la giustificazione degli eletti non passeranno mai ».
227 Pensa anche che la giustificazione dei peccatori supera la
stessa creazione degli angeli nella giustizia, perché manifesta una più
grande misericordia. 1995 Lo Spirito Santo è
il maestro interiore. Dando vita all'« uomo interiore », 228
la giustificazione implica la santificazione di tutto l'essere:
« Come avete messo le vostre membra a servizio
dell'impurità e dell'iniquità a pro dell'iniquità, così ora mettete le
vostre membra a servizio della giustizia per la vostra santificazione
[...]. Ora, liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi raccogliete
il frutto che vi porta alla santificazione e come destino avete la vita
eterna » (Rm 6,19.22).
II. La grazia
1996 La nostra giustificazione viene dalla grazia di Dio. La grazia
è il favore, il soccorso gratuito che Dio ci dà perché
rispondiamo al suo invito: diventare figli di Dio, 229 figli
adottivi, 230 partecipi della natura divina, 231
della vita eterna. 232 1997 La
grazia è una partecipazione alla vita di Dio; ci introduce
nell'intimità della vita trinitaria. Mediante il Battesimo il cristiano
partecipa alla grazia di Cristo, Capo del suo corpo. Come « figlio
adottivo », egli può ora chiamare Dio « Padre », in unione con il Figlio
unigenito. Riceve la vita dello Spirito che infonde in lui la carità e
forma la Chiesa. 1998 Questa vocazione alla
vita eterna è soprannaturale. Dipende interamente dall'iniziativa
gratuita di Dio, poiché egli solo può rivelarsi e donare se stesso.
Supera le capacità dell'intelligenza e le forze della volontà dell'uomo,
come di ogni creatura. 233 1999 La
grazia di Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa
nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e
santificarla. È la grazia santificante o deificante, ricevuta nel
Battesimo. Essa è in noi la sorgente dell'opera di santificazione:
234
« Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le
cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però
viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo » (2 Cor
5,17-18).
2000 La grazia santificante è un
dono abituale, una disposizione stabile e soprannaturale che perfeziona
l'anima stessa per renderla capace di vivere con Dio, di agire per amor
suo. Si distingueranno la grazia abituale, disposizione
permanente a vivere e ad agire secondo la chiamata divina, e le
grazie attuali che designano gli interventi divini sia all'inizio
della conversione, sia nel corso dell'opera di santificazione.
2001 La preparazione dell'uomo ad accogliere la grazia è già
un'opera della grazia. Questa è necessaria per suscitare e sostenere la
nostra collaborazione alla giustificazione mediante la fede, e alla
santificazione mediante la carità. Dio porta a compimento in noi quello
che ha incominciato: « Egli infatti incomincia facendo in modo, con il
suo intervento, che noi vogliamo; egli porta a compimento, cooperando
con i moti della nostra volontà già convertita »: 235
« Operiamo certamente anche noi, ma operiamo cooperando
con Dio che opera prevenendoci con la sua misericordia. Ci previene però
per guarirci e anche ci seguirà perché da santi diventiamo pure
vigorosi, ci previene per chiamarci e ci seguirà per glorificarci, ci
previene perché viviamo piamente e ci seguirà perché viviamo con lui
eternamente, essendo certo che senza di lui non possiamo far nulla ».
236
2002 La libera iniziativa di Dio
richiede la libera risposta dell'uomo; infatti Dio ha creato
l'uomo a propria immagine, dandogli, con la libertà, il potere di
conoscerlo e di amarlo. L'anima può entrare solo liberamente nella
comunione dell'amore. Dio tocca immediatamente e muove direttamente il
cuore dell'uomo. Egli ha posto nell'uomo un'aspirazione alla verità e al
bene che soltanto lui può soddisfare. Le promesse della « vita eterna »
rispondono, al di là di ogni speranza, a tale aspirazione:
« Il riposo che prendesti al settimo giorno, dopo aver
compiuto le tue opere molto buone, sebbene le avessi fatte senza fatica,
è una predizione che ci fa l'oracolo del tuo Libro: noi pure, compiute
le nostre opere buone assai, certamente per tuo dono, nel sabato della
vita eterna riposeremo in te ». 237
2003 La grazia è innanzi tutto e
principalmente il dono dello Spirito che ci giustifica e ci santifica.
Ma la grazia comprende anche i doni che lo Spirito ci concede per
associarci alla sua opera, per renderci capaci di cooperare alla
salvezza degli altri e alla crescita del corpo di Cristo, la Chiesa.
Sono le grazie sacramentali, doni propri ai diversi sacramenti.
Sono inoltre le grazie speciali chiamate anche carismi con
il termine greco usato da san Paolo, che significa favore, dono
gratuito, beneficio. 238 Qualunque sia la loro natura a volte
straordinaria, come il dono dei miracoli o delle lingue, i carismi sono
ordinati alla grazia santificante e hanno come fine il bene comune della
Chiesa. Sono al servizio della carità che edifica la Chiesa. 239
2004 Tra le grazie speciali, è opportuno ricordare le grazie di
stato che accompagnano l'esercizio delle responsabilità della vita
cristiana e dei ministeri in seno alla Chiesa:
« Abbiamo pertanto doni diversi secondo la grazia data a
ciascuno di noi. Chi ha il dono della profezia la eserciti secondo la
misura della fede; chi ha un ministero attenda al ministero; chi
l'insegnamento all'insegnamento; chi l'esortazione all'esortazione. Chi
dà, lo faccia con semplicità; chi presiede, lo faccia con diligenza; chi
fa opere di misericordia, le compia con gioia » (Rm 12,6-8).
2005 Appartenendo all'ordine
soprannaturale, la grazia sfugge alla nostra esperienza e solo
con la fede può essere conosciuta. Pertanto non possiamo basarci sui
nostri sentimenti o sulle nostre opere per dedurne che siamo
giustificati e salvati. 240 Tuttavia, secondo la parola del
Signore: « Dai loro frutti li potrete riconoscere » (Mt 7,20), la
considerazione dei benefici di Dio nella nostra vita e nella vita dei
santi ci offre una garanzia che la grazia sta operando in noi e ci
sprona ad una fede sempre più grande e ad un atteggiamento di povertà
fiduciosa.
Si trova una delle più belle dimostrazioni di tale
disposizione d'animo nella risposta di santa Giovanna d'Arco ad una
domanda subdola dei suoi giudici ecclesiastici: « Interrogata se sappia
d'essere nella grazia di Dio, risponde: "Se non vi sono, Dio mi vuole
mettere; se vi sono, Dio mi vuole custodire in essa" ». 241
III. Il merito
« Nella festosa assemblea dei santi risplende la tua
gloria, e il loro trionfo celebra i doni della tua misericordia ».
242
2006 Il termine « merito » indica,
in generale, la retribuzione dovuta da una comunità o da una
società per l'azione di uno dei suoi membri riconosciuta come buona o
cattiva, meritevole di ricompensa o di punizione. Il merito è relativo
alla virtù della giustizia in conformità al principio dell'eguaglianza
che ne è la norma. 2007 Nei confronti di Dio,
in senso strettamente giuridico, non c'è merito da parte dell'uomo. Tra
lui e noi la disuguaglianza è smisurata, poiché noi abbiamo ricevuto
tutto da lui, nostro Creatore. 2008 Il merito
dell'uomo presso Dio nella vita cristiana deriva dal fatto che Dio ha
liberamente disposto di associare l'uomo all'opera della sua grazia.
L'azione paterna di Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero
agire dell'uomo viene dopo nella sua collaborazione, così che i meriti
delle opere buone devono essere attribuiti innanzi tutto alla grazia di
Dio, poi al fedele. Il merito dell'uomo torna, peraltro, anch'esso a
Dio, dal momento che le sue buone azioni hanno la loro origine, in
Cristo, dalle ispirazioni e dagli aiuti dello Spirito Santo.
2009 L'adozione filiale, rendendoci partecipi per grazia della
natura divina, può conferirci, in conseguenza della giustizia gratuita
di Dio, un vero merito. È questo un diritto derivante dalla
grazia, il pieno diritto dell'amore, che ci fa « coeredi » di Cristo e
degni di conseguire l'eredità promessa della vita eterna. 243
I meriti delle nostre opere buone sono doni della bontà divina. 244
« Prima veniva elargita la grazia, ora viene reso il dovuto. [...] Sono
proprio doni suoi i tuoi meriti ». 245
2010 Poiché nell'ordine della grazia l'iniziativa appartiene a Dio,
nessuno può meritare la grazia prima, quella che sta all'origine
della conversione, del perdono e della giustificazione. Sotto la mozione
dello Spirito Santo e della carità, possiamo in seguito meritare
per noi stessi e per gli altri le grazie utili per la nostra
santificazione, per l'aumento della grazia e della carità, come pure per
il conseguimento della vita eterna. Gli stessi beni temporali, quali la
salute e l'amicizia, possono essere meritati seguendo la sapienza di
Dio. Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera
cristiana. Questa provvede al nostro bisogno di grazia per le azioni
meritorie. 2011 La carità di Cristo è in
noi la sorgente di tutti i nostri meriti davanti a Dio. La grazia,
unendoci a Cristo con un amore attivo, assicura il carattere
soprannaturale dei nostri atti e, di conseguenza, il loro merito davanti
a Dio e davanti agli uomini. I santi hanno sempre avuto una viva
consapevolezza che i loro meriti erano pura grazia:
« Dopo l'esilio della terra, spero di gioire
fruitivamente di te nella Patria; ma non voglio accumulare meriti per il
cielo: voglio spendermi per il tuo solo amore [...]. Alla sera di questa
vita comparirò davanti a te con le mani vuote; infatti non ti chiedo, o
Signore, di tener conto delle mie opere. Tutte le nostre giustizie non
sono senza macchie ai tuoi occhi. Voglio perciò rivestirmi della tua
giustizia e ricevere dal tuo amore l'eterno possesso di te
stesso... ». 246
IV. La santità cristiana 2012 «
Sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio [...].
Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati
ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il
primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha
anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli
che ha giustificati li ha anche glorificati » (Rm 8,28-30).
2013 « Tutti i fedeli di qualsiasi stato o grado sono chiamati alla
pienezza della vita cristiana e alla perfezione della carità ». 247
Tutti sono chiamati alla santità: « Siate voi dunque perfetti come è
perfetto il Padre vostro celeste » (Mt 5,48):
« Per raggiungere questa perfezione, i fedeli usino le
forze ricevute secondo la misura del dono di Cristo, affinché [...], in
tutto obbedienti alla volontà del Padre, con tutto il loro animo si
consacrino alla gloria di Dio e al servizio del prossimo. Così la
santità del popolo di Dio crescerà apportando frutti abbondanti, come è
splendidamente dimostrato, nella storia della Chiesa, dalla vita di
tanti santi ». 248
2014 Il progresso spirituale tende
all'unione sempre più intima con Cristo. Questa unione si chiama «
mistica », perché partecipa al mistero di Cristo mediante i sacramenti –
« i santi misteri » – e, in lui, al mistero della Santissima Trinità.
Dio chiama tutti a questa intima unione con lui, anche se soltanto ad
alcuni sono concesse grazie speciali o segni straordinari di questa vita
mistica, allo scopo di rendere manifesto il dono gratuito fatto a tutti.
2015 Il cammino della perfezione passa attraverso la croce. Non c'è
santità senza rinuncia e senza combattimento spirituale. 249
Il progresso spirituale comporta l'ascesi e la mortificazione, che
gradatamente conducono a vivere nella pace e nella gioia delle
beatitudini:
« Colui che sale non cessa mai di andare di inizio in
inizio; non si è mai finito di incominciare. Mai colui che sale cessa di
desiderare ciò che già conosce ». 250
2016 I figli della santa Chiesa
nostra Madre sperano giustamente la grazia della perseveranza finale
e la ricompensa di Dio loro Padre per le buone opere compiute con la
sua grazia, in comunione con Gesù. 251 Osservando la medesima
regola di vita, i credenti condividono « la beata speranza » di coloro
che la misericordia divina riunisce nella « città santa, la nuova
Gerusalemme » che scende « dal cielo, da Dio, pronta come una sposa
adorna per il suo sposo » (Ap 21,2).
In sintesi 2017 La grazia dello
Spirito Santo ci conferisce la giustizia di Dio. Unendoci mediante la
fede e il Battesimo alla passione e alla risurrezione di Cristo, lo
Spirito ci rende partecipi della sua vita.
2018 La giustificazione, non diversamente dalla conversione,
presenta due aspetti. Sotto la mozione della grazia, l'uomo si volge
verso Dio e si allontana dal peccato, accogliendo così il perdono e la
giustizia dall'alto. 2019 La
giustificazione comporta la remissione dei peccati, la santificazione e
il rinnovamento dell'uomo interiore.
2020 La giustificazione ci è stata meritata dalla passione di
Cristo. Ci è accordata attraverso il Battesimo. Ci conforma alla
giustizia di Dio, il quale ci rende giusti. Ha come fine la gloria di
Dio e di Cristo e il dono della vita eterna. È l'opera più eccellente
della misericordia di Dio. 2021
La grazia è l'aiuto che Dio ci dà perché rispondiamo alla nostra
vocazione di diventare suoi figli adottivi. Essa ci introduce
nell'intimità della vita trinitaria.
2022 L'iniziativa divina nell'opera della grazia previene,
prepara e suscita la libera risposta dell'uomo. La grazia risponde alle
profonde aspirazioni della libertà umana; la invita a cooperare con essa
e la perfeziona. 2023 La
grazia santificante è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita,
infusa dallo Spirito Santo nella nostra anima per guarirla dal peccato e
santificarla. 2024 La grazia
santificante ci rende « graditi a Dio ». I «
carismi », grazie speciali dello Spirito Santo, sono ordinati
alla grazia santificante e hanno come fine il bene comune della Chiesa.
Dio agisce anche mediante molteplici grazie attuali, che si distinguono
dalla grazia abituale, permanente in noi.
2025 Non c'è per noi merito davanti a Dio se non come conseguenza
del libero disegno di Dio di associare l'uomo all'opera della sua
grazia. Il merito in primo luogo è da ascrivere alla grazia di Dio, in
secondo luogo alla collaborazione dell'uomo. Il merito dell'uomo spetta
anch'esso a Dio. 2026 La
grazia dello Spirito Santo, in virtù della nostra filiazione adottiva,
può conferirci un vero merito in conseguenza della giustizia gratuita di
Dio. La carità è in noi la principale sorgente del merito davanti a Dio.
2027 Nessuno può meritare la grazia prima, che sta all'origine
della conversione. Sotto la mozione dello Spirito Santo, possiamo
meritare per noi stessi e per gli altri tutte le grazie utili per
giungere alla vita eterna, come pure i beni materiali necessari.
2028 « Tutti i fedeli [...] sono chiamati alla pienezza
della vita cristiana e alla perfezione della carità ». 252
« La perfezione cristiana non ha che un limite: quello di non averne
alcuno ». 253 2029 « Se
qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua » (Mt 16,24).
(219) Cf Rm 3,22. (220) Cf
Rm 6,3-4. (221) Cf 1
Cor 12. (222) Cf Gv
15,1-4. (223) Sant'Atanasio di
Alessandria, Epistula ad Serapionem, 1, 24: PG 26, 585-588.
(224) Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione,
c. 7: DS 1528. (225) Cf
Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione, c. 7:
DS 1529. (226) Concilio di
Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione, c. 5: DS 1525.
(227) Sant'Agostino, In Iohannis evangelium tractatus, 72, 3: CCL
36, 508 (PL 35, 1823). (228)
Cf Rm 7,22; Ef 3,16.
(229) Cf Gv 1,12-18.
(230) Cf Rm 8,14-17.
(231) Cf 2 Pt 1,3-4.
(232) Cf Gv 17,3. (233)
Cf 1 Cor 2,7-9. (234)
Cf Gv 4,14; 7,38-39.
(235) Sant'Agostino, De gratia et libero arbitrio, 17, 33: PL 44,
901. (236) Sant'Agostino,
De natura et gratia, 31, 35: CSEL 49, 258-259 (PL 44, 264).
(237) Sant'Agostino, Confessiones, 13, 36, 51: CCL 27, 272 (PL
32, 868). (238) Cf Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 12: AAS 57 (1965) 16-17.
(239) Cf 1 Cor 12.
(240) Cf Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione,
c. 9: DS 1533-1534. (241)
Santa Giovanna d'Arco, Dictum: Procès de condamnation, ed.
P. Tisset (Paris 1960) p. 62.
(242) Prefazio dei santi, I: Messale Romano (Libreria
Editrice Vaticana 1993) p. 363; cf « Doctor gratiae », Sant'Agostino,
Enarratio in Psalmum 102, 7: CCL 40, 1457 (PL 37, 1321).
(243) Cf Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione,
c. 16: DS 1546. (244) Cf
Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione, c. 16:
DS 1548. (245) Sant'Agostino,
Sermo 298, 4-5: SPM 1, 98-99 (PL 38, 1367).
(246) Santa Teresa di Gesù Bambino, Atto di offerta all'Amore
Misericordioso: Preghiere: Opere complete (Libreria Editrice
Vaticana 1997) p. 942-943.
(247) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 40: AAS 57
(1965) 45. (248) Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 40: AAS 57 (1965) 45.
(249) Cf 2 Tm 4. (250)
San Gregorio di Nissa, In Canticum, homilia 8: Gregorii
Nysseni opera, ed. W. Jaeger-H. Langerbeck, v. 6 (Leiden 1960) p.
247 (PG 44, 941). (251) Cf
Concilio di Trento, Sess. 6a, Decretum de iustificatione, canone
26: DS 1576. (252) Cf Concilio
Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 40: AAS 57 (1965).
(253) San Gregorio di Nissa, De vita Moysis, 1, 5: ed. M.
Simonetti (Vicenza 1984) p. 10 (PG 44, 300). |