CELAM : Debito internazionale, una prospettiva ecclesiale
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I TEMI DEL GIUBILEO

CELAM: IL DEBITO INTERNAZIONALE, UNA PROSPETTIVA ECCLESIALE

Considerazioni antropologiche

1 - La presenza del debito esterno si considera come un ostacolo per lo sviluppo dei Paesi indebitati.

2 - Di conseguenza, esso produce effetti diretti sulle condizioni di vita della maggior parte della gente di questi Paesi (sanità, istruzione, alimentazione ecc.), in quanto impedisce un maggiore invertimento nella spesa pubblica. Nelle società segnate dalle diseguaglianze sociali (assenza di una forte classe media), lo Stato ha un ruolo decisivo nella scelta della distribuzione equa, senza disconoscere, tuttavia, la responsabilità privata.

3 - L'etica cristiana si avvicina al problema del debito esterno in termini di problema umano, senza disconoscere le compessità tecniche ad esso connesse. Pertanto essa privilegia il fattore umano e subordina i meccanismi tecnici.

4 - Inoltre, quando si parla del fattore umano, esiste una comprensione antropologica secondo la quale un individuo può realizzarsi pienamente nella società solamente se in comunione con gli altri. Vivere è convivere. L'auto-realizzazione nell'auto-trascendenza. L'individuo come essere aperto agli altri e attraverso l'altro scopre se stesso. Di conseguenza , la libertà si intende come servizio. In questo modo si allontana da una visione individualista (realizzazione personale senza considerazione dell'altro) così come anche da una visione collettiva (scomparsa dell'individuo in nome del gruppo).

5 - Il problema del debito esterno si comprende principalmente in termini economici (numeri globali), ma l'etica cristiana valuta il problema in categorie umane. Considerare il debito esterno nell'ambito commerciale è una cosa completamente diversa dal considerarlo nell'ambito della prospettiva di cooperazione.

Nel primo caso il contesto è di tipo economico, mentre nel secondo si pensa in termini di solidarietà. Ebbene, questo pensiero non è irreale perchè la soluzione del problema ecologico o è di tipo comunitario oppure non ha soluzione. Inoltre, l'assenza di solidarietà e la presenza della diseguaglianza conduce solamente ad una rivoluzione sociale, la diseguaglianza aumenta il rischio di una rivoluzione violenta e cruenta.

6 - L'orizzonte della solidarietà impone una visione che parte dagli svantaggiati, coloro che sono i più esclusi dai benefici che produce la società. L'opzione evangelica a favore dei poveri nasce da una comprensione universale, perché l'universalità si fa realtà solamente se si realizza nella particolarità. In altre parole, la totalità implica la singolarità. Dal singolo si costruisce il tutto. Dunque, il progresso non è necessariamente e solamente la presenza di una maggiore ricchezza, ma l'assenza della povertà. A minor povertà maggiore equità, perché il fatto che ci siano meno poveri significa l'aumento della classe media. Comunque il postulato di una maggiore ricchezza non implica necessariamente una migliore distribuzione, in quanto il criterio è la quantità ma non si esplicita il suo destinatario (così come nel caso della concentrazione della ricchezza nel contesto di una breccia tra ricchi e poveri).

Considerazioni Etiche

7 - Ebbene, il principio della giustizia commutativa stabilisce il pagamento dei debiti in quanto definisce le relazioni tra uguali in termini di diritti e doveri. Tuttavia, rispetto al debito esterno, la realtà non corrisponde esattamente al principio perché nella relazione tra un ente finanziario (pubblico o privato) e un popolo, quest'ultimo non viene consultato giacché è il suo rappresentante che contrae il debito e il compromesso di pagamento, anche se in seguito è il popolo che ne paga le conseguenze.

8 - Da una parte abbiamo il principio della gerarchia dei valori, secondo la quale un valore fondamentale ha priorità sugli altri diritti; dall'altra c'è il principio del bene comune che difende il corpo della società al di là degli interessi privati. Così un debito cessa di obbligare eticamente finché il debitore si trova nella condizione precaria di chi non può affrontare il pagamento. Dall'altra prospettiva, se non avviene il pagamento si determina una catastrofe finanziaria internazionale, quindi la soluzione può risultare peggiore del rimedio.

9 - Di conseguenza, si prospettano diverse alternative. A breve termine, viene prima il principio della sopravvivenza che ha il compito di assicurare che gli aiuti finanziari o il mancato pagamento del debito si investano direttamente nelle necessità delle popolazioni bisognose. A lungo termine, il principio della solidarietà privilegia una situazione in termini di cooperazione senza scopo di lucro.

10 - Tutti gli aiuti vanno compresi nel contesto del principio di sussidiarietà , nel senso che la finalità ultima è quella di rendere protagonista il debole perché cresca e si assuma le proprie responsabilità. L'assenza di tale motivazione è semplicemente un aiuto in termini di dipendenza e, di fatto, non è un aiuto perché lascia in una situazione di svantaggio colui che viene aiutato e ne fomenta la irresponsabilità.

11 - La presenza della debolezza umana conduce implicitamente a compiere errori e a prendere decisioni immorali (corruzione, furto ecc.). Pertanto, chi riceve i finanziamenti, ha diritto a stabilire condizioni chiare per utilizzare correttamente tali aiuti, sia perchè essi giungano ai veri destinatari, sia perchè vengano utilizzati per lo sviluppo della società (istruzione, sanità, alimentazione ecc.). Inoltre, è necessario rispettare anche la cultura di chi dona perchè si senta responsabile dei suoi pagamenti. D'altra parte, l'aiuto finanziario è semplicemente una forma di colonialismo economico.

Conclusioni

12 - Una visione puramente economica ( che non considera il fattore umano) riflette il personaggio di Caino. «Il Signore disse a Caino: dov'è tuo fratello? Non lo so. Sono forse io il guardiano di mio fratello?» (Gen. 4,9). L'antropologia di Caino contrasta radicalmente con la sensibilità di Gesù: «In verità vi dico, tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me» (Mt. 25, 40). Mentre Caino disconosce suo fratello, Gesù si fa fratello dell'umanità, identificandosi con i più deboli della società. La prospettiva antropologica (la considerazione dell'altro) si converte nell'azione etica (la solidarietà).

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