The Holy See - Vatican web site
Jubilee 2000 Search
back
riga


ATTIVITÀ DI COMMISSIONI E COMITATI

Commissione Pastorale Missionaria

LO SPIRITO SANTO, PROTAGONISTA DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE

Sergio Pintor

Giovanni Paolo II, nel suo magistero, ha costantemente richiamato in questi anni la necessità e l’urgenza di un forte rilancio della evangelizzazione nella situazione attuale: sia di una "nuova evangelizzazione" soprattutto per i paesi di antica cristianità, sia di una "prima evangelizzazione" per i popoli o per coloro che ancora non conoscono Gesù Cristo e il suo Vangelo di salvezza. Anche se, come avverte l’enciclica Redemptoris Missio, queste due esigenze non sono interpretabili per "confini geografici" e mai del tutto separabili. Lo stesso triennio di preparazione immediata alla celebrazione del Giubileo dell’Anno 2000 si presenta, e richiede di essere attuato, come un preciso programma e impegno di "nuova evangelizzazione", di cui lo Spirito è principale protagonista, secondo l’itinerario: per Cristo nello Spirito al Padre.

Di particolare attualità, in questo cammino giubilare, appare quanto Paolo VI scriveva nell’esortazione Evangelii Nuntiandi: «L’evangelizzazione non sarà mai possibile senza l’azione dello Spirito Santo …Le tecniche dell’evangelizzazione sono buone, ma neppure le più perfette tra di esse potrebbero sostituire l’azione discreta dello Spirito. Anche la preparazione più raffinata dell’evangelizzatore, non opera nulla senza di lui. Senza di lui la dialettica più convincente è impotente sullo spirito degli uomini. Senza di lui, i più elaborati schemi a base sociologica o psicologica si rivelano vuoti e privi di valore»(1).

Ma cosa significa e comporta, in concreto, un processo di "nuova evangelizzazione"? Quale presenza dello Spirito riconoscere, accogliere e manifestare? Alla luce dell’esortazione apostolica Christifideles Laici si può dire che "nuova evangelizzazione" significa «assicurare la crescita di una fede limpida e profonda…formare comunità ecclesiali mature…rifare il tessuto cristiano delle stesse comunità ecclesiali»(2).

Soprattutto quelle di antica tradizione che ora sono indebolite dall’indifferentismo, dal secolarismo, dall’ateismo, dalla diffusione delle sette. "Nuova evangelizzazione" significa anche ripensare in maniera seria l’intero problema e impegno missionario di una Chiesa: «Dobbiamo essere consapevoli che non sarà possibile rilanciare un’efficace opera di evangelizzazione senza rilanciare l’afflato missionario delle nostre comunità cristiane»(3).

È stato lo stesso Giovanni Paolo II, nel suo IX viaggio pastorale in America Latina, a precisare ancora meglio il significato che egli dà all’espressione "nuova evangelizzazione": innestata sulle radici dell’annuncio portato dai primi missionari e animata da un "rinnovato ardore apostolico", si può parlare di "nuova evangelizzazione" se sarà: «nuova nel suo ardore, nuova nei suoi metodi, nuova nelle sue espressioni»(4).

a) una evangelizzazione " nuova nel suo ardore": nella misura in cui verrà attuata in una unione sempre più profonda con Cristo primo evangelizzatore, condurrà alla conversione del cuore, farà prendere coscienza che la vocazione cristiana è vocazione alla santità. È un "ardore apostolico" che deriva da un nuovo e fiducioso rapporto con Gesù Cristo, culmina nella pratica sacramentale, fa avvertire la gioia di comunicare la fede agli altri, conduce a manifestare la propria identità cristiana e ad affrontare i diversi problemi alla luce della fede, porta a una coerenza di vita cristiana senza alcun fanatismo(5).

b) Una evangelizzazione "nuova nei metodi": "Un’evangelizzazione sarà nuova nei metodi – afferma il Papa – se ogni membro della Chiesa diverrà protagonista della diffusione, del messaggio di Cristo…L’evangelizzazione è compito di tutti i membri della Chiesa(6).

Si aprono così nuove prospettive per sviluppare una concezione di missione e di evangelizzazione, con l’effettivo coinvolgimento dei diversi soggetti ecclesiali, nel rispetto e nell’armonia dei diversi toni e ministeri e con l’apertura conseguente a diversi e nuovi ambiti di evangelizzazione.

c) una evangelizzazione "nuova" nelle sue espressioni che, secondo le parole di Giovanni Paolo II, sarà tale «se starete con gli occhi attenti a ciò che dice il Signore, se saprete acquisire una salda conoscenza della verità di Cristo, se annunzierete la Buona Notizia con un linguaggio che tutti possono comprendere»(7).

E qui si aprono prospettive di sviluppo per una rinnovata pastorale missionaria, per una rinnovata pedagogia della fede, per un linguaggio più comunicativo e una inculturazione della fede, per un più convinto e maturo dialogo ecumenico e interreligioso. Alla base della insistenza sulla "nuova evangelizzazione" da parte di Giovanni Paolo II sembrano esserci tre preoccupazioni di fondo:

  • l’approfondimento dell’identità cristiana da parte di coloro che si riconoscono membri della Chiesa. Una identità che si traduca in una solida spiritualità che investa tutta la vita personale e sociale e sia ancorata sulla verità rivelata, non semplicemente su atteggiamenti soggettivi o emotivi.
  • La rievangelizzazione di coloro che hanno perduto il contatto con la comunità e i valori cristiani, e con coloro che si comportano come se Dio non esistesse…
  • L’evangelizzazione di coloro che non sono mai stati cristiani e la trasformazione evangelica di società mai permeate dal Vangelo (cioè l’annuncio ai non credenti anche in casa nostra e la missione ad gentes)(8).

Il contenuto della "nuova evangelizzazione"

Il Nuovo Testamento e l’esortazione apostolica Evangelii Nuntiandi indicano chiaramente il contenuto del kerigma o dell’annuncio cristiano: Dio amore che si interessa concretamente degli uomini camminando con loro nella loro storia; Cristo Maestro e Salvatore, Signore risorto e glorioso, senso e realizzazione piena di vita per ogni uomo; invito alla conversione e a una vita nuova che comportano un vivere comunitario nuovo e interpellante, con un cuore solo e un’anima sola(9).

Giovanni Paolo II nella esortazione Christifideles Laici così riassume il contenuto della nuova evangelizzazione: «L’uomo è amato da Dio! È questo il semplicissimo e sconvolgente annuncio del quale la Chiesa è debitrice all’uomo. La parola e la vita di ciascun cristiano possono e devono far risuonare questo annuncio: Dio ti ama, Cristo è venuto per te, per te Cristo è via, verità e vita!»(10).

Al centro, quindi, della nuova evangelizzazione c’è il kerigma pasquale. Non un annuncio puramente intellettuale o astratto, ma esperienziale, esistenziale, operativo e vitale(11). «Il contenuto della nuova evangelizzazione dovrebbe avere tre caratteristiche esperienziali che si ritrovano del resto nel cherigma neotestamentario. Deve essere testimoniale, profetico, integrale»(12).

  • L’evangelizzazione è sempre una testimonianza personale e comunitaria della trasformazione operata dall’evento di Cristo attraverso li Spirito. L’evangelizzatore testimonia una realtà e un messaggio che lo hanno coinvolto e rinnovato, inserendolo in una comunità che è in se stessa testimonianza.

Da qui la necessità che la nuova evangelizzazione sia sempre accompagnata da un autoevangelizzazione e dalla evangelizzazione della comunità ecclesiale, da una maturazione di questa nella fede:

  • l’evangelizzazione deve essere profetica nel senso che svela la presenza salvifica di Dio non solo nell’attuale relazione con Cristo, ma anche nel contesto più ampio del cammino che conduce a lui.

Nella nuova evangelizzazione è necessario mostrare che Dio non si è allontanato dalla storia concreta di persone, di gruppi e di popoli, nonostante le apparenza storiche e culturali.

  • La nuova evangelizzazione deve essere integrale, sia a livello personale che comunitario. Deve trasformare il modo di vivere personale e sociale, convertire le persone e diventare lievito di nuova umanità. Deve smascherare e vincere il peccato personale e quello sociale che ha creato strutture di peccato che opprimono l’umanità.

Lo Spirito agente principale

Di questa "nuova evangelizzazione", lo Spirito è l’agente principale. Da qui l’invito rivolto da Giovanni Paolo II nella lettera Tertio Millennio Adveniente a «riscoprire lo Spirito come Colui che costruisce il regno di Dio nel corso della storia e prepara la sua piena manifestazione di Gesù Cristo, animando gli uomini nell’intimo e facendo germogliare all’interno del vissuto umano i semi della salvezza definitiva che avverrà alla fine dei tempi»(13).

Un documento del Consiglio Ecumenico delle Chiese indica i segni e le modalità con cui lo Spirito va costruendo il regno di Dio oggi: «La Chiesa confessa gioiosamente lo Spirito Santo come colui che "è il Signore e dà la vita". Si tratta della vita eterna che Dio Padre condivide con tutti coloro che sono in comunione con il suo Figlio (Gv 1,1-4). È l’eredità del regno del Figlio, regno che benché sia pienamente reale deve essere ancora perfettamente realizzato dalla venuta di Lui. Donando questa vita, lo Spirito Santo:

  • conduce gli uomini peccatori per mezzo del pentimento e del battesimo, alla comunione universale di coloro che sono perdonati;
  • rende testimonianza attraverso la Chiesa alla verità dell’Evangelo e lo rende degno di fede per gli uomini;
  • edifica la Chiesa, in ogni luogo con la proclamazione della Parola e la celebrazione dell’Eucaristia;
  • aguzza la coscienza della Chiesa con la voce dei profeti, affinché essa sia conservata meglio sotto la misericordia e il giudizio di Dio;
  • mantiene la Chiesa nella comunione e nella continuità con il Popolo di Dio in tutti i tempi e in tutti i luoghi;
  • dispone la Chiesa ad accogliere e ad utilizzare la grande diversità dei doni che Dio ha fatto ai suoi membri per la compiutezza della vita umana;
  • dà alla Chiesa, quando è unita, la capacità di agire come un lievito nella società per il rinnovamento e l’unità dell’umanità;
  • manda nel mondo uomini e donne capaci di preparare la via alla signoria di Dio sulla terra, proclamando la libertà ai prigionieri e dando la vista ai ciechi;
  • risveglia i cristiani perché attendano la venuta del Signore quando giudicherà i vivi e i morti e aprirà le porte della sua città a tutto il suo popolo» (Dal Documento del Consiglio Ecumenico delle Chiese: Lo Spirito Santo e la Cattolicità della Chiesa, Uppsala 1968).

Se la "nuova evangelizzazione" «è destinata alla formazione di comunità ecclesiali mature, nelle quali cioè la fede sprigioni e realizzi tutto il suo originario significato di adesione alla persona di Cristo e al suo Vangelo, di incontro e di comunione sacramentale con lui, di esistenza vissuta nella carità e nel servizio»(14): questo non sarà possibile senza l’azione dello Spirito, da riconoscere e accogliere per collaborarvi in tutta l’azione pastorale.

Quasi in analogia con l’azione dello Spirito in Maria di Nazareth, il Catechismo della Chiesa Cattolica presenta l’azione dello Spirito nella missione evangelizzatrice della Chiesa: «Lo Spirito Santo prepara gli uomini, li previene con la sua grazia per attirarli a Cristo. Manifesta loro il Signore risorto, ricorda loro la sua parola, apre il loro Spirito all’intelligenza della sua morte e risurrezione. Rende loro presente il mistero di Cristo, soprattutto nell’Eucaristia, al fine di riconciliarli e di metterli in comunione con Dio perché portino molto frutto»(15).

Per un rinnovato impegno di evangelizzazione

Preparare il Giubileo, memoria forte e irripetibile del mistero dell’Incarnazione, culmine dell’autocomunicazione di Dio significa anzitutto camminare e far camminare l’umanità verso il compimento di quell’opera di salvezza per cui è avvenuta la stessa incarnazione: «per noi uomini e per la nostra salvezza».

Per portare avanti l’opera evangelizzatrice, per costruire il Regno, o se lo vogliamo, quella famiglia umana in cui vi sia pace, giustizia, fraternità, amore, per il quale Gesù si è incarnato, è vissuto, è morto e risorto, significa anzitutto "riscoprire" l’autore primo di tale costruzione, significa dare lo spazio che gli è proprio al «trascendente soggetto protagonista della realizzazione di tale opera nello spirito dell’uomo e nella storia del mondo»(16), significa ritrovare nella pastorale e nell’evangelizzazione il primato dello Spirito.

Ci è richiesto, come già chiedeva Paolo VI, di studiare meglio la natura e il modo di agire dello Spirito Santo nell’odierna evangelizzazione: «È Lui che, oggi come agli inizi della Chiesa, opera in ogni evangelizzatore che si lasci prendere e condurre da Lui… Egli agisce soprattutto nella missione evangelizzatrice: non a caso il grande inizio dell’evangelizzazione avviene il mattino di Pentecoste, sotto il soffio dello Spirito. Si può dire che lo Spirito Santo è l’agente principale dell’evangelizzazione, è lui che spinge ad annunziare il Vangelo e che nell’intimo delle coscienze fa accogliere e comprendere la parola della salvezza»(17).

Ci è richiesto di guardare il futuro con speranza, perché Lui è il "promesso Padre" e quindi non verrà mai meno ; è Lui che ci insegnerà e ci ricorderà ogni cosa (cfr. Gv 14,26); ci annunzierà le strade da percorrere (cfr. Gv 16,13).

È solo nello Spirito che ci è dato di continuare nel mondo di oggi l’opera di ri-creazione di Gesù Cristo, di lavorare nella speranza che viene comunicata a noi dalla Pentecoste perché sia vinta ogni logica dominante di ingiustizia e di morte, di adoperarci senza sosta perchè le relazioni umane siano ricostruite sull’amore, che, poi, altro non è se non il dono dello Spirito: «Dio è Amore» (Gv 4,8-16): questo è il nucleo della "nuova evangelizzazione" a cui la Chiesa è oggi chiamata; «e l’Amore è il primo dono, quello che contiene tutti gli altri. Questo amore, Dio l’ha "riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato donato" (Rm 5,5)»(18).

NOTE

1) EN 75

2) ChL 34

3) Cfr. Giovanni Paolo II, Discorso al VI Sinodo dei Vescovi d'Europa (Roma 7-11 ottobre 1985), in "Insegnamenti", VIII, 2, 1985, p.910-923

4) Giovanni Paolo II, Omelia durante la messa celebrata nel "parque Mattos Neto" di salto (Uruguay), 9 maggio 1988, in OR, 11-5-1988, p.4. In questa occasione il Papa ha ripreso e commentato in qualche modo il suo primo intervento a Haiti nel 1983: cfr. Giovanni Paolo II, Discorso alla XIX Assemblea ordinaria del CELAM, Port-au-Prince (Haiti), in "Insegnamenti", VI, 1, 1983, p.696, 699

5) Cfr. ivi

6) ivi

7) ivi, p.4

8) Cfr. M. Zago, Il contenuto della nuova evangelizzazione, in "Omnis terra", 23, 1990, p.104

9) Cfr. EN, cap. 3, n. 30-39

10) ChL 34

11) Cfr. 1 Gv 1,1-3

12) Cfr. M. Zago, cit., p.106

13) TMA n.45

14) ChL 34

15) CCC 737

16) RM 21

17) EN 75

18) CCC 733

top