VERSO NUOVI ORIZZONTI DI FEDE
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VERSO NUOVI ORIZZONTI DI FEDE

Ci restano ancora poche pagine del calendario di un intero millennio. E forse solo ora cominciamo a renderci conto del privilegio che alla nostra generazione tocca, di essere insieme testimone e protagonista di un «passaggio» così fondamentale.

Saremo proprio noi, eredi in qualche modo di tutta l'umanità che ci ha preceduto, a trovarci di fronte — nella notte del Natale 1999 — a quella Porta Santa che il Santo Padre ha già raffigurato come una «Porta (...) simbolicamente più grande delle precedenti, perché l'umanità, giunta a quel traguardo, si lascerà alle spalle non soltanto un secolo ma un millennio».

La liturgia, così intensa e suggestiva, dei primi vespri dell'avvento ha richiamato costantemente l'immagine di un cammino già intrapreso e di un'attesa dinamica — viva e palpitante — verso uno scorcio di storia nuova che, con l'Incarnazione, Cristo ha reso e continua a rendere sempre disponibile all'uomo. Così come ha aperto il tempo all'eternità, il Salvatore ha definitivamente inserito anche la speranza nella condizione stessa dell'umanità.

Ed è la speranza a guidare oggi i nostri passi verso una fase tutta nuova che ci porterà a vivere in maniera immediata e diretta gli anni di preparazione verso il Grande Giubileo del Duemila.

Cambiano le fasi: non cambia, però, l'obiettivo fondamentale che è quello di rendere «una grande preghiera di lode e di ringraziamento soprattutto per il dono dell'Incarnazione del Figlio di Dio e della redenzione da Lui operata (Tma n.32)».

Guida immutabile resta, in primo luogo, la Tertio Millennio Adveniente che continueremo non solo a sfogliare e a meditare come la «carta di spiritualità» di tutto il Giubileo, ma ad utilizzare come banco di lavoro per mettere in piedi un vero e proprio cantiere di accoglienza per chiunque vorrà prendere parte alla grande festa che, nel nome di Cristo, la Chiesa celebra per tutta l'umanità. Lungo questa strada continuano a crescere i segni di incoraggiamento e di fiducia.

Giovanni Paolo II nei vespri dell"avvento ci ha fatto dono di una preghiera che, nella sua straordinaria intensità, è un corale rendimento di lode e gloria a Cristo «inizio e compimento dell"uomo nuovo». È da questi orizzonti che il Santo Padre continua a spianarci ogni giorno la strada , profondendo per noi la dedizione e il coraggio del padre e pastore di una Chiesa che va incontro al tempo con umiltà ma anche senza timori di solitudine.

Un Giubileo sacerdotale è venuto a inserirsi non a caso su questo cammino già tutto giubilare. I 50 anni di sacerdozio del Papa sono stati accolti come un segno provvidenziale, un altro dono elargito alla Chiesa protesa verso il terzo millennio cristiano.

Questa terza uscita di Tertium Millennium tiene conto essenzialmente del passaggio da una fase all'altra nella preparazione verso il Grande Giubileo. Ma accanto alle attività conclusive della fase ante-preparatoria, attraverso la rassegna del lavoro di commissioni e comitati, e il consueto panorama sulle iniziative dei Comitati nazionali in tutto il mondo, è possibile rintracciare una serie di progetti già proiettati al futuro.

Particolarmente importante è stata la produzione di Sussidi, ossia degli strumenti operativi chiamati a fornire gli orientamenti comuni sul piano degli aspetti teologici, pastorali e di catechesi.

Già in copertina è presente, inoltre, in questo numero, una delle novità più attese: il logo, ovvero l'immagine che, d'ora in poi, accompagnerà tutta la comunicazione del Grande Giubileo del Duemila. È un segno — non solo grafico — chiamato, a sua volta, a comunicare innanzitutto speranza.

Card. Roger Etchegaray

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