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 Â“Un solo corpo, una sola fede”

Massimo Aquili

E' sera inoltrata quando il “paso” di Granada lascia Piazza San Pietro, tra fumi d’incenso e la musica della banda dell’arciconfraternità della Virgen del Mayor Dolor.  Più di una tonnellata tra baldacchino e statua dell’Addolorata, vasi d’argento pieni di fiori bianchi e candele accese che la brezza romana si diverte a spegnere, è portata in spalla da 36 “facchini” spagnoli per via della Conciliazione fino all’altra parte del Tevere, alla Chiesa di San Giovanni dei Fiorentini. Domenica 18 giugno, nella solennità della Santissima Trinità, si chiude così il Cammino delle confraternite a Roma, e comincia la festa eucaristica del Grande Giubileo: il 47° Congresso eucaristico internazionale. Il Santo Padre lo ha inaugurato celebrando in modo solenne i secondi Vespri in piazza San Pietro, stretto nella cornice festosa di 40mila confratelli e consorelle con le loro insegne, croci e stendardi, immagini infiorate a forma di grandi ferri di cavallo sorrette dai “portatori”. E mentre ancora in Piazza i fedeli si dispongono all’ascolto, il Papa annuncia l’ingresso del “Festeggiato”:  “Intensa sgorghi dal cuore la riconoscenza  mentre stiamo per accogliere  in mezzo a noi il Signore Gesù nel suo sacramento, memoriale permanente  della nuova ed eterna alleanza”. Il Corpo di Cristo riposto nell’Ostensorio è portato in processione dal Card. Vicario Camillo Ruini. Lentamente sale il pendio vaticano fino all’altare sul sagrato della Basilica, preceduto e scortato dalla fiaccola del Giubileo che pellegrini a piedi hanno portato fino a Roma da Macerata e Loreto. Quella luce è “presenza viva – afferma il Santo Padre - degli innumerevoli pellegrinaggi giubilari che riconoscono nell’Eucaristia  il culmine e la fonte della vita della Chiesa”.  Ora il cuore del Grande Giubileo batte sul sagrato della Basilica vaticana, al centro dell’altare papale, all’inizio di una settimana intensamente eucaristica, “durante la quale la Chiesa rivive il grande mistero dell’Incarnazione”. Al centro il Mistero Pasquale:  “un solo corpo, un solo spirito, una sola speranza” è il tema della riflessione suggerito dalla lettura della Lettera di San Paolo agli Efesini. Il Santo Padre ricorda l’itinerario interiore dell’adorazione e celebrazione eucaristica, motivi fondamentali di ogni Congresso Eucaristico. Esorta infatti i fedeli a ripercorrere “le tappe dell’esistenza terrena” di Gesù, unica “via”,  unica “porta di accesso” al mistero dell’amore di Dio, al mistero della salvezza davanti al Corpo di Cristo esposto per l’adorazione in tutte le chiese di Roma e del mondo: “ Durante i prossimi giorni – afferma il Papa – sarà soprattutto nel Cenacolo che sosteremo ripensando a quanto Cristo Gesù ha fatto e sofferto per noi”. Ma il Congresso Eucaristico è occasione per lanciare ancora una volta un appello alla riconciliazione e all’unità di tutti i credenti in Cristo: “Un solo corpo… una sola fede, un solo battesimo!” è il grido del Papa, come tante volte durante il Grande Giubileo ma “divisioni e contrasti lacerano ancora, purtroppo, il corpo di Cristo ed impediscono ai cristiani di diverse confessioni di condividere l’unico Pane eucaristico. Per questo invochiamo uniti la forza risanatrice della divina misericordia, sovrabbondante in quest’anno giubilare”. Un appello che risuona ancora in Piazza San Pietro, di fronte all’unico Pane, anche nella preghiera per il Grande Giubileo al termine della celebrazione: purificata la memoria e riconosciute le proprie colpe, che i cristiani “siano una cosa sola, così che il mondo creda”.  La celebrazione si conclude con il sole già tramontato dietro la cupola di San Pietro. Un diacono riporta in Basilica il Sacramento, mentre il coro della diocesi di Roma insieme ad un coro di trecento fedeli delle parrocchie romane cantano “Iubilate Deo”. Prima di lasciare la Piazza, il Papa si ferma per benedire personalmente numerosi rappresentanti delle Confraternite, accompagnati dal vescovo Armando Brambilla. Tra di essi, anche alcuni “facchini” di macchine processionali.

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