Sacerdoti in cammino verso la Porta Santa del terzo millennio
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SACERDOTI IN CAMMINO VERSO LA PORTA SANTA DEL TERZO MILLENNIO

Crescenzio Sepe

«La nuova evangelizzazione - ha scritto il Santo Padre - ha bisogno di nuovi evangelizzatori, e questi sono i sacerdoti che si impegnano a vivere il loro sacerdozio come cammino specifico verso la santità» (esortazione apostolica postsinodale "Pastores dabo vobis", n.82f).

Su questa esigenza, avvertita come prioritaria per il nuovo millennio ormai imminente, la Congregazione per il Clero ha inteso rispondere, oltre che con un sempre rinnovato impegno d'amore nel servire i chierici nella quotidianità del proprio lavoro, anche promuovendo diverse iniziative, essendo propositiva di elementi tali da incentivare il senso della comunione e quel rinnovamento interiore dal quale dipende la fioritura del ministero pastorale, nonché, in buona parte, anche quella delle vocazioni.

Tra le altre iniziative, ha dato vita, nel giugno scorso, ad un ideale pellegrinaggio dell'Ordo sacerdotale come preparazione al varcare, purificati ed interiormente rinnovati, la Porta Santa del Duemila. La prima tappa è stata significativamente Fatima, cui farà seguito, il prossimo mese di luglio (7-14) Yamoussoukro (Costa d'Avorio), mentre nel 1998 sarà la volta di Guadalupe (Messico) e nel 1999 Gerusalemme, per arrivare, nel 2000, a Roma.

L'itinerario passa attraverso alcuni grandi santuari mariani. E' la Vergine, infatti, la prima e più perfetta partecipe spirituale dell'oblazione di Colui che è "Sacerdos et Hostia". Esso, tuttavia, non può non fare tappa presso il Cenacolo, seno fecondo del sacerdozio e dell'intima comunione ecclesiale e scuola del servizio per tutti i sacerdoti. La conclusione del cammino sarà sulla tomba del Principe degli Apostoli per cantare il "Credo" della propria fede, rinnovare le promesse dell'ordinazione e, in profonda, effettiva comunione, con il Santo Padre, con i propri Vescovi, con i confratelli e con tutti i fedeli religiosi e laici entrare nel nuovo millennio con i più ardenti e motivati propositi missionari.

D'altronde in tutta la Chiesa si avverte, con crescente intensità, l'esigenza di un impegno apostolico, personale e comunitario, rinnovato, ovvero più fedele e generoso.

Anche in forza dell'esempio tenacemente instancabile del Santo Padre, i sacerdoti sentono che i tempi urgono, che occorre accelerare il passo, guardare in avanti con fortezza e radicalismo evangelico, che ci si deve preparare a varcare le soglie del nuovo millennio con un atteggiamento teso a contribuire all'edificazione della storia sul fondamento di Gesù Cristo, nostro Dio e unico Salvatore.

Il programma delle giornate di tali incontri internazionali, che si incentra sull'Eucarestia, sulla preghiera comune e sui ricchi silenzi dell'adorazione e riflessione personale, sulla confessione sacramentale amministrata vicendevolmente, sull'ascolto, su un'atmosfera di fraternità, stimolata anche dalle testimonianze di vita sacerdotale e di fedeltà all'esempio del Buon Pastore, provenienti da tutto il mondo costituisce un forte stimolo ad assumersi in prima persona "il prioritario compito pastorale della nuova evangelizzazione" (esort. Apost. Postsinodale "Pastores dabo vobis", n.18d) e a riscoprire, alla luce di tale impegno, il senso della propria vocazione divina ad essere nella Chiesa, "in persona Christi Capitis", maestri della Parola e ministri dei sacramenti.

L'unanimemente apprezzata esperienza di Fatima ci fa a ragione ritenere che questi incontri, servano molto per mettere a fuoco la quotidiana scoperta dell'assoluta necessità della santità personale, innanzi a qualsiasi situazione pastorale, a qualsiasi cultura, a qualsiasi società. Tale coscientizzazione non potrebbe concretizzarsi se non nella ricerca di una profonda unità di vita che conduce il sacerdote a cercare di essere e di vivere come un "altro Cristo" in ogni circostanza della vita. E' iniziato, con lo scorso tempo liturgico di Avvento, il grande triduo trinitario scandito sulle tematiche fondamentali del Figlio (1997), dello Spirito Santo (1998), del Padre (1999). Così gli incontri si svolgeranno, rispettivamente, sotto questi fasci di luce.

L'incontro del prossimo luglio, che si realizzerà d'intesa con la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, si svolgerà all'ombra del Santuario mariano di Notre- Dame de la Paix ed avrà, oltre alla caratteristica cristologica ("Cristo sommo ed Eterno Sacerdote"), anche quella della missionarietà, dimensione che è propria del sacerdote in quanto tale, prima ancora di qualsiasi altra determinazione. La conclusione avverrà, inoltre, con un grande segno di speranza: l'ordinazione presbiteriale di alcuni diaconi provenienti da diverse Chiese del continente africano.

La presenza degli ordinandi africani aiuterà tutti a meglio capire come la vocazione a servizio della diocesi e quella del servizio missionario "ad gentes" camminano di pari passo e che tutti i sacerdoti sono consacrati nel Cristo e in Lui diventano presbiteri per tutta la chiesa e per tutti i popoli. L'unico sacerdozio di Cristo conosce una dimensione sola: quella universale.

La presenza di tanti sacerdoti di tutti i continenti attorno agli ordinandi è segno festoso di accoglienza fraterna. Essi attendono da quanti saranno appena consacrati dal sacro crisma, un contributo di freschezza, di entusiasmo, di adesione ai veri e perenni ideali sacerdotali, disponibilità umile e generosa a trovare iniziative pastorali sempre nuove e a motivare con ragione più profonda quelle già collaudate da tempo. I neo sacerdoti guardando i più avanti negli anni capiranno, con affetto, di aver bisogno della loro esperienza, del loro consiglio, dell'amore incoraggiante per camminare insieme, come vuole la Madre Chiesa, "in unità di cuore" (Concilio Vat II, P.O.,81) per un equilibrato rinnovamento nella continuità. La comunione presbiteriale, che si intende promuovere in ogni modo, è il primo vero ed efficace segno per il Popolo di Dio: il motivo primo della credibilità. Alle ordinazioni di domenica 13 luglio parteciperanno anche le Autorità civili, l'intera comunità locale e tanti gruppi giovanili. Sarà una festa del sacerdozio cattolico e della sua perenne e fresca giovinezza. Quella folla sarà come un segno delle attese e delle speranze dei tantissimi che i sacerdoti incontrano sul loro cammino. Le anime hanno un grande bisogno dell'amore sacerdotale: vero, comprensivo, incoraggiante, esigente a tal punto da non indulgere ad accomodamenti ma tale da stimolare alla crescita interiore secondo la vocazione di ognuno. Un amore tanto grande da esigere, potremmo dire, lo stesso sacro celibato, che si può ben definire come un "amore più grande".

Le tappe del cammino sacerdotale verso il Grande Giubileo vogliono far crescere nei sacerdoti una giovinezza dal cuore libero e forte, puro e generoso, aperto alla verità, allo stupore, alla meraviglia per le grandi opere di Dio: un cuore che l'Eucarestia e i misteri del Signore rendono nuovo e grande ogni giorno. In tal modo il sacro celibato, l'obbedienza generosa, lo stile di povertà evangelica, consentiranno loro di vivere nella più stretta e profonda intimità con Dio. Da questa amicizia affascinante di Cristo, il sacerdote saprà attingere la forza per rispondere alle angosciose domande di verità, di giustizia e di amore che salgono da tanti cuori.

E' quanto si propone la Congregazione per il Clero, al fine di aiutare ogni sacerdote del mondo ad entrare nel Terzo Millennio con una rinnovata consapevolezza del dono e del mistero che porta dentro di sé, a vantaggio di ciascuno e di tutti!

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