Comprendere il significato del Grande Giubileo - Nuccio Fava
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GIUBILEO E INFORMAZIONE

COMPRENDERE IL SIGNIFICATO DEL GRANDE GIUBILEO

Nuccio Fava

Coordinatore del "Progetto Giubileo" della RAI

È stato uno scoop involontario, ma certo resta singolare che l'annuncio del Concilio Vaticano II fu dato ai giornalisti prima che ai Cardinali. Era il 25 gennaio del 1959. Monsignor Loris Capovilla l'ha ricordato anche di recente su "Tertium Millenium" di maggio.

La Messa a S. Paolo era durata più del previsto e quando - poco dopo mezzogiorno - Giovanni XXIII entrò nell'aula capitolare era scaduto il tempo dell'embargo e già la grande notizia del Concilio aveva raggiunto le redazioni e radio e TV la stavano diffondendo in tutto il mondo.

È un piccolo episodio, che racchiude e anticipa in qualche modo il ruolo sempre maggiore che i mass-media avrebbero assunto. Oggi, con l'accelerazione straordinaria che caratterizza la vicenda degli uomini del nostro tempo proprio a causa dello sviluppo formidabile di tutti gli strumenti di comunicazione, il ruolo, la responsabilità dei mass media si sono dilatati in misura, rispetto ad allora, neppure immaginabile. Naturale quindi interrogarsi sulla funzione e responsabilità che il mondo dei media si trova di fronte nella preparazione e nello svolgimento del Grande Giubileo, in modo che il suo significato e i suoi frutti possano rinnovare la vita della Chiesa e della umanità tutta.

Anche di recente, Giovanni Paolo II, rivolgendosi ai partecipanti alla Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, ha richiamato «l'importanza particolare nel rendere tutta la Chiesa consapevole del ruolo positivo che i mezzi di comunicazione sociale svolgono nell'assicurare una celebrazione corretta del Giubileo. La sfida è costituita dal vedere il mondo propriamente informato sul vero significato dell'anno 2000, anniversario della nascita di Gesù Cristo».

Il vero significato del Grande Giubileo: questa è la sfida per il mondo della comunicazione. Certo il Giubileo è anche un grande impegno organizzativo. Milioni di pellegrini si muoveranno da ogni parte e Roma, come non mai in passato, diverrà meta di incontri e di avvenimenti di ogni genere, non solo religiosi e spirituali. Anche fattori culturali, turistici, economici, politico-amministrativi, di svago e di intrattenimento entreranno in gioco. Di tutto questo l'informazione dovrà occuparsi per riuscire a raccontare nel modo più efficace e critico. Ma certo la sfida principale sarà la capacità di non smarrire mai il senso più profondo e più vero dell'evento giubilare: il suo significato religioso e spirituale, di grande ricapitolazione di duemila anni di cammino dell'umanità, nell'anniversario della nascita di Gesù Cristo che ha dato inizio alla nuova storia degli uomini.

Se si smarrisce questo punto focale il sistema dell'informazione - con tutta la sua straordinaria potenza tecnologica - finerebbe per smarrire se stesso, la sua grande funzione civilizzatrice e di umanizzazione in ogni parte del pianeta. Sta qui la sfida, la grande opportunità per il sistema dei media. Il mondo della comunicazione non può infatti, laicamente, sottrarsi alla riflessione critica che riguarda la condizione presente dell'umanità.

L'incertezza, fino allo smarrimento, per il presente; le paure per il futuro; la difficoltà per l'uomo contemporaneo di cogliere orizzonti di senso che aiutino a comprendere il cammino compiuto; le revisioni dolorose, i riesami di coscienza che sono indispensabili per guardare avanti con fiducia e speranza, sapendo scoprire anche nelle grandi tragedie - specie di quest'ultimo secolo - e nei grandi interrogativi che sono aperti nella vita dell'umanità, le perenni interrogazioni sulla vita e sulla morte, sul bene e sul male, sulla libertà e le tentazioni di dominio, sulle ingiustizie e lo sfruttamento, gli squilibri, gli egoismi e le cupidigie che rendono l'uomo nemico o anche solo estraneo e disattento all'altro uomo. Ecco l'orizzonte culturale che occorre sempre tenere presente, perché l'evento giubilare è dentro questa storia degli uomini, pur con tutte le conquiste (e le nuove sfide e i nuovi rischi) che scienza e tecnica hanno prodotto e di cui lo stesso universo mass-mediale è testimonianza eloquente. Ne discende un forte richiamo alla responsabilità e all'approfondimento, sfuggendo a tutte le banalizzazioni e letture superficiali e mercantili.

Si tratta di contribuire a comprendere le vicende umane di questo arco bimillenario dalla nascita di Cristo riconoscendo che strade nuove, aperture e generosità di dialogo, di solidarietà, di scambio reciproco e di condivisione vanno ricercate e favorite in ogni direzione.

«Il significato tradizionale dell'anno giubilare comporta una rimessa a nuovo delle relazioni trà le persone in tutta la società: bisognerebbe far comprendere a tutti che questa tappa della nostra storia è un occasione privilegiata di riconciliazione e ci fa volgere verso un futuro più conviviale. La memoria comune deve essere chiarita e purificata, vale a dire che, riconoscendo le debolezze e le mancanze degli uni e degli altri con lucidità, liberati da antichi germi di divisione o anche dai rancori, potremmo rispondere meglio alle sfide del nostro tempo».

Il Papa lo ricorda ai Vescovi francesi ringranziandoli per il contributo alla preparazione della Giornata Mondiale della Gioventù, che si terrà a fine agosto a Parigi. Questo invito a "rimettere a nuovo le relazioni tra le persone"; questo richiamo ad un rinnovamento profondo dei vincoli sociali (a cominciare dai più poveri e più bisognosi in ogni punto del pianeta); questo bisogno di "volgere verso un futuro più conviviale", non è la grande sfida che attende tutto il mondo della comunicazione?

Ecco allora che se il Grande Giubileo, per il suo esito fruttuoso, molto si attende dal sistema dei media, tutti i suoi operatori molto potranno positivamente contribuire se, superando limiti, insufficienze gravi, le stesse logiche prevalenti dell'universo mass-mediale, sapranno cogliere la grande opportunità del Giubileo per ripensare a fondo la loro funzione e la loro responsabilità al servizio della comunità-comunione di tutti gli uomini, in questo tempo esigente e straordinario alle soglie del terzo millennio.

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