Jubilee 2000 Search
back
riga

Il Giubileo in Terra Santa

Il dono della pace per a terra di Gesù

Michel Sabbah – Patriarca latino di Gerusalemme

La Terra Santa comincia con grandissima gioia le celebrazioni del grande Mistero della Salvezza, che qui si compì. E' l'anniversario della nascita del Principe della pace, del Messia Salvatore della nostra terra e di tutta l’umanità. Nazaret, Betlemme, Gerusalemme e tantissimi altri luoghi testimoniano ancora della vita di Gesù, del suo insegnamento, del suo dono di amore e di redenzione per gli uomini di ogni generazione.

La Chiesa di qui è ancora oggi testimone di Gesù: piccolo gregge, come ai suoi tempi, sente in modo particolare la grazia del Giubileo ed è riconoscente a Papa Giovanni Paolo II perché ha desiderato e deciso di impegnarla come “polo” con Roma, delle celebrazioni. Così nella Santa Notte di Natale, celebrando la Messa nella rinnovata chiesa parrocchiale di Betlemme, adorando il Bambino nella Grotta ove furono sentiti i suoi primi vagiti di vero Uomo e di vero Dio, saremo in unione strettissima con il Santo Padre e con tutta la Chiesa universale.

Contemplando il Salvatore lo sentiremo presente in tutte lei complesse vicende della storia, della storia di ogni uomo, credente e no, fatto a immagine e somiglianza di Dio. Lo ringrazieremo per i doni straordinari della vita, delle meraviglie della creazione, dei traguardi che ha consentito all’intelligenza umana di raggiungere in ogni campo dello scibile. Gli presenteremo le attese le speranze, le sofferenze della generazione presente che passa da un Millennio all'altro, in particolare quelle dei giovani chiamati a confrontarsi con i grandi problemi del lavoro del rispetto dei diritti umani, della sacralità della vita e della famiglia, dell’ecologia, in un mondo che grazie alle telecomunicazioni ha superato ormai ogni distanza tra comunità e continenti.

L'espressione della nostra fede non può astrarsi dall'ambiente nel quale viviamo. La nostra situazione, attorno ai Luoghi Santi e soprattutto nei Territori palestinesi rimane difficile per  l'assenza di pace, per discriminazioni, tentativi di divisione degli animi. Gerusalemme è al centro delle nostre preghiere perché oggetto di contese; ma nessuno può avere in esclusiva la città di Dio: essa é la dimora di Dio, deve essere aperta agli abitanti dei due suoi popoli, l'israeliano e il palestinese, e ai fedeli delle tre religioni che la considerano santa, l’Ebraismo, il Cristianesimo e l'Islamismo. Deve essere dimora dello Spirito, sorgente di santità e di dignità per tutti.

Accoglieremo con fraternità i pellegrini che verranno in cammino di preghiera e conversione ai Luoghi Santi; li invitiamo a conoscere anche le "pietre vive” della, Chiesa Madre, cioè le parrocchie, le comunità e le istituzioni cristiane di ogni rito.

Chiederemo a Dio all’inizio del Terzo, millennio il dono (primario della pace come manifestazione della sua Gloria. Che gli uomini di buona volontà sappiano cercarla e perseguirla anche in questo tempo. E gli chiederemo di dischiudere a ogni uomo e donna nella cognizione del vero senso della storia, la scoperta, il riconoscimento e la consapevolezza del disegno che, è stato ad essi affidato, che è poi la testimonianza del suo nome, l'Emanuele, cioè di Dio con l’uomo.

top