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Per una Chiesa e una società solidali

Mario Carrera

Il mondo dell’handicap sino ad ieri era scritto solo nel segreto delle cartelle cliniche. delle case di cura o degli istituti di assistenza, ora la sensibilità sociale si affaccia sul mondo dell’handicap, tuttavia ancora difficilmente attecchisce la cultura del “diverso”.Dall’aprile dei 1999 il Comitato centrale del Grande Giubileo del 2000 ha sostituito un comitato preparatorio per la celebrazione della Giornata giubilare con le persone con disabilità. Questo comitato particolare si è suddiviso in cinque commissioni (teologica, sociale, liturgica, ludica, mass media) per l’organizzazione della giornata stessa. Il giorno scelto è il 3 dicembre del 2000, prima domenica d’Avvento, in concomitanza con la Giornata internazionale delle persone con disabilità, istituita dall’Onu. Duplice è lo scopo di questa giornata: la celebrazione della Giornata giubilare a Roma e nelle Chiese locali e la creazione di un movimento che sempre di più lavori all’interno della Chiesa e della società civile per integrare e servire a pieno titolo le persone con disabilità, per valorizzarne i loro doni e riconciliarsi nello spirito del Grande Giubileo con le loro famiglie e con quanti dedicano la loro vita al servizio e alla promozione della disabilità Questo comitato già dai primi incontri ha intuito che la mossa vincente del Giubileo del  disabile era quello di farlo sentire dentro al grembo di una Chiesa e di una società solidali con chi è fragile nei confronti della vita. La ricchezza della persona con disabilità sfida continuamente la Chiesa e la società e le chiama ad aprirsi al mistero che essa presenta. La persona con disabilità è` persona ricca di umanità. La disabilità non è un castigo, ma luogo controcorrente dove l’umanità riceve le spinte più forti e le risorse per un mondo basato sulla solidarietà, speranza e amore. Per questo la persona con disabilita è “testimone privilegiato di umanità”, espressione trasparente ed immediata del valore umano. Essa afferma il valore della vita al di là di ogni determinazione di funzionalità. e di efficienza. “La dignità della persona è manifestata in tutto il suo splendore quando si considerano l’origine e il destino della persona: creata da Dio in sua immagine e somiglianza coni  e pure e redenta dal prezioso sangue di Cristo. la persona è chiamata ad essere figlio nel Figlio e tempio vivente nello Spirito, destinata alla vita eterna di beata comunione con Dio” (Giovanni Paolo 11, Christifideles Laici). Le persone con disabilità danno le spinte più forti ed offrono grandi risorse morali e spirituali per un mondo secondo il piano di Dio. Esse offrono un contributo di speranza e di - amore alla storia umana. Rivelano all’uomo quello che l’uomo è: la persona vale per quello che è e non per ciò che ha o sa fare (GS 35) specialmente in una società dove quello che conta è la bellezza fisica, l’autoaffermazione, la ricerca dei potere e del primato sugli altri. Mostrano la dipendenza della creatura dal Creatore con la loro fiducia e dipendenza dagli altri e affermano questa unione che dà vita. “La creatura senza il creatore svanisce” (GS 36). La persona con disabilità è, dunque, una risorsa, un monito vivente; rovescia il dolore, traduce la sofferenza in una lode alla vita. Accettazione, solidarietà diretta e personale, promozione attiva dell’aiuto, realizzazione dì opere ed iniziative: sono quattro momenti - che valgono allo stesso modo sul piano delle relazioni private e sul piano del livello pubblico ed istituzionale - necessari ad una concreta “riforma” del nostro atteggiamento anzitutto e dalle stesse strutture sociali e civili di fronte alla condizione di disabilità. Non solo con la testimonianza della loro vita, ma anche per le attività ità che possono svolgere secondo le loro possibilità, le persone con disabilità sono soggetti. attivi di pastorale. Esse stesse possono comunicare il ‘tesoro della fede e guidare tutti alla comuni . one con il padre in Gesù per mezzo dello Spirito. Anche a loro, come a tutti i battezzati, e stato affidato il mandato evangelico “Andate istruite tutte le genti, battezzandole nel mone del Padre, dei Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato” (Mt 28,19-20). Il diritto di conoscere Dio in Gesù a vivere la pienezza del suo amore nello spirito è parte integrante della dignità della persona con disabilità. Quando esso è rispettato e promosso, porta la persona stessa ad aprirsi ai valori più alti che effettivamente la realizzano fino alla trascendenza con il dono totale e oblativo di sè agli altri e a Dio, sopraggiungere la piena maturità di persone a immagine di Cristo, cioè la santità. Nell’annuncio  testimonianza che danno con la loro vita, ‘con l’offerta della loro vita insieme all’offerta liturgica di Cristo al Padre nello Spirito e con il sevizio diaconale al Corpo di Cristo e a tutti gli uomini, le persone con disabilità contribuiscono, secondo la vocazione ricevuta da Dio, alla crescita e koinonia del popolo di Dio, della Chiesa. Nel perdono, accorgersi cioè che gli altri indistintamente sono qualcosa di prezioso e hanno qualcosa di prezioso da dare, e nella festa, esprimere la novità, la creatività, la possibilità di rapportarsi con gli altri, di esprimere modi diversi di stare insieme, di camminare, di costruire, danno senso alla Resurrezione. La celebrazione del 3 dicembre a Roma prevede due momenti: l’accoglienza della Chiesa romana pellegrini con disabilità che arriveranno. Il 2 e i momenti celebrativi del 3 dicembre. S. Messa al mattino nella Basilica di San Pietro e la festa al pomeriggio nell’Aula Paolo VI.

L’accoglienza a Roma

L’accoglienza per la Giornata giubilare dei disabili fissata per il prossimo 3 dicembre,

è stata affidata al Servizio Accoglienza Centrale (SAC):

tel. +39.06.6966221,

fax +39.06.69924655,  e.mail: sac@jubil2000.org

La sede della segreteria della Giornata presso l’Opera Don Guanella, Via Aurelia Antica, 00165 Roma,

tel. +39.06.6622260,

fax +39.06.6624658.

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