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Edizione speciale de “Il Veltro” sul Giubileo

Massimo Aquili

Il Giubileo e la scienza nelle sue varie specializzazioni non sono due ambiti tra loro estranei: l’incontro tra le ragioni della fede e quelle dell’uomo, infatti, sollecitato in ogni giornata dell’Anno Santo, produce frutti interessanti tanto a livello religioso, quanto sul piano culturale. Ne abbiamo un esempio guardando al copioso materiale pubblicato nella prestigiosa rivista scientifica “Il Veltro” che ha dedicato al Giubileo i due volumi della sua annata 1999. L’opera è stata presentata giovedì 11 maggio nella sala dell’Agenzia romana per il Giubileo, durante un’affollata conferenza stampa, dal Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Cardinale Joseph Ratzinger, dal Presidente dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Professor Francesco Casavola, dal direttore de “il Veltro” Professor Vincenzo Cappelletti e dal direttore de “l’Avvenire” Dino Boffo. Il rischio che il pellegrinaggio giubilare sia snaturato fino a farne “un’escursione turistica”, uno spaesamento,  come paventato da Casavola è forse la migliore “ratio” di un’opera che racchiude il Giubileo come era e com’è. I contributi di storici e teologi, laici ed ecclesiastici, cattolici e studiosi di altre Chiese cristiane hanno permesso al numero doppio e speciale de “Il Veltro”, curato da Giovanni Maria Vian e Virginia Cappelletti, di offrire una interpretazione autentica del Giubileo fin dalla sua istituzione, anzi dai suoi prodromi, come la tesi dell’origine del rito della Porta Santa nella Spagna medievale, a Santiago de Compostela. Una chiarezza, ha sottolineato Boffo, ancor più necessaria di fronte alla presentazione prevalente operata dalla stampa laica di un Giubileo del 2000 come un “nuovo sacco di Roma”, stracciando col “rumore” dei cantieri e delle polemiche quel significato  spirituale che soltanto “la fragilità” del Papa pellegrino ha saputo ricostruire e rendere comprensibile e a misura di umanità nei suoi vari aspetti teologici. È proprio l’intervento della “pattuglia dei teologi, spiega Cappelletti, ha permesso di portare a termine il lavoro in modo compiuto, quasi - aggiunge - “ci fossimo disabituati alle grandi continuità della storia”, al “sacro”, schiavi “dell’effimero”. Al card. Ratzinger, prefetto della Congregazione della Fede, il compito di raccogliere questo ringraziamento e offrire a sua volta l’esempio di uno sguardo d’insieme sui giubilei da Bonifacio VIII a Giovanni Paolo II nel suo intervento, che pubblichiamo in queste pagine.
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