Itinerario attraverso l'anno liturgico
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ATTIVITÀ DI COMMISSIONI E COMITATI

Commissione Liturgica

ITINERARIO ATTRAVERSO L'ANNO LITURGICO

Spirito - Maria - Speranza - Confermazione

Lo scopo dell'Itinerario è di aiutare ad approfondire il contenuto dei misteri della redenzione celebrati nel corso dell'anno liturgico (cf SC n. 102): attraverso una lettura dei testi del Messale, del Lezionario e della Liturgia delle Ore si pone in evidenza quanto è stato sottolineato per quest'anno da Giovanni Paolo II nella Tertio Millennio Adveniente.

Il Papa invita a riscoprire la presenza e l'azione dello Spirito, che agisce sacramentalmente nella Chiesa, soprattutto mediante la Confermazione. È lo Spirito a costruire il Regno di Dio nella storia e a prepararne la piena manifestazione in Gesù Cristo. In questa prospettiva risalta l'esortazione a riscoprire la virtù della speranza e a contemplare e imitare la Vergine Maria, docile alla voce dello Spirito (cf TMA, nn. 45-48).

Poiché la liturgia è il luogo privilegiato dove si attualizza l'opera della salvezza (cf SC n. 6), essa è dunque lo spazio eccellente del passaggio dello Spirito: è impegno di tutti riscoprire, in modo particolare quest'anno, nella celebrazione dei santi misteri la presenza dello Spirito Santo, per la cui effusione si manifesta e si compie l'opera della redenzione (cf LG n. 59; AG n. 4).

Avvento

La liturgia dell'Avvento nutre nei fedeli l'attesa fiduciosa della Parusia, illuminata dai testi messianici dell'Antico Testamento e vissuta nella prospettiva del Natale, che rinnova la memoria delle divine promesse già compiute, anche se non definitivamente. L'Avvento, col suo carattere di attesa della venuta del Signore, che è insieme quella del passato e del futuro, è quindi un tempo adatto per riscoprire nella propria vita il progetto di Dio e prepararsi a «quella nuova primavera di vita cristiana che dovrà essere rivelata dal Grande Giubileo, se i cristiani saranno docili all'azione dello Spirito Santo» (TMA, n. 18).

L'Avvento è tempo dello Spirito Santo, che fu il vero "Precursore" di Cristo, nella sua prima venuta. Lo Spirito di Dio ha parlato per mezzo dei profeti: «Hai pazientato con loro molti anni e li hai scongiurati per mezzo del tuo Spirito e per bocca dei tuoi profeti» (Ne 9,30; cf Zc 7,12). È l'ispiratore degli oracoli messianici (cf Is 11,1-9; 42,1-7). Per la potenza dello Spirito il Verbo si è incarnato nel grembo della Vergine (cf Lc 1,35). Elisabetta, "piena di Spirito Santo", riconobbe e proclamò Maria "madre del Signore" (Lc 1,41.43).

Ed è ancora nello Spirito Santo che la Chiesa vive l'attesa del ritorno del Signore: «Lo Spirito e la Sposa dicono: "Vieni!"» (Ap 22,17). Lo Spirito suscita nel cuore della Sposa la nostalgia e il desiderio dello Sposo. Ecco perché la comunità in preghiera implora il dono dello Spirito per andare incontro al Cristo: «Padre onnipotente [...] fa' che, ardenti del tuo Spirito, splendiamo come lampade davanti al Cristo che viene»(1).

L'Avvento ha in sé la consolazione, la potenza e la ricchezza della Pentecoste. Lo ricorda san Bernardo: «Nella prima venuta il Signore venne nella debolezza della carne, in questa intermedia [che celebriamo nella liturgia] viene nella potenza dello Spirito, nell'ultima verrà nella maestà della gloria»(2). In tale contesto, l'Avvento invita la Chiesa a prendere coscienza che, nella sua missione di annunciare il Messia a tutte le genti, è sempre lo Spirito Santo l'agente principale dell'evangelizzazione (cf TMA, n. 45).

L'Avvento è tempo di speranza. Nello Spirito di Cristo, la comunione definitiva con Dio Padre, è già presente nella storia, anche se in modo invisibile e misterioso. Sperare per il credente non è solo attendere che qualcosa accada: è impegno, qui e ora, alla costruzione del Regno di Dio. La speranza, «da una parte, spinge il cristiano a non perdere di vista la meta finale che dà senso e valore all'intera sua esistenza e, dall'altra, gli offre motivazioni solide e profonde per l'impegno quotidiano nella trasformazione della realtà per renderla conforme al progetto di Dio» (TMA, n. 46). Il motivo della speranza è intimamente collegato con l'attesa gioiosa, che caratterizza la liturgia della Domenica III: «Rallegratevi sempre nel Signore: ve lo ripeto, rallegratevi, il Signore è vicino» (Fil 4,4.5)(3). Infatti l'oggetto della speranza cristiana è Cristo stesso, il mistero un tempo nascosto ed ora rivelato: «Cristo in voi, speranza della gloria» (Col 1,27).

L'Avvento, in particolare i giorni dal 17 al 23 dicembre, è tempo mariano per eccellenza: la Chiesa ricorda la Figlia di Sion, Vergine dell'attesa e dell'accoglienza del Verbo di Dio. Nella Domenica IV la liturgia romana celebra Maria, «colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore» (Lc 1,45). La colletta della Messa fa riferimento all'Annunciazione, mistero di vocazione-missione e di consacrazione mediante lo Spirito. Infatti, nella Vergine lo Spirito discende con pienezza e in maniera stabile, come sui personaggi carismatici e sui profeti dell'Antica Alleanza, consacrati per la salvezza del popolo. Sul modello di Maria, «donna di speranza, che seppe accogliere come Abramo la volontà di Dio sperando contro ogni speranza (Rm 4, 18)» (TMA, n. 48), i fedeli sono invitati a prepararsi ad andare incontro al Salvatore che viene(4). Nella prima parte d'Avvento, la solennità dell'Immacolata Concezione esorta la Chiesa a contemplare le meraviglie dell'amore di Dio(5) operate in Maria, «immune da ogni macchia di peccato, plasmata per così dire dallo Spirito Santo e formata come una creatura nuova» (LG, n. 56). La Vergine Madre di Cristo appare davanti a tutta l'umanità quale «segno immutabile e inviolabile dell'elezione da parte di Dio», «segno di sicura speranza»(6).

Natale ed Epifania del Signore

Nel triennio preparatorio al 2000, «centrato su Cristo, Figlio di Dio fatto uomo» (TMA, n. 39), siamo quest'anno invitati a riscoprire, in tale mistero, la particolare azione dello Spirito. Ci è guida insostituibile la lettura e meditazione dei primi capitoli del Vangelo di san Luca, proclamati dalla liturgia natalizia, in cui la Chiesa contempla e celebra «Maria, che concepì il Verbo incarnato per opera dello Spirito Santo» (TMA, n.48)(7).

Il Natale è tempo dello Spirito Santo. San Luca racconta l'origine umana di Gesù alla luce della sua risurrezione. La sua intenzione emerge dalle espressioni e dai temi contenuti in Lc 1,35: "Spirito Santo", "potenza", "sotto la sua ombra" (la nube dell'Esodo), il titolo "Figlio di Dio". Il messaggio proveniente dall'insieme di questi elementi è di fondare la filiazione divina di Gesù sul concepimento per opera dello Spirito Santo.

La Chiesa è consapevole di celebrare il Natale nella luce e nella realtà della Pasqua: la liturgia della Messa vespertina della vigilia presenta il Natale come il «grande giorno che ha dato inizio alla nostra redenzione»(8). Il brano di Is 62,1-5, nella medesima Messa, riprende il tema ecclesiologico dell'unione sponsale tra Dio e la Chiesa, che ha la sua prima grande manifestazione nel mistero dell'Incarnazione: l'eterno Figlio di Dio appare nel tempo, indissolubilmente unito alla natura umana, nella persona di Gesù Cristo. Artefice di tale unione nuziale è lo Spirito Santo.

La Domenica II dopo Natale mette in rilievo il tema della Sapienza divina che «fissa la tenda in Giacobbe» (Sir 24,8) e quello della nostra predestinazione a figli di Dio per mezzo di Gesù Cristo (cf Ef 1,3-6). È lo Spirito che ci guida a scoprire i misteri della Sapienza di Dio e ci rende conformi all'immagine del Figlio (cf Ef 1,17)(9).

Nella festa del Battesimo del Signore contempliamo ancora una volta che, per mezzo dello Spirito, al Giordano come a Nazareth, il Figlio di Maria viene annunciato, costituito e manifestato come il Messia, il Figlio di Dio, il Salvatore. Consacrato dalla potenza dello Spirito, Gesù, dal suo Battesimo, si dimostra pronto ad assumere tutte le umiliazioni e le sofferenze insite nella sua scelta di solidarietà con l'umanità peccatrice. Lo sottolinea il ritornello del Salmo responsoriale (dal Sal 103): «Benedetto il Signore che dona la vita».

Il tema della speranza pervade tutta la liturgia natalizia. La nascita del Signore è il lieto annunzio di "una grande gioia" che apre il cuore dell'uomo alla speranza della salvezza (cf Lc 2,10-11). Lo evidenzia il prefazio II di Natale: «Nel mistero adorabile del Natale, egli, Verbo invisibile, apparve visibilmente nella nostra carne, per assumere in sé tutto il creato e sollevarlo dalla sua caduta». Poiché il Natale di Cristo è messaggio di ottimismo per il mondo intero(10), ha senso raccogliere e trasmettere l'invito del Papa a valorizzare ed approfondire «i segni di speranza presenti in questo ultimo scorcio di secolo, nonostante le ombre che spesso li nascondono ai nostri occhi» (TMA, n. 46).

Nei testi liturgici del tempo natalizio - preghiere, inni, antifone - la Chiesa esprime la propria lode ed invocazione per la Madre del Signore. In particolare, nella solennità del I gennaio contempla il mistero della divina maternità di Maria, meraviglia dello Spirito di Dio: «per opera dello Spirito Santo ha concepito il tuo unico Figlio; e sempre intatta nella sua gloria verginale, ha irradiato sul mondo la luce eterna, Gesù Cristo nostro Signore» (cf prefazio).

NOTE

(1) Orazione dopo la comunione del 17 dicembre.

(2) Seconda lettura dell'Ufficio di letture del mercoledì della prima settimana d'Avvento.

(3) Antifona d'ingresso.

(4) Cf Paolo VI, Esortazione Apostolica Marialis Cultus, n. 4.

(5) Cf Salmo responsoriale.

(6) Giovanni Paolo II, Lettera Enciclica Redemptoris Mater, n.11.

(7) Cf Paolo VI, Esortazione Apostolica Marialis Cultus, n. 5.

(8) Orazione sulle offerte.

(9) Cf il testo di san Basilio, indicato come seconda lettura all'Ufficio delle letture del 2 gennaio.

(10) Cf l'inizio del testo di san Leone Magno indicato come seconda lettura dell'Ufficio delle letture del giorno di Natale.

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