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Editoriale

Il Giubileo tempo di una nuova primavera di carità
verso i poveri e gli indifesi

+ Crescenzio Sepe

Mentre l'intera umanità ha già cominciato il "conto alla rovescia" dei giorni che la separano dall'appuntamento con il terzo millennio, a noi è dato sperimentare, quasi toccandoli con mano, i frutti del profondo rinnovamento che la preparazione del Grande Giubileo ha fatto maturare nella Chiesa, ad ogni latitudine, attribuendole, come richiesto dal Santo Padre nella Tertio Millennio Adveniente (n. 21), "una consapevolezza nuova della missione salvifica ricevuta da Cristo".

Per tutte le nostre Chiese locali, questa lunga vigilia giubilare è stata l'occasione insieme di un ritorno alle origini e di un rilancio dell'evangelizzazione, che si è manifestato in una miriade di iniziative pastorali, documenti, gesti ecumenici, atti  concreti di condivisione e di accoglienza. Ora siamo veramente all'ultimo tratto di un pellegrinaggio sempre più intenso verso l'apertura della Porta Santa; e mentre cerchiamo di perfezionare gli aspetti organizzativi, mettendo a punto tutto ciò che riguarda il valore dell'accoglienza, intendiamo esaltare come non mai i contenuti spirituali del Grande Giubileo, che proprio in questi giorni devono essere chiari a tutti: sia a quanti si apprestano a venire a Roma come pellegrini o si dispongono a vivere il Giubileo con pari devozione in Terra Santa o nelle rispettive diocesi, sia agli osservatori "esterni", forse finora attirati prevalentemente dagli aspetti più esteriori dell'evento di fine millennio.

Fra i contenuti spirituali del Giubileo, la carità assume senz'altro un posto di primo piano, direi come una cartina di tornasole della bontà delle nostre intenzioni. Ce lo ha detto per primo Giovanni Paolo II in quella Tertio Millennio Adveniente che è stata la grande bussola di orientamento di tutto il nostro cammino giubilare, e che indica il rinvigorimento della fede e della testimonianza dei cristiani quali obiettivi primari del Giubileo, sollecitando una "solidale accoglienza del prossimo, specialmente quello più bisognoso" (n. 42) quasi come risultato del rinnovamento spirituale realizzato.

Ecco dunque che, come ho già avuto modo di dire, senza la carità il Giubileo non è più Giubileo; anzi, senza la carità il Giubileo è morto. La carità deve essere il vero stemma, il segno distintivo della grande lode al Mistero dell'Incarnazione che l'umanità si appresta a rendere al suo Salvatore. Il Giubileo è evento di carità perché segna in maniera forte e inequivocabile l'oggi della Chiesa, che chiama all'impegno esigente l'intera comunità dei credenti.

In questa ottica, particolare attenzione deve essere attribuita ai pellegrini poveri, avanguardia privilegiata del Giubileo, che devono divenire oggetto di speciale cura e attenzione all'interno dei diversi pellegrinaggi. E' questo il senso e il significato di un vasto progetto dedicato - e denominato - "la carità del Papa" verso il quale ci sentiamo impegnati in prima persona. Vorrei dire che la carità che si trova ad esercitare il Grande Giubileo dell'Anno 2000 è proprio la carità offerta in nome del Papa, in conto della generosità di un autentico padre dei più poveri e degli indifesi. Nei loro confronti, la carità sarà chiamata ad esercitarsi ad ampio raggio e in ogni momento; mentre la rete di solidarietà, già così estesa nella diocesi del Papa e in tutta la Chiesa italiana, sarà allertata e stimolata per un supplemento di attività che durerà per oltre un anno.

Si tratta di moltiplicare le iniziative di assistenza e di accoglienza che già esistono e che danno ordinariamente buona prova. Noi faremo la nostra parte, come raccordo e stimolo, in modo che l'appello del Papa per un Giubileo della carità non vada disperso né disatteso. 

XXI Anniversario dellÂ’elezione di Giovanni Paolo II

Grazie, Santo Padre

Rientra in questa vigilia una ricorrenza che è motivo di gioia e di gratitudine sempre nuova al Santo Padre che nella prospettiva giubilare, varca la soglia del XXII anno di Pontificato: a lui il Grazie, particolarmente per questo Grande Giubileo del 2000, che porta impresso il sigillo del suo straordinario magistero. Un magistero che, nella preghiera e con devozione filiale, auguriamo ancora lungo e fecondo per la Chiesa e per lÂ’intera umanità.

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