Una riflessione di natura teologica - P. Georges Cottier O.P.
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LE RADICI DELL'ANTISEMITISMO IN AMBIENTE CRISTIANO

UNA RIFLESSIONE DI NATURA TEOLOGICA

P. Georges Cottier O.P.

Unisco i miei saluti a quelli che vi ha appena rivolto il card. Etchegaray e vi ringrazio, a nome della Commissione teologico-storica per il Grande Giubileo e a titolo personale per aver accettato di rinunciare a parte del vostro tempo e delle vostre ordinarie occupazioni per partecipare al Simposio. L'obiettivo di questo colloquio è quello di fornire al Santo Padre un materiale di qualità scientifica indiscutibile, che possa essere utile all'«esame di coscienza storico» al quale Egli ha invitato i cristiani in occasione del Grande Giubileo (cfr. TMA n.33-36).

Un lavoro scientifico degno di questo nome deve vertere su un oggetto chiaramente definito ed essere condotto con una adeguata metodologia. Dal momento in cui la nostra iniziativa è stata resa nota, ha trovato una vasta eco nell'opinione pubblica. Ma molte inesattezze sono state dette e scritte a tale proposito. I chiarimenti che seguono, apportando le necessarie precisazioni, contribuiranno, mi auguro, al buon andamento dei nostri lavori. La nostra riflessione è di natura teologica. Ciò è indicato nel titolo dove l'espressione "antigiudaismo" è stata preferita ad "antisemitismo".

La nostra riflessione verte sul piano divino della salvezza e sul posto che in esso occupa il popolo giudeo, popolo dell'Elezione, dell'Alleanza e delle Promesse. Il Simposio si colloca sulla scia della Dichiarazione Conciliare Nostra Aetate, che segna una svolta decisiva e che ha dato un nuovo impulso alla riflessione dei teologi cristiani sul giudaismo. Si basa sugli insegnamenti del Santo Padre, che a più riprese è intervenuto su questo tema e si avvale dei documenti emanati dalla Commissione per le relazioni religiose con il giudaismo in unione con il Pontificio Consiglio per la Promozione dell'unità fra i Cristiani. Occorre, infine, segnalare l'importanza del Catechismo della Chiesa Cattolica.

Per antigiudaismo intendiamo quel complesso di giudizi e pregiudizi pseudo-teologici che sono a lungo circolati fra popolazioni segnate dal cristianesimo e sono serviti da pretesto alle vessazioni ingiustificabili subite dal popolo giudeo nel corso della sua storia. Questi pregiudizi hanno per così dire soffocato in molti le capacità di reazione evangelica quando è dilagato in Europa l'antisemitismo, di natura pagana e anche anti-cristiana, del nazional-socialismo. L'espressione "ambienti cristiani" ha un significato sociologico. Non figura qui per caso. Poiché la Chiesa, malgrado le colpe dei suoi figli, ha sempre saputo che rinnegare l'Antico Testamento sarebbe equivalso a rinnegare se stessa. Essa non dimentica mai – lo attesta la sua preghiera – che Gesù, il suo Signore, è nato da questo popolo, che sua madre, la Beata Vergine Maria, è giudea, come lo sono gli Apostoli.

La teologia del popolo ebreo è un capitolo dell'ecclesiologia. Lo sguardo con cui ci soffermeremo sulle questioni che ci vedranno impegnati in questi tre giorni sarà uno sguardo di fede. È dunque al Nuovo Testamento, parola di Dio, che chiederemo di essere illuminati per la nostra riflessione teologica. Il sottotitolo contiene la precisazione "intra-ecclesiale". Se è vero che uno dei significati della parola giudaismo è: coscienza teologica che il popolo ebreo ha di se stesso o, più semplicemente, religione ebraica, perché il nostro colloquio è riservato a dei teologi cristiani? Il giudaismo possiede, infatti, eminenti pensatori religiosi e teologi, con i quali il dialogo deve proseguire. Ma il problema che affrontiamo in questa sede è di pertinenza della teologia cristiana. Per la sua stessa natura, l'esame di coscienza al quale vogliamo dare il nostro contributo riguarda la coscienza cristiana ed è di competenza dei teologi cristiani. A questo proposito, è con viva gioia che saluto la presenza tra noi dei rappresentanti di altre Chiese cristiane.

Il nostro compito, seppure modesto, non è meno importante. Si tratta di presentare, secondo l'intenzione del Santo Padre e nel quadro della preparazione del Grande Giubileo, conclusioni che si rivelino utili. Non spetta a noi prevedere decisioni che non sono di nostra competenza. Se i nostri lavori si svolgeranno come speriamo, potremo avanzare delle proposte che non riflettano l'opinione teologica di questo o quel tale, ma dove si possa riconoscere una autentica espressione del sensus fidei. Ciò premesso, speriamo di poter pubblicare gli Atti del colloquio, dato il loro valore scientifico e come un servizio reso al pensiero teologico.

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