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Giovanni Paolo II al termine degli esercizi spirituali in Vaticano

"ABBIAMO AFFRETTATO IL PASSO NEL CAMMINO CHE CI CONDUCE VERSO IL GRANDE GIUBILEO DEL 2000"

Al termine degli Esercizi spirituali guidati dal Cardinale Roger Etchegaray, il Santo Padre si è così rivolto a quanti vi hanno partecipato:

Signori Cardinali,

Venerati Fratelli nell'episcopato e nel sacerdozio!

Ringrazio insieme a voi il Signore per questi Esercizi spirituali, che sono stati una prolungata esperienza di intimità con lo Spirito santo: Egli parla al nostro cuore nel silenzio. Sono stati un prezioso dono di Dio all'inizio del tempo quaresimale. Come Gesù sostò quaranta giorni nel deserto in solitudine e digiuno anche noi ci siamo inoltrati più intensamente "nel deserto", per meditare sul senso ultimo della vita e per rinnovare con filiale disponibilità il nostro "Amen" al Padre insieme a Cristo, "il testimone fedele e verace" (Ap 3,14).

Ringrazio il carissimo Cardinale Roger Etchegaray, che ci ha guidati in questo itinerario con profondità di dottrina e con spirituale afflato, offrendoci la sua ricca esperienza pastorale ed anche molteplici suggestioni umanistiche di autori contemporanei. Ci ha aiutati ad affrettare il passo nel cammino che ci conduce verso il Grande Giubileo. Ho scelto come predicatore proprio lui, perché egli è il Presidente del Comitato istituito per preparare questa storica ricorrenza. Il 1997 è la prima tappa del triennio di immediata preparazione al Grande Giubileo del Duemila. E' l'anno dedicato a Gesù Cristo e molto opportunamente il Card. Etchegaray ha incentrato su Cristo le sue meditazioni, assumendo come motivo conduttore le parole di Pascal: «Fuori di Gesù Cristo non sappiamo né chi è Dio né chi siamo noi».

Questa settimana di ritiro spirituale è stata una vera grazia pure per la Curia Romana. Essa, in questi giorni, si è stretta ancora più intorno a noi raccolti in Esercizi ed ha ravvivato nello Spirito Santo la propira consapevolezza di essere, oltre che comunità di servizio ecclesiale, anche e soprattuto comunità di fede e di preghiera, animata dall'amore generoso e fedele per Cristo e per la Chiesa. Ora siamo al termine di questa straordinaria esperienza dello Spirito ed il pensiero si rivolge swpontaneamente alla Madonna, tante volte evocata ed invocata durante questi giorni. A lei, "Causa nostrae laetitiae", affidiamo i propositi ed i frutti di questi Esercizi.

Carissimi Fratelli e Sorelle, guidati da Maria, Madre della Chiesa, scendiamo ora dalla "montagna" sulla quale simao stati attirati dall'ineffabile bellezza di Cristo. Scendiamo nella vita di ogni giorno e riprendiamo il cammino, portando in noi la luce e la gioia attinte alla sorgente inesauribile della verità, che è Cristo.

Non si deve trascurare l'ambiente, la Sala Clementina, che questa volta è diventata "Santuario" degli Esercizi. Grazie anche per questo. Si attende ora la Cappella "Redemtoris Mater" dopo i restauri degli artisti russi, per sottolineare ancora una volta quello che ci unisce: Roma e Mosca, Costantinopoli, Occidente e Oriente, una sola Chiesa di Cristo.

A tutti imparto di cuore la mia Benedizione.

(22 Febbraio 1997)

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