The Holy See - Vatican web site
Jubilee 2000 Search
back
riga


LE ATTIVITÀ DELLE COMMISSIONI

Commissione Pastorale Missionaria

IL CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA LIBRO APERTO PER RINVIGORIRE LA FEDE

Sergio Pintor

Giovanni Paolo II nella Costituzione apostolica Fidei depositum collega la consegna del Catechismo della Chiesa cattolica, come strumento di educazione alla fede, alla finalità evangelizzatrice del Concilio Vaticano II e ai suoi insegnamenti. Non meraviglia quindi che il Papa, nelle indicazioni programmatiche di preparazione alla celebrazione del Giubileo del 2000, in un contesto di nuova evangelizzazione, richiami nella lettera Tertio Millennio Adveniente l'importanza di valorizzare il Catechismo della Chiesa Cattolica in tutto il cammino giubilare, e particolarmente nell'anno 1997, incentrato su una forte riflessione intorno al mistero di Cristo (cf TMA, 42).

Può essere utile, di conseguenza, richiamare, in termini essenziali, come il catechismo della Chiesa cattolica possa promuovere e sostenere un rinnovato cammino di catechesi nelle nostre comunità, incentrato sull'annuncio e la conoscenza vitale di gesù Cristo, per una adesione alla fede nella sua Persona e al suo mistero di salvezza.

Gesù Cristo. L'incontro con Dio

«Per il cristiano credere in Dio è inseparabilmente credere in Colui che Egli ha mandato, "il suo Figlio prediletto" nel quale si è compiaciuto (Mc 1,11)»(CCC 151). Anzi, possiamo credere in Dio, perché esiste colui che egli ha mandato: «Egli "ha visto il Padre" (Gv 6,46), è il solo a conoscerlo e a poterlo rivelare» (CCC 151). Professare la fede in Dio è, quindi, partecipare, in un certo senso, allo sguardo di Gesù Cristo. Nella fede ci permette di vedere insieme con lui, ciò che egli ha visto. Gesù Cristo ci introduce nel mistero di Dio, Padre e Figlio e Spirito Santo.

Non è un caso che il Catechismo della Chiesa Cattolica, nella sua prima pagina, si apra con una frase del Vangelo di San Giovanni. «Padre... questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato Gesù Cristo» (Gv 17,3). Quasi a ricordarci subito che al centro della fede cristiana, e di una sua trasmissione e conoscenza, vi è la persona di Gesù Cristo, colui che rivela pienamente il volto di Dio e il volto dell'uomo. Credere in Gesù Cristo significa perciò, molto più di una conoscenza semplicemente esteriore o teorica, per richiedere una relazione profonda di amicizia, un entrare in comunione con Lui, un lasciarsi afferrare da Lui, e condurre all'amore del Padre.

In questa prospettiva il Catechismo presenta e spiega ampiamente la fede professata dalla Chiesa nella totalità del mistero di Gesù: Figlio Unigenito di Dio e nostro Signore, vero Dio e vero uomo, nato dalla Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, rivelatore dell'amore di Dio con le sue parole e i suoi gesti, per noi morto e risorto, redentore dell'uomo, Signore glorioso e giudice della storia.

È evidente l'invito, pur nella gradualità di ogni cammino di ricerca, di non accostarci alla persona di Gesù in modo riduttivo e soggettivo, oppure con atteggiamento neutrale, ma lasciandosi coinvolgere e accogliendone tutta la ricchezza "destinata ad ogni uomo" e come "bene di ciascuno".

Il mistero di Cristo, infatti, in forza della sua incarnazione e della sua Pasqua, non è realtà esterna a nessun uomo, ma afferra tutti in una corrente di salvezza e di amore. A ciascuno e in ogni situazione, con tutta la sua vita, Gesù Rivela la tenerezza e la misericordia di Dio. Il suo è mistero di comunione: mentre ci rivela l'amore di Dio, lo comunica a noi e ce ne renda partecipi: «In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo Unigenito Figlio nel mondo perché noi avessimo la vita per Lui»(1Gv 4,9).

In Gesù, Dio si china sulla nostra umanità ferita, per risollevarci, riconciliarci e salvarci. Il Catechismo riporta al riguardo, un bel testo di San Gregorio di Nissa: «La nostra natura, malata, richiedeva di essere guarita; decaduta, di esser risollevata; morta, di esser risuscitata. Avevamo perduto il possesso del bene, era necessario che ci fosse restituito. Immersi nelle tenebre, occorreva che ci fosse portata la luce; perduti attendevano un salvatore; prigionieri, un soccorritore; schiavi, un liberatore. Tutte queste ragioni erano prive di importanza? Non erano tali da commuovere Dio sì da farlo discendere fino alla nostra natura umana per visitarla, poiché l'umanità si trovava in una condizione tanto miserabile ed infelice?» (CCC 457).

Sono parole che ancora oggi ci raggiungono e danno speranza nelle nostre attese di salvezza dentro le esperienze di limite umano. Quando noi diciamo "credo in Gesù Cristo" e professiamo con la Chiesa la nostra fede in Lui, vero Dio e vero uomo, noi esprimiamo tutta questa ricchezza e vicinanza del suo mistero.

Al centro della catechesi: il lieto annuncio di Gesù Cristo

Il Catechismo della Chiesa cattolica alle nostre comunità cristiane, nel loro cammino verso il Grande Giubileo dell'Incarnazione, vuole ricordare che «la trasmissione della fede cristiana è innanzi tutto l'annunzio di Gesù Cristo, allo scopo di condurre alla fede in Lui» (CCC 425), e risvegliare in esse l'ardente desiderio missionario di annunciare Cristo, vissuto dai primi discepoli: «Noi non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4,20). Il lieto annuncio di ogni catechesi è Gesù Cristo, Unico Salvatore del mondo.

Il Catechismo della Chiesa cattolica richiama in proposito le affermazioni dell'esortazione "Catechesi Tradendae" (Cfr CCC 425-428). Nucleo della catechesi è sostanzialmente una persona. Gesù Cristo (cfCt 5; CCC 426). Nella catechesi è «Cristo, Verbo incarnato e Figlio di Dio, che viene insegnato, e tutto il resto è in riferimento a Lui...» (Ct 6; CCC 427).

E insegnare Cristo ha come fine il "metter in comunione" con lui: «egli solo può condurre all'amore del Padre nello Spirito e può farci partecipare alla vita della Santa Trinità» (Ct 6; CCC 426). È questa la prospettiva e la chiave interpretativa della cristologia nel Catechismo della Chiesa cattolica: essa si richiama alla nostra comunione con il mistero di Cristo. La concezione e la nascita, la vita nascosta e la vita pubblica, la passione e la resurrezione di Cristo sono presentate nella prospettiva dei "misteri di vita di Cristo". Superando l'ottica della sola imitazione di Cristo, i "misteri della vita di Cristo" ci vengono proposti come invito a una comunione di vita.

Significativo in proposito è un testo chiave del Catechismo della chiesa Cattolica. «Tutto ciò che Cristo ha vissuto, egli fa si che noi possiamo viverlo in Lui e che egli lo viva in noi. "Con l'incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo" (Gs 22). Siamo chiamati a formare una cosa sola con lui, egli ci fa comunicare come membra del suo Corpo a ciò che ha vissuto nella sua carne per noi e come nostro modello...» (CCC 521).

top