CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA PARTE QUARTA LA PREGHIERA
CRISTIANA SEZIONE
PRIMA LA PREGHIERA NELLA VITA CRISTIANA
CAPITOLO PRIMO LA RIVELAZIONE DELLA PREGHIERA
ARTICOLO 1 NELL'ANTICO TESTAMENTO
2568 La rivelazione della preghiera nell'Antico Testamento si
iscrive tra la caduta e il riscatto dell'uomo, tra la domanda accorata
di Dio ai suoi primi figli: « Dove sei? [...] Che hai fatto? » (Gn
3,9.13) e la risposta del Figlio unigenito al suo entrare nel mondo («
Ecco, io vengo [...] per fare, o Dio, la tua volontà »: Eb 10,7).14
La preghiera in tal modo è legata alla storia degli uomini, è la
relazione con Dio nelle vicende della storia. La
creazione - sorgente della preghiera 2569
È a partire innanzi tutto dalle realtà della creazione che vive
la preghiera. I primi nove capitoli della Genesi descrivono questa
relazione con Dio come offerta dei primogeniti del gregge da parte di
Abele,15 come invocazione del nome divino da parte di Enos,16
come « cammino con Dio ».17 L'offerta di Noè è « gradita » a
Dio, che lo benedice – e, attraverso lui, benedice tutta la creazione18
– perché il suo cuore è giusto e integro; egli pure « camminava con Dio
» (Gn 6,9). Questa qualità della preghiera è vissuta da una
moltitudine di giusti in tutte le religioni. Nella
sua Alleanza indefettibile con gli esseri viventi,19 Dio
sempre chiama gli uomini a pregarlo. Ma è soprattutto a partire dal
nostro padre Abramo che nell'Antico Testamento viene rivelata la
preghiera. La Promessa e la preghiera della fede
2570 Non appena Dio lo chiama, Abramo parte « come gli aveva
ordinato il Signore » (Gn 12,4): il suo cuore è tutto «
sottomesso alla parola »; egli obbedisce. L'ascolto del cuore che si
decide secondo Dio è essenziale alla preghiera: le parole sono relative
rispetto ad esso. Ma la preghiera di Abramo si esprime innanzi tutto con
azioni: uomo del silenzio, ad ogni tappa costruisce un altare al
Signore. Solo più tardi troviamo la sua prima preghiera in parole: un
velato lamento che ricorda a Dio le sue promesse che non sembrano
realizzarsi.20 Così, fin dall'inizio, appare uno degli
aspetti del dramma della preghiera: la prova della fede nella fedeltà di
Dio. 2571 Avendo creduto in Dio,21
camminando alla sua presenza e in alleanza con lui,22 il
patriarca è pronto ad accogliere sotto la propria tenda l'Ospite
misterioso: è la stupenda ospitalità di Mamre, preludio
all'annunciazione del vero Figlio della Promessa.23 Da quel
momento, avendogli Dio confidato il proprio disegno, il cuore di Abramo
è in sintonia con la compassione del suo Signore per gli uomini, ed egli
osa intercedere per loro con una fiducia audace.24
2572 Quale ultima purificazione della sua fede, proprio a lui « che
aveva ricevuto le promesse » (Eb 11,17) viene chiesto di
sacrificare il figlio che Dio gli ha donato. La sua fede non vacilla: «
Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto » (Gn 22,8); «
pensava infatti che Dio è capace di far risorgere anche dai morti » (Eb
11,19). Così il padre dei credenti è configurato al Padre che non
risparmierà il proprio Figlio, ma lo darà per tutti noi.25 La
preghiera restituisce all'uomo la somiglianza con Dio e lo rende
partecipe della potenza dell'amore di Dio che salva la moltitudine.26
2573 Dio rinnova la propria Promessa a Giacobbe, l'antenato delle
dodici tribù d'Israele.27 Prima di affrontare il fratello
Esaù, Giacobbe lotta per l'intera notte con un misterioso personaggio,
che si rifiuta di rivelargli il proprio nome, ma lo benedice prima di
lasciarlo allo spuntar del sole. La tradizione spirituale della Chiesa
ha visto in questo racconto il simbolo della preghiera come
combattimento della fede e vittoria della perseveranza.28
Mosè e la preghiera del mediatore 2574
Quando incomincia a realizzarsi la Promessa (la Pasqua, l'Esodo, il dono
della Legge e la stipulazione dell'Alleanza), la preghiera di Mosè è la
toccante figura della preghiera di intercessione, che raggiungerà il
pieno compimento nell'unico « mediatore tra Dio e gli uomini, l'uomo
Cristo Gesù » (1 Tm 2,5). 2575 Anche
qui l'iniziativa è di Dio. Egli chiama Mosè dal roveto ardente.29
Questo avvenimento rimarrà una delle figure fondamentali della preghiera
nella tradizione spirituale ebraica e cristiana. In realtà, se « il Dio
di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe » chiama il suo servo
Mosè, è perché egli è il Dio vivente che vuole la vita degli uomini.
Egli si rivela per salvarli, ma non da solo, né loro malgrado: chiama
Mosè per inviarlo, per associarlo alla sua compassione, alla sua opera
di salvezza. C'è come un'implorazione divina in questa missione, e Mosè,
dopo un lungo dibattito, adeguerà la sua volontà a quella del Dio
Salvatore. Ma in quel dialogo in cui Dio si confida, Mosè impara anche a
pregare: cerca di tirarsi indietro, muove obiezioni, soprattutto pone
interrogativi, ed è in risposta alla sua domanda che il Signore gli
confida il proprio nome indicibile, che si rivelerà nelle sue grandi
gesta. 2576 Ora, « il Signore parlava con
Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro » (Es
33,11), con un suo amico. La preghiera di Mosè è tipica della preghiera
contemplativa, grazie alla quale il servo di Dio è fedele alla propria
missione. Mosè « s'intrattiene » spesso e a lungo con il Signore,
salendo la montagna per ascoltarlo e implorarlo, discendendo verso il
popolo per riferirgli le parole del suo Dio e guidarlo. « Egli è l'uomo
di fiducia in tutta la mia casa. Bocca a bocca parlo con lui, in visione
» (Nm 12,7-8); infatti « Mosè era molto più mansueto di ogni uomo
che è sulla terra » (Nm 12,3). 2577 In
questa intimità con il Dio fedele, lento all'ira e ricco di grazia,30
Mosè ha attinto la forza e la tenacia della sua intercessione. Non prega
per sé, ma per il popolo che Dio si è acquistato. Già durante il
combattimento contro gli Amaleciti31 o per ottenere la
guarigione di Maria,32 Mosè intercede. Ma è soprattutto dopo
l'apostasia del popolo che egli sta « sulla breccia » (Sal
106,23) di fronte a Dio per salvare il popolo.33 Gli
argomenti della sua preghiera (l'intercessione è anch'essa un misterioso
combattimento) ispireranno l'audacia dei grandi oranti del popolo ebreo,
come anche della Chiesa: Dio è amore; dunque, è giusto e fedele; non può
contraddirsi, deve ricordarsi delle sue meravigliose gesta; è in gioco
la sua gloria, non può abbandonare questo popolo che porta il suo Nome.
Davide e la preghiera del re 2578 La
preghiera del popolo di Dio si sviluppa all'ombra della dimora di Dio,
cioè dell'arca dell'Alleanza e più tardi del Tempio. Sono innanzi tutto
le guide del popolo – i pastori e i profeti – che gli insegneranno a
pregare. Il fanciullo Samuele ha dovuto apprendere dalla propria madre
Anna come « stare davanti al Signore »34 e dal sacerdote Eli
come ascoltare la parola di Dio: « Parla, Signore, perché il tuo servo
ti ascolta » (1 Sam 3,9-10). Più tardi, anch'egli conoscerà il
prezzo e il peso dell'intercessione: « Quanto a me, non sia mai che io
pecchi contro il Signore, tralasciando di supplicare per voi e di
indicarvi la via buona e retta » (1 Sam 12,23).
2579 Davide è per eccellenza il re « secondo il cuore di Dio », il
pastore che prega per il suo popolo e in suo nome, colui la cui
sottomissione alla volontà di Dio, la cui lode e il cui il pentimento
saranno modello di preghiera per il popolo. Unto di Dio, la sua
preghiera è fedele adesione alla Promessa divina,35 fiducia
colma di amore e di gioia in colui che è il solo Re e Signore. Nei
salmi, Davide, ispirato dallo Spirito Santo, è il primo profeta della
preghiera ebraica e cristiana. La preghiera di Cristo, vero Messia e
figlio di Davide, rivelerà e compirà il senso di questa preghiera.
2580 Il Tempio di Gerusalemme, la casa di preghiera che Davide
voleva costruire, sarà opera di suo figlio, Salomone. La preghiera della
dedicazione del Tempio36 fa affidamento sulla Promessa di Dio
e sulla sua Alleanza, sulla presenza operante del suo Nome in mezzo al
suo popolo e sulla memoria delle mirabili gesta dell'Esodo. Il re alza
le mani verso il cielo e supplica il Signore per sé, per tutto il
popolo, per le generazioni future, per il perdono dei peccati e per le
necessità quotidiane, affinché tutte le nazioni sappiano che egli è
l'unico Dio e il cuore del suo popolo sia tutto per lui.
Elia, i profeti e la conversione del cuore
2581 Il Tempio doveva essere per il popolo di Dio il luogo
dell'educazione alla preghiera: i pellegrinaggi, le feste, i sacrifici,
l'offerta della sera, l'incenso, i pani della « proposizione », tutti
questi segni della santità e della gloria del Dio, altissimo e
vicinissimo, erano appelli e cammini della preghiera. Spesso però il
ritualismo trascinava il popolo verso un culto troppo esteriore. Era
necessaria l'educazione della fede, la conversione del cuore. Questa fu
la missione dei profeti, prima e dopo l'Esilio.
2582 Elia è il padre dei profeti, della generazione di coloro che
cercano Dio, che cercano il suo volto.37 Il suo nome, « il
Signore è il mio Dio », annuncia il grido del popolo in risposta alla
sua preghiera sul monte Carmelo.38 San Giacomo rimanda a lui,
per esortarci alla preghiera: « Molto vale la preghiera del giusto fatta
con insistenza » (Gc 5,16).39
2583 Dopo avere imparato la misericordia nel suo ritiro presso il
torrente Cherit, Elia insegna alla vedova di Zarepta la fede nella
parola di Dio, fede che egli conferma con la sua preghiera insistente:
Dio fa tornare in vita il figlio della vedova.40
Al momento del sacrificio sul monte Carmelo, prova decisiva per la fede
del popolo di Dio, è per la sua supplica che il fuoco del Signore
consuma l'olocausto, « all'ora in cui si presenta l'offerta della sera
»: « Rispondimi, Signore, rispondimi! » (1 Re 18,37); queste
stesse parole di Elia sono riprese dalle liturgie orientali
nell'epiclesi eucaristica.41 Infine,
riprendendo il cammino nel deserto verso il luogo dove il Dio vivo e
vero si è rivelato al suo popolo, Elia, come Mosè, entra « in una
caverna » finché « passi » la presenza misteriosa di Dio.42
Ma è soltanto sul monte della trasfigurazione che si svelerà colui di
cui essi cercano il volto:43 la conoscenza della gloria di
Dio rifulge sul volto di Cristo crocifisso e risorto.44
2584 Stando « da solo a solo con Dio », i profeti attingono luce e
forza per la loro missione. La loro preghiera non è una fuga dal mondo
infedele, ma un ascolto della parola di Dio, talora un dibattito o un
lamento, sempre un'intercessione che attende e prepara l'intervento del
Dio Salvatore, Signore della storia.45
I Salmi, preghiera dell'assemblea 2585
Dopo Davide, fino alla venuta del Messia, i Libri Sacri contengono testi
di preghiera che testimoniano come si sia fatta sempre più profonda la
preghiera per se stessi e per gli altri.46 I salmi sono stati
a poco a poco riuniti in una raccolta di cinque libri: i Salmi (o « Lodi
»), capolavoro della preghiera nell'Antico Testamento.
2586 I salmi nutrono ed esprimono la preghiera del popolo di Dio
come assemblea, in occasione delle solenni feste a Gerusalemme e ogni
sabato nelle sinagoghe. Questa preghiera è insieme personale e
comunitaria; riguarda coloro che pregano e tutti gli uomini; sale dalla
Terra santa e dalle comunità della Diaspora, ma abbraccia l'intera
creazione; ricorda gli eventi salvifici del passato e si estende fino al
compimento della storia; fa memoria delle promesse di Dio già realizzate
ed attende il Messia che le compirà definitivamente. Pregati da Cristo e
attuati pienamente in lui, i salmi restano essenziali per la preghiera
della sua Chiesa.47 2587 Il
Salterio è il libro in cui la parola di Dio diventa preghiera dell'uomo.
Negli altri libri dell'Antico Testamento « le parole dichiarano le opere
di Dio per gli uomini e chiariscono il mistero in esse contenuto ».48
Nel Salterio le parole del salmista esprimono, cantandole per Dio, le
sue opere salvifiche. Il medesimo Spirito ispira l'opera di Dio e la
risposta dell'uomo. Cristo unirà l'una e l'altra. In lui, i salmi non
cessano di insegnarci a pregare. 2588 Le
espressioni multiformi della preghiera dei salmi nascono ad un tempo
nella liturgia del Tempio e nel cuore dell'uomo. Si tratti di un inno,
di una preghiera di lamentazione o di rendimento di grazie, di una
supplica individuale o comunitaria, di un canto regale o di
pellegrinaggio, di una meditazione sapienziale, i salmi sono lo specchio
delle meraviglie di Dio nella storia del suo popolo e delle situazioni
umane vissute dal salmista. Un salmo può rispecchiare un avvenimento del
passato, ma è di una sobrietà tale da poter essere pregato in verità
dagli uomini di ogni condizione e di ogni tempo.
2589 Nei salmi si scorgono alcuni tratti costanti: la semplicità e
la spontaneità della preghiera; il desiderio di Dio stesso attraverso
tutto e con tutto ciò che nella creazione è buono; la situazione penosa
del credente il quale, nel suo amore preferenziale per il Signore, è
esposto a una folla di nemici e di tentazioni; e, nell'attesa di ciò che
farà il Dio fedele, è certo del suo amore e si consegna alla sua
volontà. La preghiera dei salmi è sempre animata dalla lode ed è per
questo che il titolo della raccolta si addice pienamente a ciò che essa
ci consegna: « Le Lodi ». Composta per il culto dell'assemblea, ci fa
giungere l'invito alla preghiera e ne canta la risposta: «
Hallelu-Ia! » (Alleluia), « Lodate il Signore! ».
« Che cosa vi è di più bello del salmo? Bene ha detto lo
stesso Davide: "Lodate il Signore, poiché bello è il salmo. Al nostro
Dio sia lode gioiosa e conveniente". Ed è vero! Il salmo infatti è
benedizione del popolo, lode a Dio, inno di lode del popolo, applauso
generale, parola universale, voce della Chiesa, canora professione di
fede... ».49
In sintesi
2590 « La preghiera è l'elevazione dell'anima a Dio o la domanda
a Dio di beni convenienti ».50
2591 Dio instancabilmente chiama ogni persona all'incontro
misterioso con lui. La preghiera accompagna tutta la storia della
salvezza come un appello reciproco tra Dio e l'uomo.
2592 La preghiera di Abramo e di Giacobbe si presenta come una
lotta della fede ancorata alla fiducia nella fedeltà di Dio e alla
certezza della vittoria promessa alla perseveranza.
2593 La preghiera di Mosè è la risposta all'iniziativa del Dio
vivente per la salvezza del suo popolo. Prefigura la preghiera
d'intercessione dell'unico mediatore, Cristo Gesù.
2594 La preghiera del popolo di Dio si sviluppa all'ombra della
dimora di Dio, dell'arca dell'Alleanza e del Tempio, sotto la guida dei
pastori, del re Davide principalmente, e dei profeti.
2595 I profeti chiamano alla conversione del cuore e, mentre
ricercano ardentemente il volto di Dio, come Elia, intercedono per il
popolo. 2596 I salmi
costituiscono il capolavoro della preghiera nell'Antico Testamento.
Presentano due componenti inseparabili: personale e comunitaria.
Abbracciano tutte le dimensioni della storia, facendo memoria delle
promesse di Dio già realizzate e sperando nella venuta del Messia.
2597 Pregati da Cristo e attuati pienamente in lui, i salmi sono
un elemento essenziale e permanente della preghiera della sua Chiesa.
Sono adatti agli uomini di ogni condizione e di ogni tempo.
(14) Cf Eb 10,5-7. (15)
Cf Gn 4,4. (16) Cf
Gn 4,26. (17) Cf Gn
5,24. (18) Cf Gn
8,20–9,17. (19) Cf Gn
9,8-16. (20) Cf Gn
15,2-3. (21) Cf Gn
15,6. (22) Cf Gn
17,1-2. (23) Cf Gn
18,1-15; Lc 1,26-38.
(24) Cf Gn 18,16-33.
(25) Cf Rm 8,32. (26)
Cf Rm 4,16-21. (27) Cf
Gn 28,10-22. (28) Cf Gn
32,25-31; Lc 18,1-8.
(29) Cf Es 3,1-10. (30)
Cf Es 34,6. (31) Cf
Es 17,8-13. (32) Cf Nm
12,13-14. (33) Cf Es
32,1–34,9. (34) Cf 1 Sam
1,9-18. (35) Cf 2 Sam
7,18-29. (36) Cf 1 Re
8,10-61. (37) Cf Sal
24,6. (38) Cf 1 Re
18,39. (39) Cf Gc
5,16-18. (40) Cf 1 Re
17,7-24. (41) Cf 1 Re
18,20-39. (42) Cf 1 Re
19,1-14; Es 33,19-23.
(43) Cf Lc 9,30-35.
(44) Cf 2 Cor 4,6. (45)
Cf Am 7,2.5; Is 6,5. 8.11; Ger 1,6; 15,15-18;
20,7-18. (46) Cf Esd
9,6-15; Ne 1,4-11; Gio 2,3-10; Tb 3,11-16; Gdt
9,2-14. (47) Cf Principi e
norme per la Liturgia delle Ore, 100-109: Liturgia delle Ore,
v. 1 (Libreria Editrice Vaticana 1981) p. 62-63.
(48) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Dei Verbum, 2: AAS 58
(1966) 818. (49)
Sant'Ambrogio, Enarrationes in Psalmos, 1, 9: CSEL 64, (PL 14,
968). (50) San Giovanni
Damasceno, Expositio fidei, 68 [De fide orthodoxa, 3, 24]:
PTS 12, 167 (PG 94, 1089) |