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Giubileo - La catechesi di Giovanni Paolo II
Combattere il peccato personale e le Âstrutture di peccatoÂ
Nella Catechesi del 25 agosto, il Pontefice ha rivolto la sua attenzione sul senso del peccato, sia personale sia sociale, e ha posto in rilievo che Âa causa di una diffusa indifferenza religiosa, o del rifiuto di quanto la retta ragione e la Rivelazione ci dicono di Dio, viene meno in tanti uomini e donne il senso dellÂalleanza di Dio e dei suoi comandamentiÂ.
1.Continuando a riflettere sul cammino di conversione, sostenuti dalla certezza dell'amore del Padre, vogliamo oggi portare la nostra attenzione sul senso del peccato sia personale che sociale.
Guardiamo innanzitutto allÂatteggiamento di Gesù venuto appunto a liberare gli uomini dal peccato e dallÂinflusso di Satana.
Il Nuovo Testamento sottolinea fortemente lÂautorità di Gesù sui demoni, che egli scaccia Âcon il dito di Dio (Lc 11,20). Nella prospettiva evangelica, la liberazione degli indemoniati (cfr Mc 5,1-20) assume un significato più ampio della semplice guarigione fisica, in quanto il male fisico è posto in relazione con un male interiore. La malattia dalla quale Gesù libera è anzitutto quella del peccato. Gesù stesso lo spiega in occasione della guarigione del paralitico: ÂOra, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino - disse al paralitico - alzati, prendi il tuo lettuccio e va a casa tua (Mc 2,10-11). Prima ancora che nelle guarigioni, Gesù ha vinto il peccato superando egli stesso le Âtentazioni che il diavolo gli presentava nel periodo da lui trascorso nel deserto dopo il battesimo ricevuto da Giovanni (cfr Mc 1,12-13; Mt 4,1-11; Lc 4,1-13). Per combattere il peccato che si annida dentro di noi e attorno a noi, dobbiamo metterci sulle orme di Gesù e imparare il gusto del Âsì da Lui continuamente pronunciato al progetto di amore del Padre. Questo Âsì richiede tutto il nostro impegno, ma non potremmo pronunciarlo senza lÂaiuto della grazia, che Gesù stesso ci ha ottenuto con la sua opera redentrice.
2.Guardando ora al mondo contemporaneo, dobbiamo constatare che in esso la coscienza del peccato si è notevolmente affievolita. A causa di una diffusa indifferenza religiosa, o del rifiuto di quanto la retta ragione e la Rivelazione ci dicono di Dio, viene meno in tanti uomini e donne il senso dellÂalleanza di Dio e dei suoi comandamenti. Molto spesso poi la responsabilità umana viene offuscata dalla pretesa di una libertà assoluta, che si reputa minacciata e condizionata da Dio legislatore supremo.
Il dramma della situazione contemporanea, che sembra abbandonare alcuni valori morali fondamentali, dipende in gran parte dalla perdita del senso del peccato. Su questo punto avvertiamo quanto grande debba essere il cammino della Ânuova evangelizzazioneÂ. Occorre restituire alla coscienza il senso di Dio, della sua misericordia, della gratuità dei suoi doni, perché possa riconoscere la gravità del peccato, che mette lÂuomo contro il suo Creatore. La consistenza della libertà personale va riconosciuta e difesa come dono prezioso di Dio, contro la tendenza a dissolverla nella catena dei condizionamenti sociali o a staccarla dal suo irrinunciabile riferimento al Creatore.
3.È anche vero che il peccato personale ha sempre una valenza sociale. Mentre offende Dio e danneggia se stesso, il peccatore si rende pure responsabile della cattiva testimonianza e degli influssi negativi legati al suo comportamento. Anche quando il peccato è interiore, produce comunque un peggioramento della condizione umana e costituisce una diminuzione di quel contributo che ogni uomo è chiamato a dare al progresso spirituale della comunità umana.
Oltre a tutto ciò, i peccati dei singoli consolidano quelle forme di peccato sociale che sono appunto frutto dellÂaccumulazione di molte colpe personali. Le vere responsabilità restano vviamente delle persone, dato che la struttura sociale in quanto tale non è soggetto di atti morali. Come ricorda lÂEsortazione Apostolica post-sinodale Reconciliatio et paenitentia, Âla Chiesa, quando parla di situazioni di peccato o denuncia come peccati sociali certe situazioni o certi comportamenti collettivi di gruppi sociali più o meno vasti, o addirittura di intere nazioni o blocchi di nazioni, sa e proclama che tali casi di peccato sociale sono il frutto, lÂaccumulazione e la concentrazione di molti peccati personali Â
Le vere responsabilità sono delle persone (n. 16).
È tuttavia un fatto incontrovertibile, come più volte ho avuto modo di ribadire, che lÂinterdipendenza dei sistemi sociali, economici e politici, crea nel mondo di oggi molteplici strutture di peccato (cfr Sollicitudo rei socialis, 36; Catechismo della Chiesa Cattolica, 1869). Esiste una spaventosa forza di attrazione del male che fa giudicare Ânormali e Âinevitabili molti atteggiamenti. Il male si accresce e preme con effetti devastanti sulle coscienze, che rimangono disorientate e non sono neppure in grado di discernere. Se si pensa poi alle strutture di peccato che frenano lo sviluppo dei popoli più svantaggiati sotto il profilo economico e politico (cfr Sollicitudo rei socialis, 37), verrebbe quasi da arrendersi di fronte a un male morale che sembra ineluttabile. Tante persone avvertono lÂimpotenza e lo smarrimento di fronte a una situazione schiacciante che appare senza via d'uscita. Ma lÂannuncio della vittoria di Cristo sul male ci dà la certezza che anche le strutture più consolidate dal male possono essere vinte e sostituite da Âstrutture di bene (cfr ibidem, 39).
4.La Ânuova evangelizzazione affronta questa sfida. Essa deve impegnarsi perché tutti gli uomini recuperino la consapevolezza che in Cristo è possibile vincere il male con il bene. Occorre formare al senso della responsabilità personale, intimamente connessa agli imperativi morali e alla coscienza del peccato. Il cammino di conversione implica lÂesclusione di ogni connivenza con quelle strutture di peccato che oggi particolarmente condizionano le persone nei diversi contesti di vita.
Il Giubileo può costituire unÂoccasione provvidenziale perché i singoli e le comunità camminino in questa direzione, promuovendo unÂautentica ÂmetánoiaÂ, ossia un cambiamento di mentalità, che contribuisca alla creazione di strutture più giuste e più umane, a vantaggio del bene comune |