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Il Card. Etchegaray: ÂGuardiamo insieme verso il SignoreÂ
David Murgia
Sono stati otto giorni densi di incontri, di cerimonie, di veglie. Otto giorni dedicati alla preghiera, alla riflessione, al dialogo ecumenico. La 33ma Settimana di preghiera per lÂunità dei cristiani, celebrata a partire dal 18 gennaio, giorno dellÂapertura della Porta Santa della Basilica di San Paolo, si è conclusa martedì 25 gennaio, ricorrenza della festa della conversione di San Paolo, con la celebrazione dei Vespri presieduta dal Card. Roger Etchegaray. Per la settimana di questÂanno, in occasione del Giubileo, è stato dato un carattere espressivo e partecipato, con la scelta di far presiedere giorno per giorno la preghiera a rappresentanti delle altre Chiese. Così per la veglia di preghiera celebrata presso la Chiesa del Sacro Cuore di Cristo Re, lÂomelia è stata tenuta dal Pastore Italo Benedetti della Comunità alla presenza di numerosi esponenti di chiese cristiane (padre Makarios, Parroco della Comunità ortodossa greca di Roma, Padre Iuvenalie, Parroco della Comunità ortodossa rumena, Padre Paulos, monaco della chiesa siro-ortodossa e il Diacono Enoch della Comunità ortodossa-eritrea. In rappresentanza della Comunità Anglicana il Vescovo John Bajcroft. Per i luterani il Pastore Hans Michael Uhl. Tra i riformatori italiani il Pastore Valdo Benecchi, presidente dei metodisti italiani e la Pastora Maria Bonafede della Comunità Valdese). ÂSe vi è una preghiera  ha osservato il Card. Roger Etchegaray durante lÂomelia conclusiva nella Basilica di San Paolo  che esige lÂafflato dello Spirito, è proprio la preghiera per lÂunità, poiché essa prende lÂaspetto di una maratona, perfino di una corsa senza sbocchi a vista umana. Questa preghiera mette tanto più a dura prova la speranza, in quanto Cristo non ha fatto dellÂunità dei cristiani una promessa, ma solo una preghieraÂ. Rimbombano le parole del Presidente del Comitato Centrale del Grande Giubileo nella Basilica. Alla presenza di numerosi rappresentanti e membri di Chiese cristiane il card. Etchegaray ha ricordato lÂauspicio di Giovanni Polo II per lÂunità di tutti i cristiani. E un momento denso di raccoglimento, unÂoccasione per Âincitare tutti i cristiani a scoprire e anche ad assumere i progressi a livello del pensiero e dellÂazione comuni. Gli accordi dottrinali che segnano qua e là i dialoghi di esperti non hanno senso se non raggiungono, grazie ad una pedagogia pastorale, tutti gli strati di una comunità ecclesialeÂ. ÂNel cammino verso lÂunità  ha detto poi il Card. Roger Etchegaray  non si tratta dapprima, per i cristiani, di guadarsi di più negli occhi gli uni e gli altri e neppure di stringersi più a lungo la mano al di là di quello che ci divide, ma si tratta innanzi tutto di guadare insieme verso il Signore e di tenergli la mano, in una obbedienza comune allo Spirito Santo che Lui ci ha inviatoÂ. ÂE San Paolo  ha aggiunto con la sua conversione sul cammino di Damasco, viene a confermare e a rassicurare i cristiani in cerca di unità. Tutto è possibile quando, noi pure sullÂesempio di San Paolo, non ci appoggiamo che su Cristo, su Cristo Crocifisso, poiché il cammino per lÂunità passa inevitabilmente ai piedi della Croce, o meglio attraversa il cuore trafitto del SalvatoreÂ. Il Card. Roger Etchegaray ha poi ricordato tutte le tappe già percorse verso lÂunità: Antiochia, Roma, Alessandria, Etchiadzin, Costantinopoli, Wittemberg, Canterbury, Ginevra, città che Âsembrano adesso più vicine le une alle altreÂ
perché più vicine a Gerusalemme, alla terra di CristoÂ.
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