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La luce di Fatima sul Grande Giubileo
Guido Bossa
Al di là di ogni sensazionalismo e di ogni eccessiva spettacolarizzazione della pietà popolare, le parole stesse del Santo Padre nellÂomelia della Messa per la beatificazione dei due pastorelli di Fatima collocano lÂevento, e la rivelazione della cosiddetta Âterza parte del segreto consegnato da Maria ai piccoli veggenti, nella giusta cornice storica e religiosa, fornendo una chiave interpretativa che ben si collega alla celebrazione del Grande Giubileo, voluto dal Papa quale occasione di conversione e di rinnovamento per lÂumanità intera, dopo un secolo drammatico come quello appena trascorso. Citando lÂApocalisse e la visione del drago che con la coda trascina dal cielo sulla terra un terzo delle stelle, Giovanni Paolo II evoca la continua lotta tra il bene e il male, e invita a costatare Âcome lÂuomo, mettendo Dio da parte, non possa raggiungere la felicità, anzi finisca per distruggere se stessoÂ. In poche parole, il Papa ha voluto così riassumere non tanto la storia del XX secolo, quanto piuttosto il tentativo, la presunzione che lÂha percorso interamente, di fare dellÂimmanenza la misura ultima di tutte le cose, il supremo metro di paragone e anche lÂestremo orizzonte dellÂattività umana. Proprio come se Dio non esistesse, con le conseguenze che un bilancio, questo sì storico, non può ignorare: ÂIl pensiero va agli orrori delle due Âgrandi guerre e a quelli delle altre guerre in tante parti del mondo, ai campi di concentramento e di sterminio, ai gulag, alle pulizie etniche e alle persecuzioni, al terrorismo, ai rapimenti di persone, alla droga, agli attentati contro la vita non nata e la famigliaÂ. Con altre parole, il Cardinale Segretario di Stato Angelo Sodano, cui il Papa aveva affidato il compito di dare lÂannuncio relativo al ÂsegretoÂ, ha chiarito che Âla visione di Fatima riguarda soprattutto la lotta dei sistemi atei contro la Chiesa e i cristiani e descrive lÂimmane sofferenza dei testimoni della fede nellÂultimo secolo del secondo millennio. E una interminabile Via Crucis guidata dai Papi del ventesimo secoloÂ. Nella persona di Giovanni Paolo II, gravemente ferito in un attentato che voleva essere mortale, la visione di Fatima appare dunque chiaramente leggibile come denuncia dellÂestremo tentativo di spegnere una voce profetica, ma anche come riabilitazione di quella Ânube di testimoni della fede che, ha ricordato lo stesso Papa, con le loro tribolazioni ci hanno lasciato una Âpreziosa eredità, che dovrà restare viva nel terzo millennioÂ. Ecco, dunque, che Âalla luce delle apparizioni di Fatima, gli eventi di questo periodo storico assai travagliato assumono una loro singolare eloquenza (Udienza generale del 17 maggio 2000). LÂorgoglioso tentativo di costruire un mondo senza Dio, o addirittura contro Dio, che ha percorso lÂintero secolo ventesimo, potrà rivolgersi contro la Chiesa e far patire tanti suoi figli, ma non avrà ragione dellÂumanità redenta da Cristo sul Calvario; e ancora una volta come ai piedi della Croce Maria si prenderà cura dei discepoli di Gesù. Idealmente, ma anche cronologicamente, il disvelamento del Âsegreto di Fatima (13 maggio) si collega con la commemorazione ecumenica dei testimoni della fede (7 maggio) e con la richiesta di perdono (12 marzo). La Chiesa che denuncia le colpe storiche dei suoi figli e che proclama solennemente il suo Âmai più è la stessa che, volgendosi ancora una volta al passato, riscopre nella storia recente visibili tracce di santità e di martirio, le esalta e le indica come fulgido esempio di fedeltà al Vangelo. Da Fatima, Âsi diffonde su tutto il mondo un messaggio di conversione e di speranza, un messaggio che, in conformità con la rivelazione cristiana, è profondamente inserito nella storia (Udienza generale). Conversione, testimonianza, speranza. Come non riconoscere in queste parole il messaggio stesso del Grande Giubileo, con il suo invito esplicito ad una nuova evangelizzazione che possa evitare allÂumanità che marcia nel terzo millennio le sofferenze patite nellÂultimo secolo del secondo? |