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VIAGGIO APOSTOLICO IN POLONIA
(8-14 GIUGNO 1987)

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II 
AI FEDELI DOPO «L’APPELLO DI JASNA GORA»

Santuario di Czestochowa - Venerdì, 12 giugno 1987

 

1. “Maria, Regina della Polonia, sono vicino a te, mi ricordo di te, veglio”.

Ogni giorno da molti anni, ancora dal periodo della preparazione al Millennio del Battesimo della Polonia, risuona qui questo Appello di Jasna Gora. E lo ripetono labbra umane - e cuori umani - in diversi luoghi della terra patria. Anche fuori dei suoi confini. Anche a Roma, in Vaticano.

Stasera in modo particolare lo ripetono le labbra dei pellegrini qui presenti, prima di tutto quelli di questa città e di tutta la diocesi di Czestochowa, dell’arcidiocesi di Wroclaw e di Poznan e certamente anche di molti altri.

Ogni giorno diciamo: sono vicino a te, e desideriamo dire: sii con noi. Quest’Appello è per noi - e per Te -. Sii con noi, veglia accanto a noi come una madre veglia accanto ai suoi figli, anche quando essi crescono, ella non cessa di vegliare.

2. Il Concilio Vaticano II insegna che Maria è costantemente presente nel mistero di Cristo e della Chiesa. Colei di cui è stato detto: “Beata colei che ha creduto” (Lc 1, 45), che precede il popolo di Dio su tutta la terra nella peregrinazione della fede, della speranza e dell’unione con Cristo.

Con questa consapevolezza iniziamo in questi giorni l’“Anno Mariano” come periodo di una particolare preparazione all’inizio del terzo Millennio della nascita di Cristo. Bisogna dunque che questo Appello di Jasna Gora continui a risuonare.

Che esso dica a Maria da parte nostra “sono presente, mi ricordo, veglio”. Che esso invochi la sua presenza: sii con noi, sii con noi in ogni tempo! Precedi il nostro peregrinare! Qui, a Jasna Gora, molti pellegrini vengono a te, Madre e Regina. I più numerosi sono nel mese di agosto. E tutti rispecchiano la tua peregrinazione con noi attraverso la terra patria.

Non è facile peregrinare attraverso questa terra. Potrebbe sembrare addirittura impossibile senza la fede. Guidaci con la tua fede, Maria di Nazaret, Maria di Betlemme, Maria sul Golgota, Maria di Jasna Gora. Guidaci con la tua eroica fede! Che non ci fermiamo per strada! Così come non si fermano per strada i pellegrini di Jasna Gora, nonostante a volte siano molto stanchi e abbiano i piedi dolenti.

Guida tutti coloro che vengono qui, ed anche coloro che non vengono. Coloro che non hanno fede. Anche coloro che cercano di convincere gli altri all’incredulità, all’ateismo.

3. In quest’ora dell’Appello di Jasna Gora, desidero chiamare qui, col pensiero e col cuore, ogni uomo, fratello e sorella, da tutte le parti della terra patria - dal di fuori, anche dai più lontani punti del globo terrestre, tutti quelli quanto numerosi! - che incontro a Roma e in tutto il mondo durante il mio servizio apostolico.

Desidero chiamare qui:

- i miei fratelli e le mie sorelle, che in Paese o fuori di esso hanno dedicato le loro forze fisiche e spirituali, i loro talenti e le energie per il bene comune, quale è la Patria, ed hanno riscattato per essa l’amore con una multiforme sofferenza;

- i fratelli e le sorelle, che attualmente, accanto ai loro banchi di lavoro in campagna ed in città, sia come lavoratori fisici che come impiegati, consapevoli della molteplice crisi, assumono con coraggio e coscienziosamente la fatica del lavoro quotidiano;

- gli uomini della penna e di altri ambienti creativi; uomini che mediante l’onesta attività nel campo dei mass media, specialmente della stampa, raggiungono le vastissime cerchie della società, trasmettono un sano giudizio sulla realtà, infrangono le barriere della paura, dell’egoismo, del malcostume, del riconoscimento facile, rendono testimonianza alla verità;

- tutti coloro che non ebbero paura dei pericoli e delle difficoltà, non hanno smarrito la fede negli ideali e nei veri valori, non hanno perduto il senso della vita e del lavoro, non hanno ceduto alle debolezze, ma sentendo la solidale responsabilità e sollecitudine, confortano i loro fratelli nella fede e nella convinzione che per il cristiano non vi sono situazioni senza via nel proprio Paese ed intraprendere iniziative creative, edificare la comunità dei cuori e delle menti umane.

Quante persone bisognerebbe qui enumerare che si fanno reciprocamente del bene, quante comunità, quanti ambienti. Desidero chiamare qui in questo Appello di Jasna Gora tutti i miei fratelli e le sorelle che sperimentano le privazioni, che soffrono di una fame inappagata di libertà, le difficoltà nella trasmissione e ricezione della verità, che non hanno lavoro o un lavoro rispondente alle loro qualificazioni, che non possono realizzare i propri progetti di vita, le giuste aspirazioni e sviluppare i propri talenti; coloro che in qualunque modo soffrono nel corpo e nell’anima, portando con fede e speranza la loro croce quotidiana.

Di loro scrive il poeta: “Beati coloro che durante i tuoni / Non hanno perso l’equilibrio dello spirito, / Ai quali, alla vista delle devastazioni e delle macerie / Non scorre dal cuore il sordo canto della disperazione, / Che tra le ombre della notte insuperabile / Non perdono la fede nello splendore delle fiamme mattutine. / Beati!” (J. Kasprowicz, Blogoslawieni, vv. 1-7).

Vi sono ancora molte altre questioni e problemi dolorosi che tormentano i singoli uomini o l’intera società. Tu, Madre, lo sai benissimo. Ti parlano di essi i pellegrini che giungono qui. Aprono i cuori davanti a Te, confessano le colpe e le debolezze, mostrano le ferite. Cercano la tua intercessione nella riconciliazione con Dio e con l’uomo. Cercano di placare l’animo, cercano il conforto, di far rivivere la speranza.

Depongo oggi nelle tue premurose mani materne tutti i dolori e le debolezze del popolo di questa terra. Impetra incessantemente per tutti, quello spirito “che viene in aiuto all’umana debolezza” (cf. Rm 8, 26).

4. Redemptoris Mater!

Alma Redemptoris Mater - con queste parole inizia l’ultima enciclica riguardante l’Anno Mariano. E con queste parole inizia una toccante antifona d’Avvento, nella quale gridiamo alla Madre del Redentore, alla Stella mattutina della prima venuta di Cristo: “soccorri il tuo popolo, che cade, che anela a risorgere . . .”.

Maria, Regina della Polonia, sii con noi, veglia su ogni essere umano, su ogni donna e su ogni uomo, su ogni bimbo concepito nel seno materno!

Veglia! Veglia su ogni coscienza. Ed insegnaci a vegliare! Insegna a tutte le coscienze a vegliare in questa terra patria. Che non cedano alla debolezza! Che non soccombano alla vita facile! Che non diventino colpevoli di orribili peccati. Che vivano con la coscienza di tutti i comandamenti di Dio, e specialmente di quello che dice: “non uccidere”.

Non uccidere il bambino concepito nel grembo della madre! E non distruggere te stesso! Tutti conosciamo questo vizio, che nel passato ci ha recato tanti danni, e che oggi sembra nuovamente aumentare.

Dico dunque a ciascuno: non distruggetevi! Non ti è lecito distruggere te stesso perché tu non vivi solo per te. Quando dunque degradi te stesso con il vizio, contemporaneamente distruggi gli altri. Nuoci alla tua famiglia, ai tuoi figli. Indebolisci la società, che conta sulla tua sobrietà, specialmente nel lavoro. Preghiamo ogni giorno: “non ci indurre in tentazione”. Non è lecito tentare! Non si può giocare con il male! Non si può “vendere” l’uomo per un profitto immediato ed ignobile, conseguito speculando sulle debolezze umane e sui vizi! Non è lecito sfruttare ed aumentare la debolezza umana.

Non è lecito permettere la degradazione dell’uomo, della famiglia, della società mentre ci si è assunti per essi una responsabilità davanti alla storia! “. . .  non ci indurre in tentazione”. Può darsi che non tutti recitino queste parole, ma esse obbligano tutti. Qui, in questa terra già così provata dalla storia, non si può “far esperimenti” sulla vita e sulla salute delle anime e dei corpi polacchi.

5. Maria, Regina della Polonia, continua ad essere l’ispirazione di tutti coloro che combattono per la sobrietà del loro prossimo. Per la sobrietà della nazione. Sono particolarmente grato, a coloro che assumono delle iniziative in questo campo specialmente nel mese di agosto, ed anche durante i preparativi a questo pellegrinaggio pontificio. Non è lecito deridere e sminuire queste iniziative! Troppo alta è la posta in gioco di cui si tratta. Lo sappiamo bene dalla storia.

È troppo alta la posta in gioco! E qui bisogna andare contro corrente! Contro la corrente delle consuetudini e delle opinioni sociali. Contro la corrente dell’umana debolezza. Contro la corrente della “libertà” male intesa. La libertà non è stata data all’uomo dal Creatore per distruggere se stesso e gli altri. Maria, Regina della Polonia, Signora di Jasna Gora, sii l’implorazione delle coscienze umane. Sii la Madre e l’Educatrice!

Non lasciarti scoraggiare dalle nostre debolezze. In quest’ora dell’Appello di Jasna Gora, ti ringrazio per tutti coloro, che lottano per la vita dei non nati. E per coloro che lottano per la vita e la salute di tutta la Nazione, d’ogni uomo minacciato dal vizio.

6. Guidaci, tu, che sei la prima fra tutti i credenti - guida il Popolo di Dio su questa terra polacca nel pellegrinaggio della fede e della speranza.

Si! E della speranza! L’uomo di oggi ha così grande bisogno della speranza. L’uomo, in questa terra polacca ha così grande bisogno di speranza.

Che cosa è la speranza? Che cosa essa significa? Significa: “Non lasciarti vincere dal male, ma vinci con il bene il male”! (Rm 12, 21). Si può vincere il male. Questa è la forza della speranza.

Maria, Regina della Polonia, nell’ora dell’Appello di Jasna Gora, sul cammino del Congresso Eucaristico in Polonia, ti chiedo per tutti i miei connazionali questa “vittoriosa speranza”. Forse in questo momento, in questo momento storico, la speranza è più che mai minacciata.

E contemporaneamente è più indispensabile che mai. La speranza che è la forza dell’uomo, che lo rende forte anche in mezzo alle sofferenze ed alle prove. In mezzo ai contrasti.

Signora di Jasna Gora, fa’ che l’uomo in terra polacca riporti vittoria con la forza della speranza, che nasce da Cristo, dall’Eucaristia.

Infatti, Egli “ci ha amati sino alla fine” (cf. Gv 13, 1).

Dopo aver impartito la Benedizione al termine dell’“Appello di Jasna Gora” il Santo Padre così prosegue.

Desidero qui, insieme con l’Episcopato Polacco presente sotto la presidenza del Cardinale Primate insieme con i Padri Paolini custodi di Jasna Gora, salutare i nostri ospiti di Roma, che mi accompagnano sempre: il Cardinale Segretario di Stato e gli altri collaboratori della Curia Romana. Questa sera, però, desidero salutare in modo particolare il Cardinale Ugo Poletti, che è il mio più stretto collaboratore nel servizio pastorale alla diocesi di Roma. Siamo tutti felici perché è voluto venire da noi e si e voluto incontrare con noi a Jasna Gora e in quest’ultima tappa del cammino del Congresso Eucaristico e anche del mio pellegrinaggio in Patria. Dio lo ricompensi.



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