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  Per un’etica nelle Comunicazioni Sociali

Dario Busolini

Un Giubileo celebrato in tutti i paesi del mondo viene raccontato in ogni parte del globo. E lo si è visto durante il Giubileo dei giornalisti, che si è svolto dal 1 al 4 giugno riunendo 6800 partecipanti, arrivati da 54 paesi diversi, dall’Argentina all’Indonesia, dalla Costa d’Avorio alla Finlandia, dal Canada al Brasile e persino da stati che attraversano situazioni molto difficili, come la Sierra Leone. I non italiani erano circa 700, con quattro delegazioni europee che hanno fatto la parte del leone: quella spagnola, composta da 205 persone, i settanta giornalisti francesi, i cinquanta portoghesi (praticamente tutta la redazione di “Radio Renascença”) e 35 componenti dell’Unione dei giornalisti della Lituania. Dalla Gran Bretagna è arrivato Jim Gallagher, Segretario dell’Associazione internazionale dei Giornalisti cattolici “R. Schuman” e da Ginevra, aderendo all’impostazione ecumenica del Giubileo, la direttrice delle comunicazioni del Consiglio mondiale delle Chiese Christine Greenaway. Del resto l’ecumenismo ha caratterizzato l’intero Giubileo dei giornalisti, con il passaggio della Porta Santa a San Paolo fuori le mura - la Basilica dell’ecumenismo - e la “festa della Parola” là presieduta il 3 giugno dal Cardinale Edward Idris Cassidy, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani. In occasione di questo Giubileo è stato presentato il documento del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali “Etica nelle Comunicazioni Sociali”, che ha fatto da filo conduttore delle giornate giubilari dei giornalisti, alla ricerca di regole morali per un mestiere che non può reggersi rincorrendo il profitto e l’ audience. “La persona umana e la comunità umana sono il fine e la misura dell’uso dei mezzi di comunicazione sociale. La comunicazione dovrebbe essere fatta da persone a beneficio dello sviluppo integrale di altre persone” ha detto il Presidente di tale Pontificio Consiglio Mons. John P. Foley, e il documento tratta “per primi gli aspetti positivi della comunicazione che sono utili alla persona, poi quelli che ne violano il bene, indi i principi etici fondamentali ed infine una applicazione conclusiva dell’esempio di Gesù al mondo contemporaneo dei media”. Alla luce del primato della persona, del bene della comunità civile, dell’interesse pubblico generale e della tutela dei gruppi minoritari. “L’etica è il cuore dell’informazione e ogni informazione senza etica può essere immorale”, ha spiegato il Segretario Mons. Pierfranco Pastore. Questi temi sono stati approfonditi nei due appuntamenti formativi offerti ai giornalisti ed ai loro familiari dal Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: le conferenze sulla Chiesa e la comunicazione della Presidente dell’Unione Cattolica Internazionale della Stampa Theresa Ee-Chooi e quella sulla Verità e la testimonianza del Prefetto della Congregazione per il Clero Cardinale Darío Castrillón Hoyos; insieme con la videoconferenza in collegamento mondiale guidata dal Segretario di Stato, Card. Angelo Sodano. Domenica 4 giugno, infine, dopo la Messa nell’Aula Paolo VI presieduta dal Cardinale Roger Etchegaray, il festoso incontro con il Santo Padre a conclusione del Giubileo.

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