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  Pane di vita, Parola di salvezza: Cristo è al centro delle giornate giubilari

+ Crescenzio Sepe

Con il Congresso Eucaristico Internazionale, che si celebra in questo mese di giugno, proprio a metà dell’Anno giubilare, giungiamo al cuore del nostro impegno di fede, di rinnovamento, di spiritualità. Che cos’è infatti il Giubileo se non la memoria viva dell’Incarnazione di Cristo a duemila anni dal suo compiersi? Sappiamo, anche perché ce lo ha ricordato Giovanni Paolo II, che è stato questo l’Evento che ha cambiato il corso della storia, della storia del mondo e della nostra storia personale, in quanto “in Gesù Cristo Dio non solo parla all’uomo, ma lo cerca”, e proprio “l’Incarnazione del Figlio di Dio testimonia che Dio  cerca l’uomo” (TMA, 7). Ora, l’Eucaristia non è altro che il Segno, lasciato da Cristo ai suoi discepoli, della Sua continua presenza fra di noi, il memoriale vivente del mistero della fede racchiuso nell’Incarnazione e rinnovato nel tempo ogni volta che in qualche parte del mondo  viene celebrata la Santa Messa. Per questo, nel cuore del Grande Giubileo, l’Eucaristia è al centro del nostro impegno di rinnovamento spirituale, e il Congresso eucaristico, con le sue celebrazioni, le sue lodi  e le sue riflessioni, ci riporta al vero significato della memoria che la Chiesa intera sta facendo, in questo anno, del bimillenario dell’Incarnazione. Senza l’Eucaristia, Gesù Cristo non sarebbe vicino a noi, compagno di viaggio nel nostro pellegrinaggio sulla terra, cuore vivificante della Chiesa; senza l’Eucaristia l’opera della salvezza iniziata al momento dell’Incarnazione non continuerebbe a dispiegare i suoi effetti anche ai nostri giorni. È tutta qui la centralità del mistero eucaristico in questo anno giubilare, e ciò spiega perché, nel fitto calendario dell’Anno Santo il Congresso Eucaristico occupa un ruolo fondamentale. Ma se è presente nella Chiesa come Pane di vita e nutrimento di salvezza, Gesù resta presente fra di noi anche come Parola, come notizia, come testimonianza vivente. Ecco allora che il calendario giubilare ha avvicinato, forse non casualmente, il Giubileo dell’Eucaristia al Giubileo dei Giornalisti, che si è celebrato all’inizio del mese di giugno, poche settimane prima del Congresso Eucaristico. Nell’economia del Grande Giubileo i giornalisti non svolgono un ruolo secondario, perché ad essi è toccato il compito di divulgare nei cinque continenti l’annuncio dell’Anno Santo, di farne conoscere i temi, di dare testimonianza delle giornate giubilari che si sono già svolte a partire dall’apertura delle Porte Sante delle Basiliche Patriarcali. Ora, anche per loro il Giubileo non è più solo notizia da raccontare, ma evento da vivere personalmente, nella preghiera, nel sacramento della Riconciliazione, nell’incontro eucaristico con Cristo.  Dunque non un congresso, non un seminario, ma una celebrazione religiosa intimamente vissuta e partecipata, un’occasione di incontro con il Salvatore. Un’occasione, insomma, di arricchimento personale da non disperdere.
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