The Holy See
back up
Search
riga

ANNO DELL'EUCARISTIA

CELEBRAZIONE EUCARISTICA PER LA CHIUSURA
DEL CONGRESSO EUCARISTICO NAZIONALE DI TAIWAN

OMELIA DEL CARD. CRESCENZIO SEPE

Basilica Santuario Mariano di Wanjin (diocesi di Kaohsiung)
Domenica, 5 dicembre 2004

 

L'Eucaristia, sorgente ed epifania di comunione
è principio e fine della missione "ad gentes"

"Dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv 13, 1).

Tutta la Chiesa che è in Taiwan, mentre il Congresso Eucaristico Nazionale volge al termine, desidera ripetere la solenne professione di fede nell'Eucaristia e cantare l'inno di ringraziamento per questo ineffabile dono dell'amore divino.

Rivolgo un particolare saluto e ringraziamento all'Eminentissimo Card. Paul Shan, e a tutti i Vescovi che mi hanno invitato a celebrare questo importante evento ecclesiale preparato da tempo con fede. È anche significativo che mentre si chiude questo Congresso Eucaristico nazionale si apre l'Anno dell'Eucaristia per tutta la Chiesa.

Do il benvenuto e saluto i presbiteri, le famiglie religiose maschili e femminili, tutti i fedeli laici e, soprattutto, i battezzandi. A tutti porto la preghiera e la benedizione del Santo Padre. Vi saluto tutti, cari pellegrini, giunti da tutta l'isola.

Dinanzi a questa assemblea eucaristica, che in questo istante circonda l'Altare, all'ombra di questo Santuario Mariano, tanto caro a tutti i fedeli di Taiwan, è difficile resistere ad una commozione profonda.

1. La liturgia che stiamo celebrando, ci invita a ricordare "tutto il cammino che il Signore tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant'anni nel deserto" (Dt 8, 2).

Quel cammino non è soltanto un dato storico; che fa riferimento al popolo di Israele, ma ha un significato in qualche modo universale. Tutta l'umanità, tutti i popoli e le nazioni sono in cammino, come Israele, nel deserto di questo mondo, e tutti sono chiamati a raggiungere la salvezza, nella casa del Padre.

In questo pellegrinaggio la guida è Cristo che, mediante la sua morte e la sua risurrezione, conferma costantemente l'orientamento ultimo del cammino umano nella storia. Di per sé, il deserto di questo mondo è luogo di passaggio: l'essere umano vi nasce, vi cresce e vi muore. Quante generazioni, nel corso dei secoli, hanno camminato in questo deserto! La venuta dei Figlio di Dia ha trasformato questo deserto in terra abitabile, in una vigna che porta frutti abbondanti e dove tutti possono trovare pace e salvezza.

Durante i quarant'anni trascorsi nel deserto, al popolo ebraico fu necessaria la manna per sopravvivere. Il deserto, infatti, non poteva essere coltivato e, pertanto, non poteva sfamare il popolo in cammino.

Cristo, nuovo Mosè, è venuto per nutrire il Popolo della Nuova Alleanza con una manna del tutto particolare. Ci ha donato il suo Corpo che è il vero cibo sotto la specie dei pane; il suo Sangue che è la vera bevanda sotto la specie del vino. Cristo è diventato il nostro alimento.

2. "Io sono il pane vivo" (Gv 6, 51).

Il messaggio del Vangelo di Giovanni, che abbiamo ascoltato, completa il quadro liturgico di questo grande mistero eucaristico che stiamo celebrando oggi, giacché costituisce il grande annuncio dell'Eucaristia, dopo la miracolosa moltiplicazione dei pani nei pressi di Cafarnao.

Anticipando in qualche modo il tempo, prima ancora che istituisse l'Eucaristia, Cristo rivelò che cosa essa era, dicendo: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia came per la vita dei mondo" (Gv 6, 51). Sappiamo che tali parole provocarono la protesta di molti di coloro che le ascoltavano.

Allora Gesù proclamò solennemente: "In verità, in verità vi dico: se non mangiate la carne dei Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avrete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui" (Gv 6, 53-56).

Sono parole che riguardano l'essenza della nostra fede e della vita cristiana. Cristo è venuto nel mondo per donare all'uomo la vita divina. Egli non soltanto annunziò la lieta novella, ma istituì anche l'Eucaristia per rendere presente fino alla fine dei tempi il suo mistero di salvezza. E significativamente scelse gli elementi della natura - il pane e il vino, che sono il cibo e la bevanda che l'uomo deve consumare per mantenersi in vita.

L'Eucaristia è il mistero dell'Amore di Dio che si fa cibo e bevanda perché contiene in sé tutta la potenza della Salvezza operata da Cristo. Come ogni uomo per vivere ha bisogno del cibo e della bevanda, così ogni cristiano per raggiungere la vita eterna ha bisogno dell'Eucaristia.

Consumando il Corpo e il Sangue di Cristo noi partecipiamo già qui in terra, alla vita divina, come ci ha assicurato lo stesso Gesù: "Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me" (Gv 6, 57).

3. L'Eucaristia, che Gesù istituì nel Cenacolo, nell'ultima cena con gli apostoli, è un mistero di fede e di luce, come scrive il Santo Padre nella Lettera Apostolica "Mane nobiscum Domine". In questo Congresso Eucaristico noi abbiamo celebrato e contemplato questo Mistero.

Anche oggi, non solo rinnoviamo quanto Cristo ha fatto nel cenacolo, ma entriamo anche nel mistero della sua morte. "Annunziamo la tua morte!". È morte redentrice. "Proclamiamo la tua risurrezione!": partecipiamo al mistero pasquale nell'attesa della sua venuta nella gloria. Con l'istituzione dell'Eucaristia siamo entrati nell'ultimo tempo, nel tempo dell'attesa della seconda e definitiva venuta di Cristo, quando si compirà l'opera della redenzione.

Nel frattempo, ci cibiamo dell'Eucaristia che è sorgente ed epifania di comunione. "La comunione eucaristica, scrive il Papa nella citata lettera apostolica, ci è data per "saziarci" di Dio su questa terra, in attesa dell'appagamento pieno del cielo" (n. 19).

Mangiando lo stesso pane, diventiamo un solo corpo, anzi un cuore solo e un'anima sola" (Atti 4, 32). L'Eucarestia, perciò, è sorgente dell'unità ecclesiale e ne costituisce anche la massima manifestazione. Dobbiamo vivere, perciò, l'Eucaristia, come epifania, di comunione. (cfr Mane nobiscum Domine N. 21, Ecclesia de Eucharistia n. 22). Nell'Eucaristia,, noi rinsaldiamo la nostra comunione con la gerarchia e tra noi (M. N. D., n. 21)

Ma l'Eucaristia è anche principio e fine della missione. Quando i due discepoli di Emmaus riconobbero il Signore nello spezzare il pane, "partirono senza indugio" per comunicare agli altri ciò che avevano visto e udito.

Cari fratelli e sorelle, in questo Congresso Eucaristico avete fatto esperienza dell'incontro con la presenza reale del Cristo, cibandovi del suo Corpo e dei suo Sangue. Ora è tempo di testimoniarlo e di portarlo anche agli altri per renderli partecipi di questo immenso dono di Dio.

Alla fine di questo Congresso Nazionale vorrei, come esorta il Santo Padre, farvi una consegna perché possiate continuare i frutti che avete ricevuto:

A voi confratelli Vescovi, perché possiate continuare a fare dell'Eucaristia, il centro e il fine dei vostro ministero episcopale.

A voi sacerdoti, perché possiate vivere e testimoniare il mistero eucaristico che ogni giorno celebrate con la comunità a voi affidata.

A voi diaconi e a voi che siete coinvolti nel servizio dell'altare, perché sappiate avvicinarvi all'Eucaristia con devozione e amore.

A voi seminaristi perché impariate a fare esperienza di quanto è bello stare con il Signore, vivo e presente sull'altare.

A voi, consacrati e consacrate, perché la contemplazione di Gesù nel tabernacolo, vi confermi nell'amore e nella donazione di voi stessi a Dio e ai fratelli.

A voi tutti, fedeli laici, perché possiate fare dell'Eucaristia il cibo che vi sostiene nelle difficoltà della vita di ogni giorno.

A voi battezzandi che tra poco riceverete i sacramenti della iniziazione cristiana, perché l'Eucaristia sia sempre luce e forza della vostra vita, e possiate realizzare il disegno di amore che Dio ha per ciascuno di voi.

4. "Glorifica, Gerusalemme, il Signore, loda, Sion, il tuo Dio" (Salmo 147).

Al termine di questo Congresso eucaristico nazionale ripetiamo tutti queste parole del Salmista, per esprimere tutta la nostra gioia e la nostra fede nella Eucaristia.

"Ci aiuti soprattutto la Vergine Maria, che incarnò con l'intera sua esistenza la logica della Eucaristia. "La Chiesa, guardando a Maria come a suo modello, è chiamata ad imitarla anche nel suo rapporto con questo Mistero santissimo" (Eccl. de Euch, 53). Il pane eucaristico che riceviamo è la carne immacolata del Figlio" (M.N.D., 31)

Sostenuti da Maria, continuiamo con nuovo slancio la nostra missione, facendo dell'Eucaristia la fonte e il vertice di tutta la nostra vita cristiana. Amen!

top